Inflazione

La lista dei rincari che colpiscono famiglie e cittadini

Le principali voci di spesa continueranno a crescere anche il prossimo anno - Energia, affitto, alimenti e cassa malati: ecco un rapido confronto sull’evoluzione dei prezzi - Nel 2024 un’economia domestica tipo spenderà per l’assicurazione malattia 15 mila franchi
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Francesco Pellegrinelli
28.09.2023 06:00

Ci risiamo. La conta però è doverosa. Sì, perché la corsa dei prezzi continuerà - con paralizzante agilità - anche nel 2024. L’ultima temuta voce è stata annunciata martedì dall’Ufficio federale della sanità pubblica. In Ticino i premi di cassa malati aumenteranno mediamente del 10,5%. Stangata. Anzi «doppia stangata», per dirla con le parole del consigliere di Stato Raffaele De Rosa, che martedì ricordava come in soli due anni i premi di cassa malati in Ticino siano aumentati di quasi il 20%. Secondo i calcoli dell’UFSP il premio medio mensile per gli adulti in Ticino raggiungerà 502,20 franchi, con un rincaro di 46,20 franchi, ossia 562,80 franchi all’anno. Fatti due conti, per una famiglia tipo di quattro persone, composta da due adulti e due minorenni, il maggiore onere per il 2024 sarà di 1.400 franchi. Nel 2023, il rincaro per lo stesso nucleo familiare era stato di 1.150 franchi. Quanto basta per condizionare profondamente un bilancio familiare. La doppia stangata è servita: 2.550 franchi di rincaro in soli due anni. Ancora una cifra, l’ultima. Per la copertura dell’assicurazione malattia del 2024 questa famiglia tipo spenderà mediamente 15.000 franchi.

Occhio alla presa

Cifre da brividi a cui bisogna aggiungere anche quelle della bolletta elettrica. Accendere la luce, nel 2024, costerà di più. Piccola premessa: in realtà gli aumenti sulle tariffe elettriche (applicate dal 1. gennaio) in Ticino variano molto. Tra i fornitori poi c’è anche chi ha deciso di non ritoccare affatto i costi. Ad ogni modo, la tariffa mediana cantonale del 2024, per un’economia domestica assimilabile a un appartamento, sarà di 31,84 cts/kWh. Nel 2023 era di 28,52 cts/kWh. In soldoni? Per un appartamento con un consumo annuo di circa 4.500 kWh, la spesa complessiva sarà di 1.430 franchi, con un aumento netto di circa 150 franchi rispetto al 2023, anno che ha fatto segnare un rincaro medio di 300 franchi. Le cifre poi prendono l’ascensore se al posto dell’appartamento inseriamo una casa monofamiliare con la termopompa (13.000 kWh di consumo annuo). In questo caso, la tariffa mediana applicata in Ticino per questa categoria di consumo per il 2024 è di 28,87 cts/kWh. La bolletta finale in questo caso è di 3.753 franchi con un rincaro di circa 400 franchi rispetto al 2023, quando l’aumento medio rispetto al 2022 è stato di 885 franchi. Su due anni, un vero salasso.

Casa dolce casa?

Dalla parte al tutto: dalla presa alla casa. Anche in questo caso c’è da rimanere scottati. Iniziamo dagli affitti, in assoluto la voce di spesa maggiore per un nucleo familiare. La novità del 2023 è l’aumento dal 1. giugno del tasso ipotecario di riferimento passato - dopo anni di stabilità - dall’1,25% all’1,50%. Una correzione dello 0,25% che per legge permette ai proprietari, a determinate condizioni, di aumentare le pigioni del 3%. Il tasso, ricordiamo, viene aggiornato ogni trimestre e rappresenta il barometro dell’evoluzione delle pigioni. In generale, l’aumento degli affitti in relazione al tasso di riferimento è possibile solo nel caso in cui il contratto di affitto è basato su un tasso inferiore a quello attuale. Teoria a parte, il rincaro per questa categoria è meno quantificabile e decisamente più mobile, nel senso che varia molto da caso a caso. I dati più recenti (agosto 2023) indicano tuttavia per il Ticino un rincaro delle pigioni di quasi il 4% su base annua. È tuttavia importante sottolineare che la variazione (elaborata dal portale Homegate in collaborazione con la Banca cantonale di Zurigo) riguarda unicamente le pigioni degli appartamenti nuovi o nuovamente affittati. Sempre secondo la statistica, Lugano è la seconda città svizzera, dopo Zurigo (+10,2%) ad aver registrato l’incremento di pigioni maggiore (+4,8%).

