La stangata? «In Ticino (anche) un problema d’offerta»

In Ticino è arrivata l'ennesima stangata sui premi di cassa malati. E nuovamente il nostro Cantone è il più colpito dall'aumento. Per cercare di capire quali sono alcuni dei meccanismi alla base di questa tendenza, ne abbiamo parlato con il ricercatore in economia della sanità presso la SUPSI, Igor Francetic.
Quali sono, in generale, i principali
fattori che portano a questo importante aumento?
«A livello generale i fattori da citare
sono essenzialmente tre: la demografia (che in Ticino è particolarmente
impattante); la tecnologia medica di punta (che tipicamente fa aumentare il
prezzo unitario dei macchinari molto più di quanto in realtà aumentino i
benefici per i pazienti); e poi c’è un trend globale per il quale la spesa
sanitaria cresce in maniera più che proporzionale rispetto all’aumento del PIL.
Ossia: con il benessere, la sanità è uno di quei servizi che aumenta di più
rispetto ad altri servizi di consumo».
E per il Ticino, quali sono i fattori
principali ?
«Banalmente, come dicevo, la sua struttura
demografica. Ma giustificare l’aumento in Ticino utilizzando solo questo
argomento equivale un po’ ad arrampicarsi sugli specchi. In Ticino c’è anche un
problema nel sistema d’offerta. Se ci si domanda quali categorie sono aumentate
di più rispetto al resto del Paese, la risposta è praticamente tutte. La
struttura demografica ticinese non è cambiata tanto da giustificare un aumento
simile rispetto agli altri Cantoni, specialmente distribuito su tutte le
categorie. E quindi c’è un anche un problema nel sistema d’offerta. Una spia
d’allarme potrebbe essere, ad esempio, quella degli infermieri indipendenti.
Che in Ticino, rispetto alla Svizzera, sono aumentati in maniera molto
importante. Mentre nel settore ospedaliero il Ticino riesce a tenere sotto
controllo l’offerta, in altri settori il Cantone è meno efficace. Quello del
settore delle cure a domicilio è quindi un segnale: occorre cercare di tenere
sotto controllo quella parte d’offerta sanitaria. Un primo segnale è arrivato
con la moratoria recentemente approvata dal Gran Consiglio sugli Spitex, ma i
risultati li vedremo solo tra qualche anno. Ecco, l’assenza di quelle moratoria
e di altre misure analoghe spiegano, in parte, il continuo aumento che si è
registrato in Ticino negli ultimi anni. Anche perché, va detto, 15 anni fa non
eravamo in questa situazione: ci siamo arrivati. E oggi in tutte le categorie
siamo primi in classifica per spesa per assicurato nel confronto con gli altri Cantoni.
Nanni Nei primi anni Duemila non era così».
Ma quindi in Ticino c’è troppa offerta? E
questa a sua volta spinge la domanda?
«È sempre molto difficile stabilire quale
sia il giusto fabbisogno di sanità. Ma i dati indicano chiaramente che in
Ticino c’è un eccesso di offerta, specialmente in alcuni ambiti, che
naturalmente a sua volta crea una domanda».
E che cosa dire dei prezzi della sanità in
Svizzera? È normale sia tutto più caro semplicemente perché «siamo in
Svizzera», oppure c’è un problema su questo fronte?
«Nel confronto OCSE la Svizzera è prima per
prezzi nel settore della sanità. Come noto vale per i farmaci, ma anche per
tutti gli altri servizi sanitari. Ed è la più cara tra i Paesi OCSE anche a
parità di potere d’acquisto. Specie in alcune categorie, il prezzo è già alto
di partenza. In più, se si aggiunge l’inflazione registrata negli ultimi anni,
questa causa un impatto ancor più importante sulla spesa sanitaria. In generale
si può quindi dire che, come dicevamo, in Svizzera c’è problema di quantità
(legato all’offerta), ma anche un problema di prezzi».
Spesso Berna e Bellinzona si «rimpallano»
le responsabilità su chi debba agire per contenere l’aumento dei costi. Ma chi
ha ragione tra i due?
«Occorre premettere che in Svizzera far
passare qualsiasi riforma è molto difficile proprio perché tutti i gruppi
d’interesse hanno la loro voce e possono rallentare le riforme. Ci sono molti modi
per rallentare o fermare i cambiamenti che potrebbero frenare l’aumento dei
costi . Questo sia a livello nazionale che cantonale. Un esempio di casa
nostra è il ricorso dell’Ordine dei medici del Cantone Ticino contro la
riduzione di 2 centesimi del punto Tarmed per le prestazioni ambulatoriali in
studi medici. Detto ciò, i Cantoni hanno sicuramente un margine di manovra. E
quei margini di manovra non sono sfruttati appieno».


