Il «tesoretto» di 200 milioni che ha stupito la Gestione

Un «tesoretto» di quasi 200 milioni di franchi. È il contenuto della cosiddetta «riserva di fluttuazione» della Cassa cantonale di compensazione per gli assegni familiari nel 2024. Un importo cresciuto negli anni malgrado la progressiva diminuzione dell’aliquota contributiva sia dei datori di lavoro (passata dal 2,05% del 2019 all’1,70% del 2024), sia dei lavoratori indipendenti (passata dall’1,10% allo 0,90% attuale). Un risultato possibile perché, a fronte di versamenti rimasti sostanzialmente stabili negli anni grazie alla tenuta dell’economia ticinese, si è confermato negli anni il trend delle nascite, in calo oramai da tempo. Sommando questi elementi – congiuntura e nuove nascite – si nota infatti che in sei anni il conto della riserva è passato da circa 115 milioni di franchi di attivi ai circa 193 milioni di oggi.
Un «tesoretto», dicevamo, che ieri mattina ha stupito parecchi deputati presenti in Gestione. La comunicazione del Governo (ieri in audizione in Commissione), al quale la Gestione aveva chiesto degli approfondimenti sulle iniziative di Raoul Ghisletta (PS) e Roberto Ostinelli (HelvEthica) che chiedono di aumentare gli assegni per i figli, non ha dunque lasciato indifferente la politica. Alcuni partiti, infatti, iniziano a chiedersi che cosa farne di quei soldi in un momento tanto delicato non solo per i conti del Cantone, ma anche per le famiglie. Insomma, la «notizia» è ancora fresca e ci sarà tempo e modo di ragionarci. Ma, intanto, i partiti qualche ragionamento iniziano a farlo.
Gli aspetti da chiarire
Tra tagli, economie e dubbi sul futuro delle finanze cantonali, «scoprire» un capitale simile potrebbe dunque essere allettante. Liberare almeno in parte questa riserva permetterebbe di concedere qualche decina di franchi in più, ad esempio, per ogni figlio a carico (come noto, in Ticino l’assegno per i figli è di 215 franchi al mese, la soglia minima prevista a livello nazionale). Resta da capire, al di là della volontà politica di andare a mettere mano alla riserva di fluttuazione, se sia tecnicamente possibile operare in questo senso. Secondo la legge federale che regola questa materia, le casse di compensazione per assegni familiari sono tenute a provvedere all’equilibrio finanziario alimentando un’adeguata riserva di fluttuazione. Occorre quindi capire quanto di quel capitale si possa realisticamente utilizzare per sostenere le famiglie.
Seguire le iniziative?
Al di là dei tecnicismi che andranno chiariti, resta la questione politica. Le due iniziative di Ghisletta e Ostinelli potrebbero fungere da «gancio» per sottoporre al Parlamento una richiesta in tal senso, soprattutto alla luce del «nuovo» scenario riferito alla Gestione dal Governo. Ma non solo: va ricordato che pure il Centro ha depositato delle iniziative che mirano a sostenere la natalità. La proposta dell’ex deputato socialista, ad esempio, chiede di raddoppiare gli assegni per figli e figli in formazione, mentre quella dell’esponente di HelvEthica vorrebbe portare a 250 franchi l’assegno per i figli e a 300 quello di formazione. Ora, visto il «tesoretto», è lecito aspettarsi qualche mossa politica. Nei corridoi di Palazzo delle Orsoline già si vocifera della possibilità di utilizzare parte del fondo per finanziare – senza incidere ulteriormente, almeno nel breve periodo, sui conti del Cantone – una o l’altra iniziativa. È chiaro, però, che se si decidesse di allocare la riserva per gli assegni per i figli, le resistenze non mancherebbero. Si tratterebbe infatti di un contributo «a innaffiatoio», di cui beneficerebbero tutti, anche le famiglie benestanti. Ma, come detto, è ancora presto per dare letture sicure: siamo solo all’inizio. Certo è che di questa riserva e di che cosa farne ne sentiremo ancora parlare.