Mobilità sostenibile

Incentivi, è dietrofront sulle auto elettriche

La Commissione ambiente propone al Gran Consiglio di riorientare completamente il credito a favore dell’installazione di sistemi di ricarica a domicilio o presso i datori di lavoro - Il voto tra due settimane - Eolo Alberti (Lega): «Gli automobilisti acquistano comunque questi veicoli, meglio aiutarli con le colonnine»
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
06.10.2022 06:00

Con ogni probabilità nei prossimi anni in Ticino ci sarà un deciso cambio di marcia sugli incentivi per le automobili elettriche. Fra due settimane il Gran Consiglio sarà chiamato a esprimersi sul credito di 11 milioni richiesto dal Governo per incentivare la mobilità elettrica nel nostro cantone. Un credito che, nella proposta dell’Esecutivo datata 7 luglio 2021, doveva essere ripartito con i seguenti incentivi: 6 milioni per l’acquisto di veicoli elettrici; 1,5 milioni per l’acquisto di motoveicoli elettrici; 1,5 milioni per l’installazione di sistemi di ricarica a domicilio o presso i datori di lavoro; 2 milioni per la messa fuori servizio di veicoli altamente inquinanti.

Ora, però, stando al rapporto recentemente firmato dalla Commissione ambiente, territorio ed energia, il Parlamento prenderà probabilmente una strada diversa. I sei milioni destinati all’acquisto di vetture elettriche saranno tutti riorientati per incentivare l’installazione dei sistemi di ricarica. Detto altrimenti: zero incentivi per le auto elettriche e molti più soldi (7,5 milioni) per le colonnine.

Dal primo al secondo credito

Prima di spiegare le ragioni di questo «cambio di marcia», facciamo un passo indietro. Quattro anni fa, lo stesso Gran Consiglio ha approvato un primo credito di 3 milioni di franchi destinato a incentivare l’acquisto di veicoli elettrici e lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica (domestica e sul posto di lavoro). Un credito che ha sin da subito suscitato molto interesse tra la popolazione e si è esaurito nel giro di un paio d’anni, spingendo quindi il Governo a riproporre il tema, ampliandone i contenuti. In questo senso, il Consiglio di Stato lo scorso anno ha proposto di stanziare 11 milioni (quasi quattro volte il primo credito), dedicando ben sei milioni agli incentivi per acquistare una vettura elettrica.

A questo punto, però, come ci spiega il relatore del rapporto Eolo Alberti (Lega), la Commissione ambiente, territorio ed energia, approfondendo la tematica ha deciso per un netto cambio di paradigma: «Abbiamo notato che moltissimi automobilisti hanno acquistato una vettura elettrica a prescindere dalla presenza (o meno) dell’incentivo cantonale. La loro scelta non era dettata dalla convenienza economica. Al contrario, però, da più parti ci è arrivata l’indicazione sul fatto che molti automobilisti che hanno rinunciato all’acquisto di un’automobile elettrica lo hanno fatto per l’impossibilità di poter usufruire di una colonnina di ricarica». A questo proposito, Alberti cita «chi vive in un condominio, oppure chi ha un’abitazione nel nucleo di un paesino». In questi casi, spiega il relatore, «spesso semplicemente non hanno la possibilità di ricaricare una vettura elettrica. Ed ecco perché – chiosa Alberti – dopo lunghe discussioni abbiamo optato per questo cambio di paradigma».

Un cambio di paradigma che, stando a quanto scritto nel rapporto commissionale, è stato accolto in maniera positiva anche dal Governo, il quale si è detto «favorevole a spostare parte di questo credito» a favore degli incentivi per le strutture di ricarica.

Il cambiamento, inoltre, sarà con ogni probabilità accolto con favore dall’Unione professionale dell’automobile (UPSA). Nel rapporto viene infatti spiegato che la Commissione ha «preso atto della contrarietà espressa con vigore dall’UPSA». Questa misura, viene ricordato, «prevede che per l’acquisto di un’auto totalmente elettrica sia versato un contributo di 2.000 franchi al quale “si andrà ad aggiungere un importo di almeno pari entità concesso dall’importatore e/o dal concessionario ufficiale”». E in questo senso l’associazione, in una sua presa di posizione inviata alla Commissione, non ha mancato di evidenziare «i margini esigui imposti da un mercato in difficoltà». Ma non solo: UPSA ha pure criticato «la disparità di trattamento con altri settori che beneficiano di sussidi cantonali, il limite di 60.000 franchi del prezzo d’acquisto delle automobili completamente elettriche entro il quale poter ricevere il sussidio, l’esclusione degli autofurgoni dalla lista dei veicoli beneficiari, il limite di un solo veicolo per proprietario, l’esclusione dei veicoli di dimostrazione, la poca chiarezza relativamente alla messa fuori servizio di veicoli altamente inquinanti e l’esclusione anche dei veicoli ibridi». Insomma, anche per il mondo dell’automobile occorreva una cambio di passo.