Inaugurazione

OBV più grande e aperto grazie alla nuova ala

Simbolico e atteso taglio del nastro per la struttura che costituisce l’ampliamento dell’ospedale di Mendrisio - Accoglie numerosi servizi, tra cui l’attività ambulatoriale e si basa sui concetti di prossimità e regionalità
© Ti-Press / Elia Bianchi
Lidia Travaini
29.04.2022 16:13

È un percorso lungo e combattuto quello che ha portato al taglio del nastro che si è tenuto oggi a Mendrisio. Perché il progetto culminato con l’inaugurazione della nuova ala dell’OBV è nato nel 2014 e inizialmente prevedeva l’edificazione di un edificio con un piano in meno. Solo la mobilitazione politica e regionale legata alla richiesta di dotare la struttura di letti per le degenze post acute ha permesso di inserire nel disegno un ulteriore livello con 30 letti RAMI (Reparto acuto di minore intensità).

Il testamento del conte Turconi

Il salto nel tempo fatto durante i discorsi di rito che hanno preceduto il simbolico taglio del nastro è però andato anche ben oltre 8 anni fa. Più di un oratore ha infatti evocato il 1803, come l’anno su cui poggia le sue fondamenta il progetto della nuova ala.

Risale a quell’anno il testamento del conte Alfonso Turconi. Un documento con cui il conte sanciva il lascito alla comunità dei suoi terreni in Ticino con la richiesta di costruirvi «uno Spedale per la cura degli ammalati che appartengono a famiglie povere e bisognose, da erigersi nel distretto di Mendrisio». Scelta questa, senza la quale forse l’OBV non si troverebbe dov’è ora e di conseguenza anche la nuova ala. Non per caso, una copia del testamento è stata inserita in un bussolotto e interrata nell’ambito della cerimonia di posa della prima pietra dell’ampliamento dell'OBV.

«Lo spirito di quel lascito interpretava il bisogno di una regione», ha detto il sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini. Per ricordare e onorare il gesto di Turconi alcune frasi estratte dal suo testamento sono state stampate sulle vetrate interne della nuova ala, ha invece reso noto l’architetto che ha curato il progetto Michele Gaggini.

Un punto di riferimento

Anche il carattere regionale della nuova ala – e di riflesso dell’intero OBV – è stato evocato in più interventi. Sia in relazione alla mobilitazione che ha portato all’inserimento del reparto RAMI nella struttura, sia in relazione al ruolo che l’ospedale mira sempre di più a ricoprire per il distretto: quello di punto di riferimento a pochi passi da casa. La prossimità è quindi un concetto cardine dell’OBV che si rinnova e amplia, riflettendosi anche nell’offerta messa a disposizione nella nuova ala.

«Alla base dell’ampliamento vi è una strategia che riflette il bisogno di prossimità della popolazione – ha evidenziato il consigliere di Stato Raffaele de Rosa –. Grazie a questa ala potremo offrire un segmento inedito di cure, con due obiettivi: evitare ospedalizzazioni inutili e costose ed evitare le dimissioni premature. Oggi tagliamo un nastro ma in realtà stiamo creando una rete».

Il legame col territorio

La prossimità si declina poi nell’apertura verso l’esterno della struttura. «La cura dello spazio esterno – dove nei prossimi mesi sarà realizzato un parco, ndr – dimostra la voglia di interagire con il territorio. Alla base di questa nuova ala vi sono questa apertura, la constatazione dell’invecchiamento della popolazione e la spinta verso l’attività ambulatoriale», ha sottolineato da parte sua, con orgoglio, Pierluigi Lurà, direttore dell'OBV. Il trasferimento nella nuova struttura di tutta l’attività ambulatoriale, è stato spiegato, ha ripercussioni positive anche sul corpo centrale dell’OBV: la liberazione di spazi che da una parte permette di creare un day hospital, e dall’altra di potersi occupare di puntuali interventi di rinnovo di una struttura che ha ormai più di 30 anni.

In tema di strutture, il direttore generale dell’EOC Glauco Martinetti ha evocato «la grande forza della sanità pubblica, presente in tutto il Ticino. Ospedale multisito non significa tuttavia fare tutto dappertutto, ma avere focus, per migliorare costantemente la qualità». Come fatto a Mendrisio con questo progetto.

Gli auspici

Più di uno, infine, anche gli auspici formulati. «L’auspicio è che in questa nuova ala si mischino i valori di tradizione e ospitalità con l’innovazione e la modernità», ha detto il direttore sanitario e primario di medicina dell’OBV Brenno Balestra. «Il mio desiderio è che l’OBV continui a essere un punto di riferimento per la regione», così Paolo Sanvido, al suo primo taglio del nastro dopo la nomina a presidente del Consiglio di amministrazione dell’EOC.

Sei livelli e tanti servizi

La nuova ala dell’OBV è costituita da 4 piani fuori terra e due interrati. Ai livelli inferiori ci sono spazi dedicati a partner sanitari e il servizio di cardiologia. Il primo piano è interamente consacrato all’attività ambulatoriale, il secondo livello è suddiviso fra la stazione di dialisi e le cure ambulatoriali oncologiche. L’ultimo piano ospita cure stazionarie: 30 letti RAMI dedicati a pazienti provenienti dalle cure acute, che necessitano di un programma specifico di riattivazione prima di poter rientrare al domicilio. Ai piani inferiori inoltre aule formative e locali tecnici.