Lo studio

«I tatuaggi indeboliscono per anni il sistema immunitario»

A dirlo sono test fatti su topi nello studio internazionale guidato da Arianna Capucetti e coordinato da Santiago González, entrambi attivi presso l'Istituto di Ricerca in Biomedicina dell'Università della Svizzera italiana (USI) a Bellinzona
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Ats
03.12.2025 17:39

I tatuaggi indeboliscono il sistema immunitario per anni: i pigmenti dei colori più utilizzati, nero, rosso e verde, non si fermano alla pelle ma si accumulano nei linfonodi.

A dirlo sono test fatti su topi nello studio internazionale guidato da Arianna Capucetti e coordinato da Santiago González, entrambi attivi presso l'Istituto di Ricerca in Biomedicina dell'Università della Svizzera italiana (USI) a Bellinzona. Studio che ha coinvolto altri 12 gruppi di ricerca ed è stato pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti Pnas.

Da anni si dibatte sui possibili effetti dei tatuaggi sulla salute, in particolare nello sviluppo di alcuni tumori, ma al momento non esistono evidenze certe di questo legame. Nel 2024 un discusso studio guidato dall'Università di Lund in Svezia e pubblicato sulla rivista EClinicalMedicine aveva evidenziato una relazione statistica tra tatuaggi e linfomi ma nonostante vari test non si erano mai pienamente compresi i meccanismi che potrebbero favorire questo legame.

Una questione aperta in cui si inserisce ora questo nuovo studio che ha analizzato la tossicità degli inchiostri più usati, in particolare i pigmenti nero, rosso e verde. Analizzandone gli effetti su topi i ricercatori hanno scoperto che, una volta effettuato un tatuaggio, l'inchiostro si sposta rapidamente attraverso il sistema linfatico e, nel giro di poche ore, si accumula in grandi quantità nei linfonodi - organi chiave del sistema immunitario.

Una dinamica che era stata già scoperta nel 2017 da uno studio coordinato da Ines Schreiver, dell'Istituto Federale tedesco per la valutazione dei rischi Bfr, e pubblicato su Scientific Reports che aveva permesso di riconoscere l'accumulo dei pigmenti nei linfonodi.

Ma il nuovo studio ha ora permesso di capire meglio anche quel che avviene dopo, scoprendo così che l'inchiostro innesca una risposta infiammatoria in due fasi: una fase acuta, che dura circa due giorni, seguita da una fase cronica che può proseguire per anni.

Quest'ultima risulta la più preoccupante, poiché i pigmenti vengono assorbiti dalle cellule del sistema immunitario, in particolare i macrofagi, che non sono però in grado di digerire l'inchiostro, come farebbero con altri agenti patogeni, fino a causarne la morte. Un fenomeno più marcato soprattutto con gli inchiostri rosso e nero.

Secondo gli autori, l'inchiostro rimane intrappolato nei linfonodi in modo continuo, coinvolgendo anche le cellule nuove, compromettendo progressivamente la capacità di difesa. Lo studio, inoltre, suggerisce anche che i tatuaggi inducono una minore efficacia dei vaccini. Risultati che sollevano importanti interrogativi sulla sicurezza dei tatuaggi e che spingono ad approfondire gli studi su possibili pericoli dovuti ai tatuaggi e la ricerca di procedure o pigmenti più sicuri.

A rendere ancor più complessa la situazione è anche l'uso di una gran varietà di pigmenti, spesso mescolati tra loro, su cui però avvengono costanti controlli, come nel 2022, quando la scoperta di alcune sostanze cancerogene aveva portato al ritiro dal mercato italiano di 9 prodotti.

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