Territorio

Gestione degli alberi, il Governo getta un seme

Tra le righe di una decisione che congela l’abbattimento di un maestoso pino di Savosa, il Consiglio di Stato ribadisce l’importanza di aggiornare i piani del paesaggio dei vari Comuni: «Così facendo, questo strumento avrebbe una reale funzione pianificatoria»
©CdT/Chiara Zocchetti
Nico Nonella
11.03.2024 06:00

Per una corretta gestione del territorio e, soprattutto, del patrimonio verde pubblico e privato i Comuni dovrebbero continuamente aggiornare il proprio piano del paesaggio. «Così inteso, questo strumento avrebbe una reale funzione pianificatoria e fungerebbe da base per pianificare la gestione del patrimonio arboreo». A sottolinearlo nero su bianco è il Consiglio di Stato in una decisione provvisionale dello scorso 21 febbraio che “congela” l’abbattimento di un pino a Savosa ma la cui portata varca i confini del Luganese.

L’ombra... delle motoseghe

Prima di analizzarla è però necessaria una doverosa premessa. Sul pino in questione, lo ricordiamo, incombono le motoseghe in quanto la maggioranza dei comproprietari di un condominio lo vorrebbe tagliare a causa della sua età (oltre 70 anni) e per timore che possa cadere, mentre un altro proprietario si sta battendo per scongiurarne l’abbattimento. Ebbene, la questione è passata nel campo giuridico con il comproprietario – patrocinato dall’avvocato Fiorenzo Cotti – che aveva chiesto al Municipio di Savosa di subordinare l’abbattimento a una licenza edilizia in quanto il pino, viste le sue dimensioni, è da considerarsi al pari di una costruzione. Il Comune aveva risposto picche e la vicenda era approdata, con un ricorso, sul tavolo del Governo. Ebbene, nell’accogliere la richiesta supercautelare (una decisione nel merito arriverà più avanti), il Consiglio di Stato ha fatto sue le conclusioni cui era giunto anche l’Ufficio della natura e del paesaggio. Il quale, pur ammettendo di non essere competente in merito al taglio del pino, che non è inserito nel piano del paesaggio, ha comunque formulato alcune considerazioni, segnalando che il piano del paesaggio di Savosa risale al 2004 e che man mano che gli alberi (inventariati o meno) seguono il loro sviluppo, «la situazione descritta in un momento preciso e riportata nel documento pianificatorio, progressivamente si discosta dalla realtà del territorio». Per questo motivo, l’inventario delle alberature dovrebbe essere seguito nel tempo e aggiornato in base agli sviluppi. Insomma, tra le righe della decisione del Governo si legge un invito ai Comuni ad aggiornare i propri piani di paesaggio, che sono degli importanti strumenti per la pianificazione del territorio. Tornando invece al caso specifico del pino, sia l’Ufficio della natura e del paesaggio che il Consiglio di Stato segnalano che i «singoli alberi maestosi» rientrano fra le componenti naturali degne di protezione ai sensi della Legge cantonale sulla protezione della natura. Se si procedesse al rilevamento della situazione attuale (adeguando cioè il piano del paesaggio), «il pino domestico, per le dimensioni notevoli, sarebbe considerato «maestoso» e andrebbe a giusto titolo inserito nel piano del paesaggio come albero protetto». L’invito rivolto al Municipio è «valutare attentamente la questione in questi termini, privilegiando l’inserimento dell’albero nel registro degli alberi protetti a Piano regolatore piuttosto che autorizzarne l’abbattimento, anche in considerazione dell’importanza degli alberi quali elementi di mitigazione climatica». In ogni caso, l’avvocato Cotti chiederà l’istituzione di una zona di pianificazione per congelare la situazione attuale.

«Belli e soprattutto utili»

«Questa è una bella vittoria, un passo avanti che lascia ben sperare», commenta l’architetto Benedetto Antonini, membro della Società ticinese per l’arte e la natura (STAN), di cui è anche stato vicepresidente. «Auspico che i Comuni adeguino velocemente i loro piani del paesaggio. Molto spesso, con la scusa che sono pericolosi, alberi meritevoli di tutela vengono tagliati. Il verde urbano è importante oltre che piacevole per gli occhi: gli alberi adulti, per esempio, contribuiscono a lottare contro le isole di calore; sotto le loro fronde, la temperatura è di 5-10 gradi inferiore a quella esterna».