Il punto

Infermieri in fuga, l'Italia lancia l'allarme

Il Ticino ha bisogno di personale sanitario e le zone a ridosso del confine rappresentano un serbatoio da cui attingere – Il presidente di OPI Varese Aurelio Filippini: «Nel 2022, per la prima volta, i nostri numeri sono stati negativi»
© CdT/Gabriele Putzu
Fabrizio Barabesi
24.04.2023 06:00

Il grande tema dei lavoratori italiani in marcia verso la Svizzera ha uno dei suoi passaggi “caldi”, spesso oggetto di un acceso dibattito, quando si parla del mondo sanitario. Da sempre, il Ticino ha bisogno di medici e infermieri; e da sempre la vicina Italia, a partire dalle zone a ridosso del confine, rappresenta un serbatoio da cui attingere. Alcuni numeri inquadrano il fenomeno, in continua espansione: tra il 2021 e il 2022, le stime parlano di 250 infermieri formati in provincia di Varese e passati poi a lavorare in Svizzera. E la tendenza sembra puntare ancora più in alto.

La preoccupazione per questa realtà sempre più a rischio viene ancora una volta sottolineata da Aurelio Filippini, presidente di OPI Varese (Ordine delle professioni infermieristiche). il quale utilizza anche un altro elemento per far comprendere la situazione. «Per la prima volta, l’anno scorso, abbiamo chiuso in negativo, cioè abbiamo avuto più cancellazioni per pensionamenti o allontanamenti, anche in direzione Svizzera, che nuovi iscritti - dice - Ovviamente, ci troviamo in una zona molto critica: il sistema sanitario svizzero soffre, così come il nostro, e sta facendo man bassa di professionisti puntando su migliori condizioni economiche. Anche il privato sta effettuando una discreta concorrenza». In questo caso, le cifre assumono sempre più rilevanza. «Nel 2022 abbiamo avuto 350 cancellazioni mentre la media è generalmente di 150 - aggiunge Filippini - Non si tratta solo di professionisti in partenza per la Svizzera, ma il fenomeno si sta intensificando». La sfida, sul fronte italiano, è dunque «far capire ai giovani le potenzialità di questa professione. Io amo il mio lavoro e conosco con quanta passione affrontino le sfide quotidiane tutti gli infermieri», dice il presidente di OPI Varese.

Sul tema, assai complesso, si deve quindi necessariamente intervenire. «Ovviamente Regione e Stato devono mettere a disposizione strumenti per contrastare la fuga verso la Svizzera. Le possibilità sono molteplici, ad esempio gli incentivi in denaro o le indennità di confine, e sono periodicamente discusse, sia a livello locale sia nazionale. Proprio in questi giorni abbiamo parlato delle criticità in una riunione periodica che si svolge in Prefettura a Varese, assieme anche all’Ordine dei medici».