Trasporti

Il voto compatto del Locarnese affossa il nuovo nodo intermodale

Bocciato per sole 102 schede a livello cantonale il credito di 6,7 milioni di franchi votato dal Gran Consiglio per il terminale dei bus alla stazione ferroviaria della Città sul Verbano - Varini : «Varianti scartate da riesaminare subito» - Gilardi: «Non sarà facile né rapido trovare una soluzione alternativa»
©Chiara Zocchetti
Spartaco De Bernardi
15.06.2025 19:00

La cartina riportata sul sito dell’Amministrazione cantonale già alle 13 era tutta colorata. Ed attorno all’ormai bocciato nodo intermodale della stazione ferroviaria di Locarno a dominare era il rosso. Segno inequivocabile del NO espresso alle urne dalle cittadine e dai cittadini dell’agglomerato locarnese al credito di 7,1 milioni di franchi votato il 17 settembre scorso dal Gran Consiglio, su di una spesa totale di 16,6 milioni, per la realizzazione dell’opera. Una valanga di voti contrari che né la città di Bellinzona, con il 55% di SÌ, né quella di Lugano, con i consensi che hanno raggiunto 52,15%, sono riuscite a ribaltare. Se a livello globale, ossia considerando il dato cantonale, la differenza è di soli 102 voti a favore del NO (33,723, ossia il 50,08% del totale, contro 33.621, che corrispondono al 49.92% di schede favorevoli), a livello locale la bocciatura è stata più marcata. A Muralto, Comune che avrebbe dovuto ospitare la nuova pensilina alla quale i bus sarebbero dovuti accedere transitando su viale Cattori, i voti contrari hanno raggiunto quota 61,5% con una partecipazione del 56,5%, di gran lunga e comprensibilmente la più elevata dell’intero cantone. A Locarno la riorganizzazione del comparto della stazione è stata bocciata dal 52,6% dei votanti. I NO hanno raggiunto il 60% a Minusio e Lavertezzo, mentre ad Ascona, Gordola, Losone i contrari sono stati attorno al 57%. In questa occasione non ci si può dunque lamentare del fatto che, come invece era avvenuto ad esempio per la votazione cantonale per la Variante 95 del collegamento autostradale tra l’A2 e l’A13, a decidere dell’aspetto futuro del comparto dello scalo ferroviario locarnese sia stato il resto del Ticino e non la regione direttamente interessata. Una chiara opposizione al progetto da parte degli altri poli ticinesi è giunta solo da Chiasso con il 55.6% di voti contrari. Tornando a nord del Monte Ceneri, gli unici Comuni di medie dimensioni del Locarnese e delle sue valli ad aver approvato il credito sono stati Gambarogno e Maggia. I SÌ hanno prevalso anche nel resto della Vallemaggia, ad eccezione di Avegno e Linescio, ma non in Verzasca ed in Onsernone.

«La politica ne esce sconfitta»

«La grande perdente è la politica. Ha fatto un gran baccano per propagandare un progetto raffazzonato e che, oltre rovinare una parte pregiata del nostro Comune, non risolveva nulla», è il commento di Gian-Luigi Varini, consigliere comunale di Muralto Democratica e tra i promotori del referendum. Secondo Varini ci si dovrà subito rimettere attorno ad un tavolo e rielaborare una delle varianti scartate, in particolare quella denominata 1A, in modo da risolvere le vere criticità che presenta oggi il comparto della stazione FFS di Locarno, in primis l’attraversamento pedonale di via della Stazione. Soddisfatta dall’esito del voto anche la sezione ticinese dell’UDC, nella cui nota stampa si può leggere tra le righe una bocciatura politica nei confronti del direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali. Secondo i democentristi il risultato di oggi «conferma come le decisioni uscite dal Gran Consiglio siano spesso frutto di logiche di partito, che il popolo può correggere tramite strumenti quali il referendum, in tutte le sue forme». Il progetto del nodo intermodale «lavorato dal Dipartimento del Territorio», rammenta il partito del presidente Piero Marchesi, «comportava più disagi che benefici. L’infrastruttura prevista non affrontava realmente i problemi della mobilità regionale e non snelliva certamente la viabilità attorno alla stazione. Questo progetto, calato dall’alto dopo oltre 10 anni di elaborazione e ritardi, rischiava di trasformare uno dei quartieri più pregiati del territorio urbano in un flusso di traffico intenso».

Si profilano tempi lunghi

«Bisogna innanzitutto prendere coscienza del fatto che il tema della votazione ha mobilitato poche persone» commenta il sindaco di Muralto Stefano Gilardi, riferendosi alla partecipazione al voto che, fatta eccezione per il suo Comune, è stata alquanto bassa. «Fa specie - continua Gilardi - constatare che siano stati proprio i votanti del Locarnese a decidere di privarsi di un sussidio per un’opera che li tocca da vicino. Ora sarà difficile trovare una soluzione alternativa che in ogni caso non arriverà celermente». Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso il Consiglio di Stato. «Alla luce della decisione della popolazione ticinese, occorrerà ora valutare come procedere: il Governo, come ampiamente chiarito nel corso della campagna di avvicinamento al voto, precisa tuttavia che non è pensabile individuare una nuova soluzione nel breve e medio termine». Una soluzione che va comunque trovata, secondo la granconsigliera socialista Cristina Zanini Barzaghi, affinché anche Locarno possa dotarsi di un’infrastruttura indispensabile per la rete dei trasporti della cosiddetta Città-Ticino. Sul fatto che proprio il Locarnese abbia bocciato il progetto, la rappresentante del comitato per il SÌ ritiene che, forse, l’impegno locale a favore del SÌ sia stato un po’ troppo blando. Comitato secondo il quale il risultato di oggi «non deve essere letto come un no alla mobilità sostenibile, ma come un’espressione di preoccupazioni che vanno comprese e ascoltate». Ora ci troviamo nuovamente ai piedi della scala e trovare un’altra soluzione sarà difficile e richiederà molto tempo. Infatti a differenza di quanto prospettato dai referendisti non ci sono piani B realizzabili subito» Da qui l’invito a tutte le parti coinvolte a riprendere nuovamente il dialogo per individuare soluzioni credibili e condivise. Il Comitato da parte sua, dopo aver ringraziato le altre regioni che hanno sostenuto il nodo intermodale alla stazione di Locarno, assicura di voler continuare ad impegnarsi per un Locarnese più connesso, accessibile e attrattivo.