Sanità

«Pazienti violenti: la situazione è grave»

Quasi un incidente al giorno all’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale: «Il personale ha paura»
©Chiara Zocchetti
Andrea Stern
Andrea Stern
24.03.2024 18:08

Il direttore dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale (OSC) Daniele Intraina aveva lanciato l’allarme già nell’autunno scorso, dalle colonne del Corriere del Ticino. «Le aggressioni sono in aumento e il personale ha paura», affermava.

Ora, in risposta a un’interrogazione di Danilo Forini (PS), il Consiglio di Stato ha fornito le cifre. Che sebbene incomplete, poiché non sempre le vittime denunciano gli atti di violenza subiti, sono cifre impietose. L’anno scorso alla Clinica sociopsichiatrica cantonale di Mendrisio sono stati registrati 332 incidenti, circa il triplo degli anni precedenti, visto che nel 2021 e nel 2022 gli episodi erano stati rispettivamente 108 e 125.

Tra questi incidenti, più della metà (180) sono aggressioni fisiche verso il personale o altri pazienti, che in taluni casi hanno comportato la necessità di una visita al pronto soccorso. Tutti gli incidenti, precisa il Consiglio di Stato, «sono stati compiuti da persone che hanno nella loro anamnesi degli episodi di aggressività e l’80% dei casi è legato all’uso di alcool o sostanze psicoattive».

Si nota inoltre che sempre più spesso gli aggressori sono giovani, giovanissimi. «È stato osservato un incremento della percentuale di incidenti causati da pazienti di età inferiore ai 25 anni, in particolare minorenni».

Comprensibilmente, l’ambiente all’interno della clinica risente di questa esplosione di violenza. «È stato registrato un aumento dello stresse del personale - scrive il governo -. Sebbene si tratti di persone formate per operare con casi complessi i cui agiti aggressivi possono essere manifestazione della patologia stessa, il 73,7% degli operatori toccati ha descritto questi incidenti come molto gravi. Altrettanto significative sono le conseguenze sugli altri pazienti, i quali devono essere preservati da tali comportamenti».

Nuove misure di sicurezza

In quest’ottica, la direzione dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale ha introdotto una serie di misure. In particolare, «per far fronte a situazioni di emergenza e per attivare terapie intensive, è stata istituita una équipe mobile operante 24 ore su 24». Parallelamente è prevista una riorganizzazione dei reparti, «per evitare una concentrazione di situazioni a rischio », mentre con il Servizio gestione detenuti della polizia cantonale è stato siglato un nuovo protocollo di collaborazione che prevede una presenza rafforzata di agenti, in particolare nell’area del parco, in alternanza con operatori di agenzie di sicurezza.

Tra le altre misure, sono previste l’introduzione di un sistema di videosorveglianza nel parco e l’attivazione di nuovi sistemi di allarme sulla persona per gli operatori. Per questi ultimi è stato inoltre istituito un corso di formazione interna sulla sicurezza, «con apprfondimenti anche sulla gestione farmacologica dell’aggressività».

Tanti degenti, non tutti pazienti

Restano da capire i motivi di questa fiammata di violenza, che è particolarmente forte in clinica a Mendrisio ma che può colpire anche altri operatori sanitari, in particolare coloro che lavorano «al pronto soccorso e nei servizi ambulanza» e più in generale tutti i dipendenti che lavorano a contatto con il pubblico.

Per quanto riguarda la CPC di Mendrisio, il Consiglio di Stato cita «l’aumento del tasso di occupazione della clinica», «l’alto tasso di persone ricoverate a scopo di assistenza» e «i ricoveri, imposti da autorità civili o penali, di casistiche caratterizzate da gravi disturbi del comportamento con condotte antisociali, ma senza manifeste patologie psichiatriche, la cui gestione non consente o non necessita interventi di cura».

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