Per i proprietari d’immobili, invece, la situazione non è migliore, anzi. Chi dovrà rifinanziare nel 2024 il proprio mutuo dovrà fare i conti con un tasso ipotecario triplicato. Varrà, per questa voce di spesa, il confronto con gennaio 2021, quando il tasso fisso a 5 anni si aggirava attorno all’1%. Dopo l’ultima correzione della BNS (giugno 2023), il tasso ipotecario medio sulla piazza cantonale, a 5 anni, si è assestato in una forchetta tra il 2,7% e il 3%. Se prima un proprietario di casa pagava 600 franchi di ipoteca, nel 2024, probabilmente, si troverà a doverne sborsare circa 1.800 franchi. Qui, il rincaro ipotetico è addirittura di 1.200 franchi al mese.

Più vuoto ma più pesante

Indovinello: che cos’è quell’oggetto che nell’ultimo anno si è svuotato eppure è diventato più pesante? Lo avete capito: il carrello della spesa. Secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica, l’inflazione alimentare ad agosto segnava ancora un cospicuo +4,1%, a fronte di un’inflazione generale scesa all’1,6%.Detto altrimenti: l’inflazione nel suo insieme è diminuita, il costo della spesa no. I prodotti alimentari continuano a pesare in modo sostanziale sul portafoglio delle famiglie svizzere. Qualche esempio? Il prezzo del pane rispetto ad agosto 2022 è cresciuto del 6,7%; la pizza del 10,2%; il latte del 6,5%; la verdura fresca del 5,8%. Insomma, se l’inflazione generale si è attenuata, quella alimentare invece fatica a tornare nei ranghi. In linea teorica: per un confronto su base annua, possiamo immaginare che una famiglia, ad agosto 2022, spendeva 1.200 franchi di spesa al mese. Ora, per avere il medesimo carrello, ad agosto 2023, la stessa famiglia dovrebbe spendere 48 franchi in più. Ciò che corrisponde, sull’intero anno, a un maggiore costo di circa 600 franchi.

I conti della serva

Si tratta chiaramente dei conti della serva. Anche un po’ distratta visto che nel paniere dell’indice dei prezzi - oltre ai prodotti alimentari, all’energia e agli affitti - andrebbero inserite molte altre voci, come la benzina o i mezzi di trasporto. E la cassa malati. Tutte voci che nel 2023 hanno conosciuto un ritocco verso l’alto e che ora faticano a tornare ai livelli pre-pandemia. Una cosa è certa, anche nel 2024 il potere d’acquisto di famiglie e popolazione sarà messo a dura prova. A parità di compensazione salariale, l’erosione sarà anche superiore tenuto conto che i rincari previsti per il nuovo anno si sommano a quelli registrati nel 2023. Di qui l’importanza di eventuali adeguamenti. Ma le opinioni sul tema, sappiamo, divergono.

«Adeguare i salari? I costi sono cresciuti»

«Il tasso di rincaro in Svizzera dovrebbe assestarsi alla fine di quest’anno al di sotto del 2%». Secondo il direttore di AITI, Stefano Modenini, «è quindi escluso che le aziende possano concedere un aumento generalizzato dei salari del 5 % come richiesto dai sindacati». Più realisticamente, osserva il direttore di AITI, vi saranno aumenti fra l’1 e il 2-3 % secondo i settori, in base alla situazione economica delle imprese e aumenti singoli in base al merito. «I costi a carico delle aziende negli ultimi anni sono aumentati notevolmente», fa notare il direttore di AITI che pertanto conclude: «Di più non è lecito pretendere da loro». Sul fronte opposto, il sindacato UNIA: «Il 5% è determinato sommando il rincaro previsto per quest’anno, il recupero dei rincari precedenti e un aumento dell’1% come ridistribuzione degli importanti aumenti di produttività», osserva il segretario regionale Giangiorgio Gargantini . «I costi delle casse malati non sono inseriti nell’indice dei prezzi al consumo utilizzato per calcolare il rincaro, appare pertanto evidente che questi aumenti sono il minimo indispensabile». Secondo Gargantini, un aumento generalizzato dei salari non è solo necessario ma urgente: «Si tratta di una questione di giustizia e responsabilità sociale».