Politica

«Il successo del Centro e la malcelata invidia»

Grande soddisfazione al primo comitato cantonale del partito convocato dopo le elezioni – Fiorenzo Dadò sulle federali: «Per il seggio di Marco Romano si stanno palesando i più famelici appetiti» – Agustoni sulle finanze: «No all'aumento del moltiplicatore d'imposta al 100%»
© CdT/Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
25.05.2023 22:10

Uno sguardo (molto soddisfatto) rivolto alle elezioni cantonali, e uno sguardo (fiducioso ma realista) al prossimo appuntamento con le urne; le federali del 22 ottobre. Sono stati questi i due ingredienti principali del primo comitato cantonale del Centro convocato dopo le Cantonali del 2 aprile. Un'elezione che ha visto il Centro uscire vincente dalla contesa, soprattutto nel confronto con gli altri partiti di Governo.

Profilo e concretezza

«Le giornate del 2 e del 3 aprile - ha esordito il presidente Fiorenzo Dadò - sono da annoverare tra i momenti molto positivi della nostra storia. Si tratta del primo comitato cantonale del partito con la nuova denominazione ‘Il Centro’, durante il quale, dopo decenni di delusioni, possiamo finalmente sorridere». Per il presidente cantonale, dunque, la soddisfazione è tanta. E per questo motivo occorre proseguire sulla via tracciata. «Siamo stati l’unico partito di Governo a non aver perso nulla e ad aver guadagnato posizioni. Questo, però, non deve farci diventare arroganti, ma renderci orgogliosi. Questo successo elettorale è da considerare un primo significativo passo nella giusta direzione, su un sentiero che, non illudiamoci, presenterà ancora ostacoli seri e momenti di sconforto». Tra gli elementi che hanno portato il partito al successo, Dadò ha quindi citato «la scelta di presentarci come partito della concretezza e non delle parole», ma anche «la scelta di presentarci con liste profilate sia per il Consiglio di Stato che per il Gran Consiglio».

Le frecciatine agli altri

Guardando alle federali, il partito vuole però tenere i piedi per terra: «L’Ufficio presidenziale è realista - ha sottolineato Dadò -. Per le imminenti elezioni abbiamo di fronte una sfida molto difficile e se vogliamo mantenere il secondo seggio lasciato libero da Marco Romano dovremo darci da fare». Una sfida che si annuncia complessa, anche per via degli appetiti degli altri partiti, a cui Dadò non ha risparmiato qualche frecciatina: «Il nostro partito, essendo l’unico di Governo uscito bene dalle elezioni cantonali, ha suscitato una malcelata invidia e parecchio nervosismo; per il seggio lasciato libero da Romano si stanno palesando i più famelici appetiti. L’UDC ha già dichiarato di ambire al secondo seggio, che è evidentemente il nostro, ma non è il solo. Soprattutto l’estrema sinistra, quella sempre arrabbiata e che pur essendo al Governo si oppone a tutto, essendo uscita malconcia dalla contesa elettorale a causa della pessima gestione del ‘caso Mirante’ e per gli scandali che vedono coinvolti alcuni loro esponenti, ha sete di riscatto e sta manifestando tutto il suo nervosismo. Ma anche da parte di altri partiti l’atteggiamento non sembra molto diverso». Ecco perché, ha chiosato Dadò, «per far fronte all’attacco frontale che si sta delineando nei nostri confronti non dobbiamo avere nessuna paura, ma dobbiamo presentarci all’elettorato unicamente per quello che siamo stati sin qui, con una compagine forte e profilata che sappia farci entrare per davvero nella partita elettorale».

Un preventivo complicato

A gettare uno sguardo alla legislatura appena iniziata in Gran Consiglio, e quindi al tema delle finanze cantonali, è invece stato il capogruppo Maurizio Agustoni. «Recentemente abbiamo avuto un incontro con il Governo in merito alla situazione finanziaria. L’impressione è che il Preventivo 2024 sarà esercizio particolarmente complicato». Nonostante ciò, ha rimarcato, «siamo un partito serio e quindi daremo il nostro contributo». Ma, ha aggiunto, non ad ogni costo. «Abbiamo già visto in questa legislatura che senza il contributo del Centro non c’è maggioranza in Gran Consiglio. È una grande responsabilità, ma non significa che accetteremo ogni proposta per risanare le finanze». Un esempio? «Nel 2023 il Parlamento dovrà esprimersi sul coefficiente cantonale d’imposta. Mi sembra di poter dire già oggi che non può entrare in discussione un aumento al 100%. Non è accettabile che alla popolazione sia imposto un aumento della pressione fiscale del 3%». Il riferimento, va da sé, va alla proposta di riforma della Legge tributaria che il direttore del DFE Christian Vitta dovrebbe presentare nel corso dell’anno. Una proposta che dunque difficilmente vedrà il Centro tra i favorevoli se vi sarà un aumento del moltiplicatore.

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