Trasporti

Il tram ha i suoi «conducenti», ecco la società che gestirà i lavori

Su richiesta di Berna, il Cantone ha creato tramite la FLP una SA «figlia» che si occuperà del progetto fino alla sua consegna – Malumori fra gli azionisti del «trenino» – La frecciata di Zali all'Ufficio dei trasporti: «Scortesi a non aver accolto una nostra richiesta di incontro»
© Dipartimento del Territorio
Giuliano Gasperi
07.11.2023 19:15

Chi guida il tram? La governance del progetto destinato a cambiare i tempi e le geometrie della mobilità nel Luganese è un tema che finora era rimasto in secondo piano rispetto ad altri, come i tracciati del futuro mezzo pubblico e il groviglio di ricorsi che ha dovuto superare.

A portarlo sotto i riflettori, ufficialmente, è stato il consigliere di Stato Claudio Zali con una conferenza stampa avvenuta oggi a Palazzo delle orsoline, ma è nelle settimane e nei mesi scorsi che, a fari spenti, si sono materializzate le novità di cui parliamo ora e che sono all’origine di qualche malumore.

La Ferrovie Luganesi – SA che gestisce l’attuale linea Lugano-Ponte Tresa e il cui pacchetto azionario è detenuto per una metà dal Cantone e per l’altra dai Comuni della regione e da privati – ha liberato il capitale e compiuto i passi formali per costituire la RTTL: la società che «avrà il compiuto di organizzare e dirigere i lavori di tutte le componenti della nuova linea» come spiega il Dipartimento del territorio. In pratica gestirà l’opera fino alla sua consegna.

Con l’esperienza di AlpTransit

SA creata, amministratori nominati: il consiglio d’amministrazione è formato da Sabrina Aldi, che ne sarà presidente, Alex Farinelli, Paolo Beltraminelli, Riccardo De Gottardi e Matthias Neuenschwander. «Un novero di figure con competenze complementari – prosegue il DT – e dotate di un bagaglio di esperienze molto ampio in contesti pubblici, privati e politici, che è indispensabile per un progetto di questa portata». A dirigere l’azienda sarà invece l’ingegner Alberto Del Col, che per AlpTransit ha diretto la realizzazione del tunnel di base del Ceneri «maturando un’esperienza straordinaria in progetti infrastrutturali ferroviari».

Il «Ronaldo» di Zali

«Mi sento come Moratti (Massimo, ex presidente dell’Inter, ndr) quando annunciava l’acquisto di Ronaldo (Luis Nazario Da Lima, uno dei giocatori di calcio più forti della storia, ndr)». Ronaldo, per Zali, è Del Col.

«Il paragone mi emoziona» ha detto l’ingegnere, che dovrà seguire ogni aspetto della costruzione della rete tram. «Studierò subito tutti i documenti per definire le priorità, poi bisognerà allestire una proposta di programma operativo e pensare ai mandati per acquisire tutte quelle competenze necessarie a completare l’opera. La mia visione – ha concluso Del Col – è garantire la massima attenzione al rispetto dei contratti, dei tempi, dei costi e della qualità che dovrà avere l’infrastruttura».

Sono emozionato e pronto a partire: studierò subito tutta la documentazione per definire le priorità
Alberto Del Col, direttore della RTTL SA

Sgarbo federale

«Veder iniziare i lavori è un mio desiderio ardente» ha commentato Zali, che poi ha spiegato la genesi della RTTL. «Ho sempre dato per scontato che sarebbe stato il Cantone a sovrintendere l’opera. Era chiaro per tutti, compresa la FLP (la Ferrovie Luganesi SA, ndr). Poi, come un fulmine a ciel sereno, è arrivato un rapporto con cui l’Ufficio federale dei trasporti ha detto no, così non va bene, i lavori devono essere gestiti o dalla FLP, o da una società creata ad hoc». Come ha fatto la Confederazione per AlpTransit. «Abbiamo chiesto un incontro con l’ufficio, ma non ci è stato concesso, ed è stato un gesto di grande scortesia. Così, per non accumulare ritardi, ci siamo adeguati e abbiamo optato per la nuova SA».

Maggioranza assoluta

Ed eccoci ai malumori di cui accennavamo in precedenza. La costituzione della RTTL è legata a doppio filo a una modifica degli statuti della società «mamma», la Ferrovie Luganesi: l’aumento da 7 a 9 del numero di membri del consiglio d’amministrazione, con l’aggiunta di due rappresentanti del Cantone.

Palazzo delle Orsoline così avrebbe un controllo maggiore delle due società (la mamma, ma soprattutto la figlia) passando dai tre delegati attuali a cinque. Passerebbe in pratica da una maggioranza relativa a una maggioranza assoluta. Il cambiamento è stato ratificato dal CdA attuale lo scorso ottobre ma non ancora dall’assemblea, che è prevista per questa sera, e alcuni azionisti – non sappiamo quanti – non l’hanno presa molto bene: sia il cambiamento in sé, sia il fatto che il Cantone ha organizzato una conferenza stampa prima di confrontarsi con l’assemblea.

Chi paga comanda

A questo proposito, l’attuale presidente della FLP Roberto Citterio, presente oggi in conferenza stampa, dopo aver ringraziato il Cantone per quanto fatto finora nella gestione del progetto, ha ritenuto «giusto che chi mette più soldi nella società sia più rappresentato» e che l’autorità superiore voglia «sapere cosa succede nella nuova società». A livello numerico, le possibilità erano due: scendere da 7 membri a 5 o salire da 7 a 9.

«Attuare la prima opzione sarebbe stato più semplice, ma non volevamo penalizzare gli azionisti privati e i Comuni: sarebbe stato poco elegante». Così ha prevalso l’idea di un «super CdA» da nove membri. Se ne parlerà stasera in assemblea.

La conferenza stampa sulla RTTL è stata anche l’occasione per fare il punto sull’avanzamento dell’opera e i reclami, più o meno «pesanti», che lo stanno frenando. Il Cantone, a questo proposito, ha espresso soddisfazione per la diminuzione del numero di opposizioni pendenti: delle 115 presentate al momento della pubblicazione del progetto definitivo, ne sono rimaste 5. Una riduzione «resa possibile da un intenso lavoro di conciliazione svolto negli ultimi mesi dai tecnici cantonali che, attraverso un centinaio di incontri, hanno cercato di accogliere le varie richieste degli opponenti», come sottolineato dal Dipartimento del Territorio. «La portata delle cinque opposizioni rimanenti», che ora sono dei ricorsi e si trovano sul tavolo del Tribunale amministrativo federale, secondo l’autorità «non è tale da far pensare che avranno un impatto significativo sull’avanzamento del progetto». «Non voglio anticipare nulla – ha commentato Zali – ma mi sento di dire che questi ricorsi non possano mettere in discussione l’interesse pubblico dell’opera e quindi fermare la sua realizzazione. Un ricorrente, ad esempio, chiede che una stazione venga coperta da una pensilina non prevista dal progetto; un altro si lamenta perché fuori da casa sua ci sono i binari, ma è una situazione già esistente; un altro si oppone perché gli verrà portata via una striscia di giardino: sono questioni marginali che richiederanno il tempo necessario, poi si arriverà all’approvazione definitiva».