Lunga vita al Percorso Vita che vive di volontariato

Ci sono parole che nel Mendrisiotto tutti capiscono al volo e hanno un significato diverso che altrove. Perché richiamano posti o esperienze ben precise e bene o male condivise da tutti. Una di queste è il termine «scalinata», che immediatamente porta generazioni di momò a visualizzare nella propria mente i ripidi gradini presenti in un determinato punto del Percorso Vita di Castel San Pietro (spesso chiamato anche di Mendrisio). Dei gradini che – anche questa è consapevolezza di tutti – è possibile evitare sfruttando una scorciatoia. Chi li ha realizzati quei gradini, con delle traversine ferroviarie, ricorda bene quei momenti ancora oggi.
Progetto di ristrutturazione
Ma accantoniamo gli aneddoti per illustrare altri aspetti del Percorso Vita Avra più legati all’attualità. Sì, perché l’area che lo accoglie negli ultimi anni è stata particolarmente sollecitata dal maltempo. A spiegarcelo è lo storico presidente Marco Favini, uno dei fondatori nel 1972 della Società Percorso Vita Mendrisio e dintorni. Fu lui a «rubare» l’idea di un’area di svago con queste caratteristiche da Zurigo, dalla zona denominata Dolder. «Diverse società di Mendrisio, non solo sportive, si erano unite con l’obiettivo di costruire questo Percorso Vita, io e diversi volontari lo abbiamo realizzato con le nostre mani», esordisce Favini. E quella dei volontari è una figura che ancora oggi gioca un ruolo determinante per la Società (ci torneremo tra poco). Torniamo al maltempo, che prima con la siccità e poi con i forti temporali dello scorso anno, ha creato disagi e danni, portando anche alla chiusura forzata dei percorsi sulla collina d’Avra per alcune settimane. Per mettere in sicurezza, ma anche per rinaturare il bosco danneggiato (gli alberi morti o caduti sono molti), è stato studiato un progetto di ristrutturazione boschiva.
Il piano ha un costo di 130.000 franchi che in buona parte saranno coperti da contributi cantonali. L’intervento è stato programmato a tappe e alcune sono già state portate a termine, altre saranno concretizzate in autunno. «L’obiettivo è di finire entro l’anno». L’investimento a carico della Società Percorso Vita Mendrisio e dintorni è di circa 30.000 franchi e – Favini non lo ha negato nemmeno nel corso della recente assemblea annuale – coprirli non è evidente. Il motivo? Perché il Percorso Vita sulla collina d’Avra (i percorsi in realtà sono tre, anche in questo caso ci torneremo tra poco) è uno dei pochi rimasti in Svizzera gestito da volontari. Nessun operaio comunale o della Zurigo Assicurazioni, a garantire l’esistenza della realtà è un gruppo affiatato che, con l’aiuto occasionale e apprezzato della Protezione civile, ma anche di richiedenti l’asilo, si occupa della manutenzione, della pulizia e dei piccoli interventi. «Gli investimenti extra necessitano di trovare sostegni finanziari esterni – prosegue Favini –. Lo abbiamo fatto ad esempio per due novità introdotte nell’ambito del nostro 50.esimo anniversario: il WC automatizzato realizzato nella zona della partenza e il Baby Parcour. Investimenti che non abbiamo ancora finito di pagare».
Tre percorsi, tante idee
Come anticipato, i percorsi presenti sulla collina d’Avra sono tre. A far crescere il successo e l’attrattiva dell’area un paio d’anni fa è infatti stato inaugurato un percorso di movimento nel bosco pensato per i più piccoli. «Dà la possibilità anche ai bambini di fare esercizi adatti a loro, e ha un grande successo». Completa l’offerta il Percorso Cometa, per ciechi e ipovedenti.
Dall’oggi al domani
Di tutti i percorsi si occupano, come detto, i volontari. Dopo anni di aiuto da parte di due apprezzati e fedeli aiutanti, ci si augura che ad affiancarli possano presto esserci due nuovi custodi, a cui affidare il compito di verificare lo stato dei percorsi ed eseguire piccoli lavori di manutenzione. Durante l’assemblea è altresì stato lanciato un appello in tal senso. Perché poter fare affidamento su volontari è imprescindibile per la Società, che ha in serbo altre novità per il futuro. «Il progetto studiato per noi non comprende solo la parte di ricostruzione del bosco – spiega Favini –. Abbiamo anche studiato degli interventi con scopo didattico, che speriamo di poter attuare con orizzonte 4 o 5 anni». Ma prima, bisogna pensare tagliare altri traguardi più urgenti.