Brusino Arsizio

L’elettricità di casa passa anche sotto al lago

Tecnici all’opera per sostituire i cavi che trasportano l’elettricità sui fondali del Ceresio – Un collegamento, quello creato tra Morcote e Brusino Arsizio, realizzato negli anni ‘80 del secolo scorso, poi raddoppiato nel 2008 – I lavori interessano le strutture di Swissgrid e FFS
© CdT / Chiara Zocchetti
Stefano Lippmann
04.06.2025 06:00

Balza subito all’occhio l’imponente bobina blu, posta qualche metro a lato della cantonale che porta al valico di Brusino Arsizio. Il tubo avvolto piano piano si srotola: un macchinario lo spinge e un operaio si occupa di ingrassarlo. Il serpentone nero scompare sotto terra. O meglio, sotto al lago Ceresio. Dall’altra parte infatti, all’altezza di Morcote, in un cantiere simile è all’opera un argano che facilita, appunto, l’operazione. Quanto sta avvenendo tra Brusino e Morcote è più vicino alla nostra quotidianità di quanto si possa pensare. In questi giorni Swissgrid e le FFS stanno sostituendo – detto in parole povere – i cavi dell’elettricità che scorrono sotto al lago. Quelli, per intenderci, che ci permettono di avere la luce in casa, l’elettricità.

Quarant’anni dopo

Bisogna tornare agli anni ‘80, decade durante la quale si decise di realizzare il collegamento sotto al lago. Un’opera allora pionieristica e che oggi, sul nostro territorio, non è usuale. Allora si decise di «unire» le due sponde del lago: dalla linea aerea – ancora presente e operativa – si passa, tramite un «portale», a un breve tratto interrato fino a «passare» sotto al lago. «Il punto più profondo dove passano i tubi con all’interno i cavi – ci ha spiegato questa mattina il capopogretto Swissgrid Mauro Dolfini – è all’incirca a 60 metri». La prima linea sotto al Ceresio, come detto, è stata realizzata negli anni’80, una seconda – vista anche la bontà dell’opera – è stata costruita nel 2008. In questi giorni si sta mettendo mano a quella più datata perché – ha raccontato Dolfini – «la durata media di vita è di circa 40 anni». E, malgrado sia passata qualche decade, «i tubi sono ancora in ottime condizioni».

Sono giorni di intenso lavoro, tra le due sponde. E, come abbiamo tutti potuto notare, non si sono verificati blackout. Una banalità, si potrà pensare. In realtà dietro le quinte – lontano dalle nostre prese elettriche – c’è tutto un mondo «in rete», fatto anche di sistemi di ridondanza. Un esempio? La già citata linea realizzata nella stessa zona nel 2008 che la sera viene riattivata e garantisce l’approvvigionamento elettrico alle economie domestiche e non solo. Il resto lo fanno le altre linee presenti a sud di Mendrisio. Insomma, durante i lavori la corrente non è mancata e non mancherà.

A Brusino c’era anche Thomas Scholler, capoprogetto per le FFS. Pure le Ferrovie, infatti, trasportano elettricità utilizzando il sistema posato sul fondo del bacino lacustre. A lavori ultimati – il tracciato in cavo tra le due sponde è lungo all’incirca due chilometri e mezzo e il costo totale delle opere si aggira attorno ai 9,4 milioni di franchi – si procederà con la fase di test e, secondo il cronoprogramma, a metà agosto il trasporto di energia riprenderà anche sulla vecchia, ma rinnovata, linea degli anni ‘80.

La grande sfida

Il mondo dell’elettricità – vuoi anche per le sensibilità mutate – è di fronte a una grande sfida. «Il sistema sta vivendo il più grande cambiamento della storia» ha sottolineato il responsabile della comunicazione di Swissgrid Gabriele Crivelli. Basti pensare alla decarbonizzazione, alla decentralizzazione e alla spinta delle energie rinnovabili. Bisogna inoltre fare i conti «con l’evoluzione del fabbisogno energetico che è in costante aumento». Con diverse particolarità. Se da un lato il fabbisogno classico si stima possa diminuire nel corso degli anni, dall’altro bisogna considerare ad esempio la proliferazione dei data center e l’elettrificazione della mobilità. «Anche la produzione di energia evolve – ha evidenziato Crivelli –. In Svizzera un grande pilastro è l’idroelettrico, che aumenterà». In diminuzione, invece, sarà l’energia nucleare. In contrasto con l’energia solare che, stando alle stime, prenderà sempre più piede. Senza dimenticare la parte che faranno l’eolico e le centrali termiche.