Politica

L'interpellanza di Dadò: «Un misterioso incidente, è abuso di potere?»

Il deputato e presidente del Centro ha firmato un atto parlamentare nel quale rilancia le voci di un incidente che avrebbe coinvolto «un membro del Governo» – Gobbi: «Si parla di me, non ho provocato io l'incidente, ho chiamato io la polizia, al test probatorio sono risultato nella norma e non mi hanno ritirato la patente, altrimenti l'avrei detto e mi sarei scusato»
© CdT/Chiara Zocchetti
Red. Online
14.03.2024 08:42

Dopo le voci, circolate a lungo, l'interpellanza. L'atto parlamentare è stato firmato dal deputato nonché presidente del Centro, Fiorenzo Dadò, e il titolo è piuttosto eloquente: Un misterioso incidente, è abuso di potere?. Di nomi, nel testo, non ce ne sono. Dadò, restringendo più o meno il campo, parla di «membri del Consiglio di Stato». In questi mesi, scrive, «si è diffusa capillarmente sul territorio ticinese la voce di un sospetto atteggiamento di favore da parte della polizia verso una/un politica/o che parrebbe essere allarmante, in quanto lesivo dell’immagine delle Istituzioni e della relazione di fiducia Stato-cittadino». E ancora: la questione va «urgentemente verificata dal Governo e chiarita in modo ineccepibile». E questo perché, si legge nell’interpellanza, «la notizia indicherebbe che una o un non ben precisato rappresentante dello Stato, sembrerebbe una o un membro del Governo, sia stata/o coinvolta/o in un incidente della circolazione di una certa gravità». Il problema, di per sé, non è l'incidente in sé, spiega Dadò, «ma i risvolti a esso collegati, che parrebbero coinvolgere anche il Corpo di polizia».

Le voci, appunto. O i «rumors» come li definisce il presidente centrista, «fattisi sempre più insistenti tra la gente da Chiasso ad Airolo». Voci che «stanno generando nella cittadinanza gravi sospetti che non possono venire ignorati da chi ne viene a conoscenza, ancor meno se questi sono stati eletti nelle Istituzioni e hanno anche il compito di vigilare». Di riflesso, secondo Dadò il tutto «va chiarito subito di fronte al Gran Consiglio, quale organo di vigilanza, se il fatto è realmente avvenuto e, semmai venisse confermato, i precisi contorni della vicenda, in quanto i dubbi risultano lesivi dell’immagine generalizzata dell’intero collegio governativo e delle forze di polizia».

Dadò, insomma, chiede trasparenza, «nella speranza che nulla di quanto viene oggi ipotizzato nel Paese, sia realmente capitato». L'obiettivo nell'obiettivo, invece, è «preservare il clima di fiducia tra cittadino e Stato e quindi dissipare il sospetto che si è pericolosamente diffuso anche nei confronti della Polizia, i cui agenti, è bene ricordare, al momento del loro insediamento abbracciano un Codice deontologico secondo il quale il loro agire sarà sempre dettato da onestà, integrità e lealtà (articoli 7 e 8 del Codice)».

«Un consigliere di Stato coinvolto in un incidente»

L'interpellanza, poi, si traduce in una lunga serie di domande. Ne riportiamo alcune: «Corrisponde al vero che una o un consigliera/e di Stato sia stata/o vittima-protagonista di un incidente della circolazione nel novembre 2023?». Di nuovo, se la risposta fosse sì, Dadò incalza: «a) Data ora, luogo dell’incidente?; b) Quanti veicoli sono stati coinvolti?; c) Ci sono stati danni materiali? Di quale entità? (spiegazione esatta del tipo di sinistro); d) Ci sono stati danni alle persone? In caso affermativo, si è reso necessario l’intervento dell’ambulanza? Chi ha allertato l’intervento sanitario?; e) Erano presenti altri testimoni oltre alla/al protagonista alle/ai protagoniste/i dell’incidente? Se sì, chi, cosa facevano sul luogo dell’incidente e che ruolo hanno avuto?; f) Le auto accidentate potevano ancora viaggiare autonomamente o sono state evacuate dal luogo dell’incidente dal soccorso stradale?; g) È intervenuta una pattuglia di polizia cantonale e/o comunale sul luogo dell’incidente?». E ancora, rispetto all'ultimissima domanda, in caso di risposta negativa: «Perché non è stata allertata? Chi ha preso questa decisione? Per incidenti analoghi (orario del sinistro, gravità, eccetera...) il cittadino sarebbe tenuto ad allertare la polizia? Se sì, come mai non è stato fatto? Se no, questa ‘regola’ possiamo ritenerla d’ora innanzi una prassi che vale per tutti i cittadini?».

