Il caso

Gandria sta perdendo i pezzi: due ristoranti gettano la spugna

Le Bucce di Gandria cesserà l’attività il 21 dicembre, mentre il Roccabella è fermo dallo scorso ottobre – Il presidente della commissione di quartiere: «È una perdita importante, potrebbe esserci un impatto sul turismo»
© CdT/Gabriele Putzu
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
17.11.2025 06:00

Gandria perde i pezzi? Parrebbe di sì, almeno guardando le chiusure di due ristoranti storici: il Roccabella e le Bucce di Gandria. Due ristoranti che non ci sono o non ci saranno più, dimezzando l’offerta gastronomica del villaggio. Eh sì perché a Gandria i ristoranti fino a poco tempo fa erano quattro. Il primo, le Bucce chiuderà il 21 dicembre. Il secondo, il Roccabella è chiuso da fine ottobre. Con queste due perdite nel quartiere di Lugano i ristoranti rimangono dunque due: l’Antico e la Locanda gandriese.

Il CdT ha provato a contattare Carlos Loureiro Pereira, chef del Roccabella per sapere le ragioni dietro la scelta di interrompere l’attività iniziata almeno dieci anni fa, non ottenendo però risposta. A fornire spiegazioni è invece Melissa Vassalli che insieme al marito Vieri Del Bianco ha in mano le Bucce di Gandria dall’11 luglio 2012. «Riapriremo prima o poi - dice Vassalli - ma non sappiamo dove, né quando. L’unica certezza è che termineremo l’attività il 21 dicembre. I motivi sono due: da una parte, anche se questo locale ci ha dato tantissimo, siamo arrivati al massimo di quello che ci può dare; dall’altra, dobbiamo dire la verità, dopo 13 anni e mezzo, siamo abbastanza stanchi e abbiamo bisogno di riprendere fiato».

Due ristoranti chiusi nello spazio di pochi mesi sono un brutto colpo per Gandria. Perché equivalgono alla metà dell’offerta gastronomica che se ne va. Certo, non è detto che sarà così per sempre, dato che Vassalli ha lasciato aperta una porta. E magari il posto lasciato vuoto dallo chef Carlos Loureiro Pereira potrebbe prima o poi interessare qualcun altro. Nel frattempo, la notizia ha iniziato a circolare nel villaggio, creando più di una riflessione.

A cominciare da quelle del presidente della commissione di quartiere, Giovanni Andreotti. «La chiusura di due ristoranti a Gandria è una perdita importante. Seppure dislocati in posizioni differenti del paese e seppure con clientela diversa - spiega Andreotti - ambedue hanno rappresentato un servizio sia per gli abitanti che anche per i turisti. L’offerta di servizio con due ristoranti - continua - rimane comunque presente ma la riduzione provocherà, nei giorni di forte presenza turistica un sovraccarico dei ristoranti rimasti». Ma non è tutto. «Coloro che rischiano di non trovare posto per mangiare non hanno delle valide alternative nelle immediate vicinanze, se non come unica soluzione in estate i grotti delle Cantine, dall’altra parte del lago. Dunque anche con un’attraversata che comporta per i turisti l’acquisto di un biglietto del battello, il cui costo non è di poca incidenza». Insomma, sono lontani i tempi in cui a Gandria per almeno tutti gli anni ‘80 si davano da fare una decina di ristoranti, una miriade di negozi e negozietti e anche un albergo; quell’ex hotel Moosmann il cui cantiere è bloccato da anni.

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