Frontalieri: tassa sulla salute, ecco un primo via libera

Dopo un lungo silenzio, ieri dall’Italia è arrivata l’accelerata sulla cosiddetta tassa sulla salute. È stato infatti pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del Ministero della salute - elaborato di concerto con il Ministero dell’economia - che, in sostanza, dà il via libera al contributo di compartecipazione per il servizio sanitario nazionale per i vecchi frontalieri. In base al decreto ministeriale, l’incasso di questa tassa sarà retroattivo al 2024. Anche se spetterà alle singole regioni elaborare il decreto attuativo, che in pratica fisserà l’importo e la modalità di riscossione della tassa sulla salute.
Il primo passo
Quello governativo, comunque, è solo il primo passaggio formale affinché la tassa sulla salute possa essere riscossa. La palla, infatti, ora passa alle Regioni, e in particolare alla Lombardia, in prima fila per la riscossione del contributo. «Non sappiamo quando la Lombardia approverà il decreto attuativo», spiega il sindacalista e responsabile per l’OCST del settore frontalieri Andrea Puglia. «Nel decreto ministeriale viene spiegato che si dovrà procedere con l’incasso a partire dal reddito del 2024. La nostra speranza, però, è che le Regioni partano con la riscossione dall’anno prossimo, prelevando nel 2026 la tassa relativa al 2024, e nel 2027 quella del 2025, e via di questo passo». Altrimenti, se venissero incassate le somme del 2024 e del 2025 in un’unica volta, per i frontalieri sarebbe un salasso: «Un lavoratore si troverebbe a pagare, in un colpo solo, fino a 4.800 euro».
Soglie minime e massime
Nel decreto ministeriale vengono anche ribadite le soglie di prelievo fissate: dal 3 al 6% del reddito netto di ciascun vecchio frontaliere. La quota minima da versare sarebbe di 30 euro al mese e la massima di 200. Regione Lombardia aveva già annunciato l'intenzione di applicare la soglia minima del 3%, che verrebbe conteggiata sulla base di un'autocertificazione visto che - lo ricordiamo - l'Italia non dispone dei dati dei vecchi frontalieri.
Pronti a sollecitare Berna
A questo punto, i sindacati italiani si dicono pronti a ricorrere, mentre sul lato svizzero - dice Puglia - «siamo fortemente convinti che si tratti di una violazione dell’articolo 9 dell’accordo fiscale sui frontalieri che prevede unicamente la possibilità per la Svizzera di tassare i redditi da lavoro dei vecchi frontali. Attendiamo le mosse delle Regioni, ma siamo pronti a sollecitare un intervento del Consiglio federale».