I dubbi sulla chiamata alla polizia e all'alcol test

Di questioni, in ogni caso, Dadò ne solleva anche in caso di risposta affermativa alla domanda g): «Chi ha attivato l’intervento della polizia? È stato redatto un verbale? Indicare orario esatto di chiamata e orario esatto di arrivo della pattuglia sul luogo del sinistro; Gli agenti intervenuti sul luogo dell’incidente hanno proceduto all’accertamento dei fatti secondo le normali direttive?; Quali sono queste direttive? Vengono sempre applicate? Se no, in quali casi si può soprassedere?». Non finisce qui: «Vige l’obbligo di un controllo alcolemico immediato o tale controllo può essere effettuato anche a diverse ore dal sinistro? Se sì, con che modalità e in quali casi questa procedura è fattibile?; Nel caso specifico, sono stati eseguiti sul luogo dell’incidente gli esami di routine per stabilire l’idoneità alla guida della/del/dei protagonista/i?; Se sì, cosa è stato constatato? Quali esami sono stati eseguiti e quale esito hanno dato (indicare i risultati, anche di eventuali esami di laboratorio)? L’etilometro in dotazione alle pattuglie della polizia, registra i dati automaticamente? Questi dati sono tuttora disponibili? Cosa indicano?». E infine, oltre a chiedere se ci siano stati dei provvedimenti amministrativi e/o penali, Dadò chiede se «a tutt’oggi esista un dossier sull’incidente» e se, in situazioni comparabili, in quanti casi «in tutto il 2023 la pattuglia di polizia intervenuta non ha proceduto immediatamente alla verifica alcolemica/idoneità alla guida».

Gobbi: «Si parla di me, ma non ho nascosto nulla e non mi hanno ritirato la patente»

Detto dell'interpellanza, la domanda sorge spontanea: ma chi sarebbe il membro di Governo coinvolto? A suo tempo, si parlava del direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi. Che, proprio a causa dell'incidente, si sarebbe visto revocare la patente. Lo scorso 15 dicembre, la Regione aveva interpellato il consigliere di Stato. Gobbi aveva confermato le circostanze dell’incidente, di essere stato sottoposto ai controlli del caso e di essere risultato in regola. Niente ritiro della patente, quindi. Gobbi, al quotidiano bellinzonese, ha nuovamente confermato sia l'incidente sia il non ritiro della patente: «Anzitutto l’incidente non l’ho provocato io, ma è accaduto perché un veicolo ha lasciato la corsia di emergenza immettendosi in quella di scorrimento senza accorgersi che stavo sopraggiungendo: l’impatto, pur con la prudenza dovuta, è stato inevitabile. Nonostante lo spavento non ci sono per fortuna state conseguenze gravi. Sono stato io a chiamare la polizia. All’alcol test precursore sono risultato lievemente superiore al limite, sono quindi stato sottoposto al test probatorio, quello definitivo, da cui è risultato che ero nella norma. Il tutto si è svolto – sia ben chiaro – nel rispetto della procedura. Sono venticinque anni che ricopro cariche pubbliche e alla luce anche di casi analoghi che hanno coinvolto in passato politici, tenere segrete certe cose, oltre a mancare di rispetto verso i cittadini e le cittadine, non serve a nulla, perché prima o poi, come abbiamo sempre visto, escono. Se mi avessero ritirato la patente, lo avrei subito comunicato pubblicamente scusandomi con i ticinesi. Ma non ci sto quando mi si mette in cattiva luce per cose non vere».