Il timone del Rabadan nelle mani di un poliziotto

Non ha dovuto andare troppo lontano la società Rabadan per trovare il nuovo presidente. Ce l’aveva già in casa. E ciò dimostra la voglia di continuità nel solco della tradizione. È Giovanni Capoferri il timoniere del comitato organizzatore del carnevale di Bellinzona. La nomina è stata ratificata, all’unanimità, stasera in occasione dell’assemblea andata in scena nella sede di Carasso. Capitano della Polizia cantonale (è alla testa del Reparto Luganese della Gendarmeria della PolCa) ed attuale responsabile della sicurezza dei bagordi cittadini, succede a Flavio Petraglio che ha lasciato dopo quattro anni per dedicare più tempo alla famiglia e alla professione.
Il terzo cambio in due lustri
È il terzo presidente in meno di due lustri: dopo il direttore del Centro sportivo nazionale della gioventù di Tenero Bixio Caprara (2012-2017) e l’ingegnere Flavio Petraglio (settembre 2017-2021), i quali avevano anche un importante passato politico alle spalle (il primo siede tuttora in Gran Consiglio, il secondo è stato sindaco di Cadenazzo), il comando torna nelle mani di un uomo d’azione. Com’era stato il caso, in precedenza, con Tiziano Scolari e Decio Cavallini.
«Sono emozionato perché fin da piccolo ho la passione per il carnevale. Son ben consapevole della responsabilità, ma non ho timori», sono le prime parole di Giovanni Capoferri, che siede in comitato da sette anni. La «macchina» del Rabadan la conosce benissimo. Come detto in precedenza, è responsabile di uno dei settori più delicati della manifestazione bellinzonese. Ossia quello della sicurezza, per il quale in media annualmente il carnevale della capitale investe il 30% del budget di oltre 2 milioni di franchi. Il neotimoniere potrà fare affidamento su un comitato con alcuni avvicendamenti: una squadra giovane con la quale costruire i frizzi e lazzi del futuro.

Il commiato e l'emozione
«La prossima edizione si prospetta meno speciale (quella del 2021 si è chiusa con una perdita lorda di 135 mila franchi: a pesare sono i costi fissi pari a 150 mila; ndr), diversa dal Rabadan che tutti conoscono. Il futuro sarà impegnativo e pieno di nuove sfide. Anche Rabadan è in difficoltà finanziaria a causa del coronavirus, perciò abbiamo bisogno della vicinanza e dell’affetto di tutti». Nel suo discorso di commiato un emozionato Flavio Petraglio ha ripercorso i quattro anni alla testa della società cittadina. Gli ultimi 16 mesi sono stati indubbiamente i più difficili, segnati dall’emergenza sanitaria che ha portato all’annullamento dell’edizione 2021. Da notare che la società ha chiesto un contributo straordinario di 15 mila franchi alla Città per far fronte al disavanzo. Il Municipio, ha puntualizzato il vicesindaco Simone Gianini, sta facendo le sue valutazioni.
L'emergenza sanitaria lascia però più di un punto interrogativo pure sull'edizione del 2022. Si potrà svolgere normalmente? Negli scorsi giorni i vertici dei principali carnevali ticinesi hanno avuto un primo incontro con il Gruppo grandi eventi del Dipartimento delle istituzioni. Impossibile, però, allo stato attuale, prendere delle decisioni vincolanti. Verosimilmente si attenderà metà agosto-inizio settembre per fare una scelta. Ricordiamo, a mo’ d’esempio, in riferimento al Rabadan, che il 31 agosto scade il termine d’iscrizione per le guggen ed un mese dopo quello per i carri e i gruppi. Potrà essere o normale, o come quella del 2021 o ridotta (solo il capannone, ad esempio). «È un’incognita», ha tagliato corto Capoferri.
Sembra un orizzonte lontano, il prossimo febbraio, ma il tempo (già) stringe. E, oggi, regna molta incertezza (campagna di vaccinazione, passaporto vaccinale, scambio di dati fra Stati, eccetera). I carnevali più colpiti dal virus, in senso finanziario, sono stati nel 2020 quelli minori, gli ambrosiani. Ecco dunque che il Rabadan ha devoluto loro 20 mila franchi quale segno di vicinanza e attestazione di solidarietà.
La coppia salda sul trono
Cambia il presidente, ma non la coppia monarchica. Il sire Renato Dotta, in carica dal febbraio 2014, non ha nessuna intenzione di deporre scettro e corona. Anzi, pandemia permettendo, come ci ha confidato, non vede l’ora di tornare a sfilare lungo il viale Stazione nel corteo mascherato della domenica dopo un anno di forzata pausa. Resta sul trono, sul quale siede dal febbraio 2017, anche la regina Elisa Ghelmini. L’unica novità riguarda una delle quattro damigelle che compongono la Corte, Laura Losa, la quale rimane fedelissima al regno di Rabadan ma entra in comitato quale responsabile delle finanze.