Moltiplicatore nel centro del mirino a Chiasso

Il moltiplicatore d’imposta di Chiasso è finito nel centro del mirino della Gestione. E si tratta di una sorta di fuoco incrociato. Da una parte quello della maggioranza dei commissari: «In assenza di un riequilibrio strutturale o di un’operazione di aggregazione, il mantenimento del moltiplicatore all’88% risulta difficilmente sostenibile nel medio-lungo periodo», si legge nel rapporto di maggioranza sottoscritto da Lega, Il Centro e PLR . Dall’altra quello di minoranza firmato dai rappresentanti di Unità di Sinistra e Verdi: «Il quadro finanziario presenta criticità strutturali che non permettono più di confermare l’attuale livello del moltiplicatore senza compromettere la stabilità economica futura», scrivono pur riconoscendo «gli sforzi attuati per contenere la spesa».
Insomma, per il fronte rossoverde è ora di agire: «Rinviare decisioni necessarie con l’argomento che "potrebbe arrivare l’aggregazione" significa, di fatto, sottrarsi alla responsabilità attuale di governare le finanze comunali in modo prudente e sostenibile», si sottolinea prima di proporre l’aumento del moltiplicatore dall’88 al 93%, sia per le persone fisiche sia per quelle giuridiche, così da recuperare circa 1,37 milioni di gettito. Parallelamente si chiede all’Esecutivo di allestire «un vero piano di rientro triennale, strutturato e verificabile, che includa decisioni chiare e pacchetti di misure concreti».
«La proposta di mantenere il moltiplicatore politico all’88% (quello aritmetico è al 102,1%) è condivisibile solo nell’ottica di non gravare ulteriormente sui contribuenti in attesa degli sviluppi del progetto aggregativo e della verifica dell’efficacia delle misure di risparmio, dove i margini sono decisamente ampi», si legge invece nel rapporto di maggioranza che invita sì ad accogliere il Preventivo 2026, ma anche a mantenere il rigore finanziario e «ad attivarsi immediatamente» con i Comuni limitrofi per «una ripartizione equa delle spese» dei servizi che Chiasso mette a disposizione della regione. «Se non si raggiunge l’obiettivo di ridefinire le convenzioni» potrebbero essere necessarie «decisioni drastiche», si conclude nel testo di maggioranza. Il preventivo per l’anno prossimo stima un disavanzo d’esercizio di quasi 3,9 milioni.