Elezioni federali

I Verdi scoprono le carte, Gysin: «Farò il possibile per un posto agli Stati»

Oltre alla consigliera nazionale, il Comitato ecologista ha scelto sei nomi da mettere in lista per ottobre – La co-coordinatrice Bourgoin: «Come è aperta la questione delle congiunzioni nell’area progressista, non è da escludere anche il nome di Boas Erez»
© CdT/Gabriele Putzu
Giona Carcano
26.05.2023 18:15

Nessuna sorpresa: alle prossime elezioni federali, Greta Gysin correrà sia per gli Stati, sia per il Nazionale. Lo ha stabilito il Comitato dei Verdi, che giovedì sera ha approvato la strategia elettorale. Assieme a Gysin, il partito ha scelto altri cinque nomi da mettere il lista per la Camera bassa: Maurizio Barro (ingegnere civile e presidente dell’Associazione acquedotti ticinesi), Gianna Bonina (studente e membra del Comitato giovani Verdi), Serena Britos (biologa, direttrice di Pro Natura Ticino), Marco Noi (psicologo, deputato al Gran Consiglio e co-cordinatore dei Verdi) e Rocco Vitale (storico, co-cordinatore giovani Verdi).

Ora tocca all’Assemblea

I nomi scelti dal Comitato verranno sottoposti all’Assemblea del 3 giugno a Locarno per la ratifica. «L’obiettivo sarà riconfermare il seggio verde al Consiglio nazionale e tentare l’impresa di conquistarne uno agli Stati», spiega il partito in un comunicato. Un’impresa, sì, quella di andare a caccia di una poltrona alla Camera alta. «Vivo molto serenamente questa candidatura», racconta Gysin, da noi contattata. «Era una responsabilità mia e del partito quella di presentare una candidatura credibile e che abbia una possibilità di avere successo. In questo senso, farò il possibile per conquistare un posto agli Stati. L’obiettivo minimo, comunque, rimane il seggio al Nazionale».

Nel 2019, le elezioni federali erano state «travolte» dall’onda verde, spinta dall’urgenza del cambiamento climatico. Ora, a distanza di quattro anni, le emergenze dell’opinione pubblica sembrano essere altre. «I sondaggi mostrano che la crisi climatica resta una delle preoccupazioni principali dei cittadini svizzeri, ma è chiaro che il tema non è più al primo posto nelle priorità della politica», commenta la deputata. «Rimane, quella ambientale, una crisi importantissima e che dovremo affrontare ancora con maggiore decisione. Ma ci sono altri temi sui quali ci siamo profilati come partito. È anche per questo che vorrei poter continuare il mio lavoro a Berna, confidando nel fatto di aver svolto bene il mio compito. Spero basti per riconfermare il seggio in Parlamento».

Farò il possibile per conquistare un posto agli Stati. L’obiettivo minimo, comunque, rimane il seggio al Nazionale
Greta Gysin

«L’obiettivo è la riconferma»

«L’obiettivo è quello di confermare la nostra deputata, Greta Gysin», dice da parte sua Samantha Bourgoin, co-coordinatrice dei Verdi. «Eppure, nella composizione della lista, non abbiamo voluto privare i nostri elettori di altri profili validi. Per questo, abbiamo prestato attenzione all’equilibrio di genere e alle competenze». Inoltre, Sopraceneri e Sottoceneri sono equamente rappresentati. «È importante viverci come partito cantonale, attento cioè a tutte le regioni, anche quelle periferiche», commenta ancora la granconsigliera.

Per quanto riguarda le alleanze, il comitato dei Verdi ha evidentemente confermato la volontà di proseguire la collaborazione d’area con il Partito socialista. All’Assemblea verrà dunque chiesto di ratificare la congiunzione con il PS, nonché una lista comune con il Forum alternativo (ci sono ancora due posti disponibili nella lista verde). Porte aperte, come spiegano gli ecologisti, anche «a tutte le altre forze politiche vicine al partito che saranno pronte a unirsi». Anche a Boas Erez, in lista come rappresentante della società civile nella lista d’area per il Consiglio di Stato alle elezioni cantonali? «La nostra lista al momento è formata da sei candidati verdi», risponde Bourgoin. «Abbiamo previsto delle sotto-congiunzioni e delle collaborazioni parallele. Come è aperta la questione delle congiunzioni nell’area progressista, non è da escludere anche il nome di Boas Erez».

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