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L’UDC gela Boris Bignasca: «L’accordo non si ridiscute»

Il capogruppo leghista auspica una modifica dell’intesa siglata mesi fa, in modo che anche il movimento di via Monte Boglia possa proporre un proprio nome per il Consiglio degli Stati – Marchesi però non ci sta: «Così si disperdono i voti»
©Gabriele Putzu
Martina Salvini
08.06.2023 15:00

«Un accordo non si cambia ogni cinque minuti, a dipendenza di dove soffia il vento». È perentorio il presidente dell’UDC ticinese Piero Marchesi nel rispedire al mittente l’ipotesi di rimettere mano all’intesa tra Lega e UDC. Un accordo che - siglato alcuni mesi prima delle elezioni cantonali di aprile - prevedeva da un lato una lista unica in corsa per il Consiglio di Stato, formata da tre leghisti e due democentristi e, dall’altro, guardando già alle elezioni federali, la candidatura unica per il Consiglio degli Stati dell’uscente Marco Chiesa su una lista congiunta Lega-UDC. E, malgrado non siano mancanti i battibecchi e le ripetute frecciatine durante la campagna elettorale per le cantonali, l’alleanza ha retto. Almeno finora. Mercoledì sera, però, alla trasmissione «Detto tra noi» di TeleTicino il capogruppo della Lega Boris Bignasca ha detto di auspicare una modifica dell’alleanza con i democentristi, in modo che anche il movimento di via Monte Boglia possa proporre un nome per la Camera alta alle elezioni di ottobre. Avere un solo candidato di area per il primo turno della corsa agli Stati sarebbe uno svantaggio, secondo Bignasca, «un handicap per tutta l’area, anche per Marco Chiesa che si ripresenta agli Stati». L’idea, però, non piace affatto all’UDC. Da noi contattato, il presidente Piero Marchesi premette anzitutto di aver appreso dalla tv dell’ipotesi di chiedere una modifica dei contenuti dell’alleanza. «Appena due settimane fa c’è stato un incontro con la Lega e il tema non è emerso», racconta Marchesi. «Anzi, durante quella riunione è stata confermata la candidatura unica di Marco Chiesa agli Stati, che è poi quanto prevede l’accordo discusso, ridiscusso e rivisto a più riprese con la Lega prima delle elezioni cantonali».

Un’intesa, ricorda Marchesi, peraltro sottoscritta all’unanimità da entrambi i comitati. «È su questa base - evidenzia - che abbiamo affrontato le elezioni cantonali lo scorso aprile e che ha permesso di confermare, e salvare, i due seggi di Norman Gobbi e Claudio Zali in Consiglio di Stato». Un’operazione – tiene a precisare Marchesi – resa possibile grazie al contributo «determinante» dei voti raccolti dai democentristi. Ecco perché, commenta ora il presidente dell’UDC ticinese, la proposta di Bignasca lascia perplessi: «Un accordo non si cambia ogni cinque minuti, a dipendenza di dove soffia il vento».

Così si disperdono i voti

Oltretutto, una doppia candidatura sortirebbe l’effetto contrario a quello auspicato, sottolinea Marchesi: «Siccome vige il sistema maggioritario, e non quello proporzionale, avere due candidati agli Stati non aiuterebbe affatto Marco Chiesa, anzi i voti verrebbero dispersi. Se vogliamo rafforzare la destra ticinese a Berna dobbiamo unire le forze, non suddividerle». L’obiettivo dichiarato per ottobre è infatti quello di recuperare il terzo seggio di area perso quattro anni fa (dalla leghista Roberta Pantani, ndr) al Consiglio nazionale e di ottenere la riconferma di Chiesa alla Camera alta. «Per la corsa al Nazionale, all’interno dell’area ognuno correrà per cercare di fare il miglior risultato possibile, ma l’obiettivo è riprendere il seggio. Ma per gli Stati, invece, se vogliamo salvare il posto di Chiesa, dobbiamo assolutamente evitare di disperdere le forze». Ecco perché, ammette Marchesi, «faccio fatica a capire la mossa leghista e, soprattutto, per quale ragione le valutazioni su cui tutti ci eravamo detti d’accordo ora sono rimesse in discussione».

L’impressione, insomma, è che i cugini leghisti, una volta ottenuta la conferma dei due consiglieri di Stato, oggi vogliano tornare a giocare la partita delle federali in solitaria. In tutti i casi, taglia corto Marchesi, «per ora non è arrivata alcuna proposta ufficiale, e per noi l’accordo rimane quello pattuito mesi fa». Dovesse arrivare la richiesta di modificarlo, poi, l’intesa dovrebbe passare nuovamente dal comitato cantonale dell’UDC, «e difficilmente la base lo avallerebbe, anche perché il primo a essere contrario a una revisione dell’alleanza sono io».

La Lega in assemblea domenica

Domenica, intanto, si riunirà la Lega in assemblea per approvare la lista in vista delle elezioni di ottobre. Sempre a TeleTicino, Bignasca ha dato quasi per certi in lista i nomi dei granconsiglieri Daniele Caverzasio, Sem Genini e Michele Guerra. Ma oltre alle federali, sul tavolo delle discussioni potrebbe esserci anche l’ipotesi di tornare ad avere un unico coordinatore per il movimento di via Monte Boglia. «Dovessero esserci questa esigenza organizzativa e un largo consenso, sarebbe difficile per me dire di no», ha ammesso Bignasca. «Non sgomito per avere questo ruolo. Potrei accettare, ma a condizione che non sia una carica divisiva».

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