Lugano

La porta sbattuta si riapre: Bertini nel direttivo del PLR

Sorprendente ritorno tra le fila dei liberali radicali luganesi, «ma escludo qualsiasi candidatura» - Le delusioni che avevano portato l’ex vicesindaco a lasciare il Municipio non sono ancora smaltite
©CdT/Chiara Zocchetti
Giuliano Gasperi
12.05.2022 22:13

Ancora tu... – cantava Lucio Battisti – Ma non dovevamo vederci più?». Era il 7 gennaio del 2020 quando Michele Bertini comunicava la sua decisione di lasciare il Municipio creando un terremoto nel PLR e un po’ in tutta la politica cittadina. Una decisione che diceva essere «legata a scelte personali», ma influenzata dal «clima negativo all’interno del partito, soprattutto a Lugano». Parole pesanti. Parole che – come scrivevamo ieri ricordando per puro caso quel brusco addio – riecheggiano ancora nei discorsi sulla situazione dei liberali radicali. Avreste mai pensato che Bertini, solo due anni dopo, sarebbe tornato nell’arena politica luganese? Proprio così. Come annunciato questa sera a Pregassona durante l’assemblea della sezione dal presidente Paolo Morel, l’ex municipale farà parte del direttivo del PLR di Lugano.

Dice no, però...

Il direttivo ha una trentina di membri e alcuni posti erano rimasti vacanti. I nuovi sono Luca Cattaneo, Emanuela Ravetta-Ruini, Tobiolo Gianella, Walter Lisetto, Andrea Gehri e appunto Michele Bertini, che ha ricevuto un applauso un po’ più intenso rispetto agli altri. L’averlo riportato a casa è un colpo del presidente Morel, in carica da gennaio. Ma ora arriva la domanda più importante. Quello che era considerato l’enfant prodige del PLR – colpì la sua rapida ascesa dall’elezione in Consiglio comunale, superando diversi senatori, a un emozionante testa a testa con l’allora sindaco Marco Borradori, passando per un’altrettanto brillante votazione per il Consiglio di Stato – si fermerà al direttivo? O questo, per la gioia degli appassionati di politica, è solo un passo intermedio verso un ritorno fra i candidati al Municipio? Morel non lo nega:ci spera. Bertini però frena. «Escludo qualsiasi forma di candidatura». Le delusioni di due anni fa sono ancora vive: è evidente, parlandoci. «Nel mio animo – dice – mi sento da sempre liberale, e malgrado le ferite sono grato al partito, che non ho mai pensato di cambiare. Senza l’esperienza che mi ha concesso, non sarei il Michele che sono ora». Ma ciò non sembra sufficiente per un ritorno in lista. Però nel direttivo è entrato: scenario inimmaginabile due anni fa. Di certo ha influito il buon feeling con il nuovo presidente, mentre con il precedente, Guido Tognola, non era così. «Apprezzo l’attività di Morel e del suo ufficio presidenziale» ha concluso Bertini. Basterà?

Signorilità d’altri tempi

L’applauso più intenso, comunque, non è stato quello a Bertini. L’ha ricevuto Giancarlo Re, che ha lasciato il direttivo dopo averne fatto parte per cinquantotto anni, mentre sono quarantacinque quelli trascorsi in Consiglio comunale. Morel ha reso omaggio alla sua signorilità d’altri tempi e al fatto che non volesse essere ringraziato in pubblico. «Sono io che ringrazio il PLR. Mi sono chiesto se a ottantaquattro anni fosse ancora il caso di farmi rinominare: sono qui dalla preistoria del partito... No – ha concluso commosso – stavolta lascio».