Il caso

Francesco Facchinetti: «Mi sono trasferito in Svizzera, l'Italia non è più sicura»

Dopo la rapina a mano armata nella villa del padre Roby, il figlio del componente dei Pooh è un fiume in piena: «Me ne sono andato, i politici fanno solo propaganda: in Italia non posso difendere la mia famiglia»
Michele Montanari
20.02.2023 17:07

Vivo in Svizzera perché l’Italia non è più sicura. È un fiume in piena Francesco Facchinetti dopo la rapina a mano armata dello scorso 3 febbraio a casa del padre Roby, tastierista e cantante dei Pooh. Ieri sera, nel programma Mediaset Zona Bianca, in onda su Rete 4, l’imprenditore, DJ e conduttore televisivo si è sfogato contro la classe politica italiana accusata di aver reso insicura la Penisola: «La realtà oggettiva è che questo è diventato un Paese non sicuro. E dall’altra parte siamo un Paese che ha la pressione fiscale più alta dell’universo: abbiamo il 60% di pressione fiscale, forse anche di più. I soldi dove li investiamo, visto che nelle cose principali - istruzione, sanità e sicurezza - siamo messi malissimo?». Facchinetti ha attaccato: «Anziché fare politica fanno propaganda. Sentiamo solo persone che chiacchierano e millantano cose che non accadono mai». Il figlio del componente dei Pooh ha poi aggiunto: «Io non sostengo questa tesi da quando mio padre è stato rapinato, ma da quando sono diventato padre io. Mi sono chiesto “voglio crescere i miei figli in questo Paese?”. La risposta oggi è “no”. E mi dispiace andare via dall’Italia. Sono figlio di contadini, mio nonno mi ha lasciato una terra, ho costruito una casa su questa terra e volevo vivere la mia vita in questo Paese. Ho portato mia moglie brasiliana (la modella Wilma Helena Faissol, ndr), ho cresciuto i miei figli qua, e sono stato costretto ad andare via. E la politica non fa nulla per risolvere questo problema». 

Francesco Facchinetti è poi tornato sulla rapina dello scorso 3 febbraio, quando suo padre e i famigliari sarebbero stati per almeno 35 minuti in balia di uomini armati di pistola: «Non siamo gli unici. Mio padre è famoso e questa cosa la sanno in tanti, ma quante famiglie ogni giorno sono vittime di situazioni del genere? Cinque al giorno, fate voi i calcoli». Il personaggio televisivo subito dopo il colpo nella casa del componente dei Pooh aveva diffuso un video su Instagram in cui tuonava contro le istituzioni italiane: «È una vergogna! Complimenti a voi capre incapaci che avete reso il Paese più bello del mondo un Paese insicuro. Un Paese dove c’è da aver paura. Chi può, come ho fatto io, va ad abitare da un'altra parte». Facchinetti da alcuni mesi avrebbe lasciato la sua villa a Mariano Comense per trasferirsi in Ticino. 

Non è la prima volta

Non è la prima volta che Facchinetti e la sua famiglia hanno a che fare con i malviventi. Nel 2017, il DJ aveva già raccontato di un tentativo di rapina nella casa del padre, sventata dal genero Yuri che era riuscito ad allontanare il ladro. Il figlio di Roby aveva subito raccontato quanto avvenuto: «Basta mi sono rotto! Ieri mattina alle 11.30, ripeto, di mattina, è entrato un mostro, una bestia, in casa di mio papà. Lì vivono anche i miei fratelli, il marito di mia sorella Giulia e il mio piccolo nipote Lorenzo. Questo animale di 2 metri ha cercato prima di rubare e poi, una volta scoperto da Yuri, lo ha tramortito ed è scappato», aggiungendo: «Sto andando a comprarmi un arsenale, se qualcuno entra in casa mia con i miei figli non esce vivo. Se lo Stato non mi difende, lo farò da solo. Mi prendo tutte le responsabilità di quello che ho detto».

Più drammatico invece quanto avvenuto nel 2020, raccontato da Francesco Facchinetti su Instagram e nella serie TV su Dplay Plus The Facchinettis: «In casa mia c’è una panic room. Abbiamo sentito i rumori, e la prima cosa che abbiamo fatto è andare lì. Quando ero giù, avevo in mano un’arma e ho cercato di dare un’arma anche a mia moglie. Per chi non ha mai sparato, prendere un’arma in mano non è una cosa semplice. Ma se entri in casa mia e minacci le persone che amo, io ti sparo. Non posso correre il rischio che succeda qualcosa a mia moglie o ai miei figli. Lo so che è un messaggio forte ma questo è il mio pensiero».

Nella trasmissione Zona Bianca in onda ieri sera su Rete 4, il conduttore Giuseppe Brindisi è tornato proprio su queste parole: non si rischia di far passare il messaggio che gli italiani debbano farsi giustizia da soli? Il figlio del componente dei Pooh ha fatto notare come sia difficile difendersi anche se in possesso di una pistola: «Quando sono entrati in casa mia, anche se avessi avuto l’arma con me non sarei riuscito a sparare a nessuno. Perché quando ti entrano in casa in 3 o in 4 non hai il tempo di fare niente, vorresti sparargli, ma non ce la fai. Quell’affermazione purtroppo non riesci a metterla in pratica. Non riesci neanche a difendere la tua famiglia e i tuoi figli. Non ci si può difendere in Italia».