Ha finto il furto di una Maserati e di un Patek: condannato

Ha finto inabilità al lavoro causate da infortuni, incidenti e furti per ottenere indebitamente rimborsi dall’assicurazione. Si parla di cifre tutto sommato contenute, come i 1.880 franchi incassati per una distorsione alla caviglia che gli avrebbe impedito di lavorare – mentre in realtà continuava a svolgere la sua attività di imprenditore – o i 26.854 ottenuti con lo stesso «trucco» (annunciando però una lesione al tendine d'Achille). Ma le malversazioni avrebbero potuto essere ben più ingenti: l'uomo ha infatti provato a farsi rimborsare quasi 190 mila franchi per un furto in Italia, mai avvenuto, della Maserati che aveva in leasing e di un orologio Patek Philippe.
Il protagonista di questa vicenda giudiziaria, i cui fatti si sono svolti tra aprile 2015 e settembre 2026, è comparso questa mattina di fronte alla Corte delle Assise correzionali presieduta dal giudice Paolo Bordoli con le accuse principali di ripetuta truffa (in parte tentata), appropriazione indebita e sviamento della giustizia. L’imputato, un 52.enne imprenditore italiano del Luganese difeso dall’avvocato Maria Galliani, ha ammesso gli addebiti mossi dal sostituto procuratore generale Andrea Maria Balerna e il dibattimento si è quindi svolto con la formula del rito abbreviato.
L’uomo è stato condannato a una pena di 20 mesi sospesi per due anni e al pagamento di una multa di 5 mila franchi. A influire positivamente anche il fatto che in questi anni non ha commessi altri reati.
I fatti più gravi risalgono a inizio agosto del 2016, quando l’uomo aveva denunciato in Polizia e annunciato alla sua assicurazione un'asserita rapina subìta pochi giorni prima, mentre si trovava in Italia. Ignoti gli avrebbero sottratto una Maserati, presa in leasing e per la quale aveva stipulato una polizza da quasi 90 mila franchi (l’auto ne era costati 71 mila), e un orologio Patek Philippe. Orologio messogli a disposizione per alcune settimane e dietro compenso da un amico (già condannato), con tanto di certificato di origine e fattura di acquisto fasulla. L’automobile di lusso era invece stata ceduta a terzi, i quali la avevano fatta sparire. L’assicurazione aveva però fiutato l’inganno e la truffa non si era concretizzata.
Nel frattempo, l’uomo – è emerso in aula – ha risarcito la compagnia assicurativa e si è detto dispiaciuto per quanto commesso.
