Chiasso

Il piano per cancellare gli errori del passato

La contaminazione nel sottosuolo che ostacola la realizzazione dell’ambizioso progetto edilizio con due torri nell’area ex Trecor sarà presto un ricordo – Un intervento di bonifica consentirà di ridurre la concentrazione di inquinanti nell’acqua sotterranea
©CdT/Gabriele Putzu
Lidia Travaini
14.06.2024 06:00

Prima la demolizione dell’ex Trecor, poi l’edificazione di tre torri futuristiche con soprattutto contenuti amministrativi. Questo era il piano originale, iniziato rispettando gli intenti con le opere di abbattimento. Da quel momento sono tuttavia trascorsi quasi due anni e, oggi, l’ampio terreno in via Como a Chiasso appare vuoto e semi abbandonato. Vari ostacoli incontrati dal progetto che avrebbe dovuto essere realizzato ne hanno infatti impedito la concretizzazione. Il principale? Un inquinamento nel sottosuolo che ha dapprima costretto a uno stop dei lavori e in seguito portato a una modifica del progetto riducendo il numero delle torri da tre a due (vedi CdT del 23 dicembre 2023), in modo da evitare l’area maggiormente inquinata. Poi altri mesi di silenzio.

La classificazione

L’impasse sta tuttavia per essere superata. Per l’ambizioso disegno edilizio c’è aria di novità, grazie alla pubblicazione di una nuova domanda di costruzione. Spostare le torri non basta infatti per poter proseguire con l’opera malgrado l’inquinamento nel sottosuolo. È altresì necessaria una bonifica del terreno che dal 2007 è iscritto al Catasto dei siti inquinati dove oggi figura come sito contaminato «che deve essere risanato». La bonifica è proprio l’obiettivo della richiesta edilizia in pubblicazione (fino al 27 giugno).

Falda contaminata per 61 anni

Illustrato il fine, è il turno del mezzo: per bonificare l’area sarà installato un impianto per il trattamento dell’acqua di falda. Nella – corposa per quanto riguarda il volume e tecnica per quanto riguarda il contenuto – relazione che fa parte dell’incarto si spiega che sarà posata una Barriera Reattiva Permeabile «necessaria per la bonifica dei due mappali la cui falda è stata contaminata nel tempo, tra il 1929 e il 1990, dalla diffusione di solventi clorurati in uso presso l’azienda ex Trecor. Scopo dell’intervento è quello di trattare la falda procedendo al declassamento ai sensi dell’Ordinanza sui siti contaminati della proprietà dal grado di contaminato a inquinato, riducendo i tenori di solventi clorurati contenuti nell’acqua sotterranea».

Nel concreto sarà posata una barriera sotterranea composta da 12 tubi valvolati di 13 metri di lunghezza, grazie ai quali saranno dispersi dei reagenti che consentiranno di «contenere la diffusione dei prodotti inquinanti nella falda, ridurre le concentrazioni dei contaminanti disciolti nelle acque sotterranee in uscita dal sito, e garantire un declassamento del sito da contaminato a inquinato da sorvegliare».

Parallelamente è anche previsto un intervento sul terreno, soprattutto grazie alla rimozione di quello insaturo inquinato. A tale riguardo si aggiunge: «L’intervento risulta peraltro importante per interrompere la percolazione di acqua meteorica superficiale e il conseguente dilavamento verso la falda». Tradotto: la pioggia fa filtrare inquinanti nella falda, asportare il terreno eviterà questo processo.

Costo dell’intervento? Trecento mila franchi. Tempi di realizzazione? Un paio di mesi e il desiderio è iniziare il prima possibile, per poter realizzare sempre il prima possibile il progetto edilizio.

Le due torri

Il progetto tratteggia l’edificazione di due torri, ma non rinunciando ai contenuti della terza torre prevista in un primo momento. Infatti un edificio occuperà una superficie maggiore quasi a essere il risultato dell’unione dei due palazzi previsti originariamente. Il primo e più vasto disporrà di 7 piani fuori terra e avrà una destinazione d’uso amministrativa, il secondo conterà 6 livelli fuori terra e sarà adibito a centro medico. Sulla porzione di terreno maggiormente toccata dalla contaminazione saranno realizzati dei parcheggi. Ulteriori posteggi si troveranno poi anche in una rimessa interrata. Per realizzare questi intenti si prevede un investimento di 14,5 milioni di franchi.