Processo

Pene pecuniarie per i due agenti della Polizia comunale di Locarno

I due poliziotti sono stati condannati per abuso di autorità nei confronti di un anziano – Solo il più giovane è stato riconosciuto colpevole anche del reato di lesioni semplici
© CdT/Chiara Zocchetti
Spartaco De Bernardi
16.05.2023 19:29

«I mezzi utilizzati per compiere quel fermo furono del tutto sproporzionati». Così la giudice Francesca Verda Chiocchetti, presidente della Corte delle Assise correzionali, ha motivato il verdetto di colpevolezza emesso oggi nei confronti di un agente, nel frattempo trasferitosi fuori cantone, e di un capogruppo della Polizia comunale di Locarno condannati a delle pene pecuniarie sospese per il reato di abuso di autorità. Il decreto d’accusa firmato dalla procuratrice pubblica Chiara Borelli è però stato confermato solo in parte. Unicamente il più giovane dei due poliziotti, l’agente di 41 anni, è infatti stato riconosciuto colpevole anche di lesioni semplici. La presidente della Corte ha per contro prosciolto il capogruppo 54.enne da questo capo d’imputazione. L’ematoma riportato dall’anziano è da ricondurre all’energica spinta con la quale il 41.enne fece finire contro il muro l’anziano, ha spiegato la giudice Verda Chiocchetti. E sempre a lui è da attribuire la rottura della costola del 78.enne quando questi era a terra per essere ammanettato. Da qui la condanna alle pene pecuniarie sospese per due anni di 140 aliquote da 90 franchi ciascuna all’agente, rispettivamente di 90 aliquote giornaliere da 150 franchi ciascuna per il capogruppo.

In piena emergenza pandemica

Ma vediamo come si svolsero i fatti rievocati in aula. È il 24 marzo 2020. Siamo in piena emergenza Covid-19. Il capogruppo e l’agente intervengono in quanto l’anziano - allora aveva 78 anni - era entrato in un supermercato di Locarno malgrado il divieto imposto agli over 65 di recarsi personalmente ad effettuare acquisti appena entrato in vigore. Una volta intercettatolo in via Luini, i poliziotti chiedono le generalità all’anziano che per tutta risposta sputa in faccia al più giovane dei due.

«Reazione sproporzionata»

«Recandosi a fare la spesa quando ciò era vietato, il 78.enne ha sbagliato. E ha sicuramente sbagliato quando ha sputato in faccia ad uno dei due agenti. Ma la reazione di questi ultimi è stata sproporzionata», aveva sostenuto in requisitoria la procuratrice pubblica Chiara Borelli, chiedendo la conferma dell’atto d’accusa impugnato dall’agente 41.enne e del capogruppo 54.enne, come pure delle pene di 6 mesi sospesi ciascuno proposte nei loro confronti.

Altro che sproporzionata: la loro reazione era più che giustificata, avevano ribattuto nelle loro arringhe gli avvocati della difesa. «Di fronte al totale disprezzo mostrato dall’anziano nei loro confronti e nei confronti delle autorità cantonali che aveva decretato le misure sanitarie per contrastare la pandemia, i due poliziotti risposero con fermezza ma in modo del tutto proporzionale all’attacco subito», è stata la tesi sostenuta dall’avvocato Carlo Borradori, patrocinatore dell’agente che nel frattempo ha lasciato il Corpo cittadino e ora lavora quale tutore dell’ordine in Vallese. «Con una spinta vigorosa, ma controllata lo misi spalle al muro per evitare che fuggisse», aveva ricordato il 41.enne rispondendo alle domande della giudice. Una volta immobilizzato, l’anziano venne poi atterrato dal capogruppo ed in seguito ammanettato.

«Applicato quanto appreso»

«Non abbiamo fatto altro che mettere in praticala procedura e le tecniche apprese durante la scuola di polizia ed esercitate nei corsi di formazione continua. Non era nostra intenzione provocargli delle lesioni e per questo ci scusiamo. Volevamo chiedergli le generalità, ma poi lui si è mostrato aggressivo e allora siamo stai costretti ad immobilizzarlo», avevano ribadito in aula i due poliziotti. Sta di fatto che il 78.enne riportò la rottura di una costola.

«Ci voleva un altro approccio»

«La questione - aveva argomentato la pp Borelli - avrebbe potuto essere risolta in maniera diversa. Si sarebbe dovuto avere un altro approccio che avrebbe evitato di provocare all’anziano la rottura di una costola. In quell’intervento non c’è stata proporzionalità, c’è stato un abuso di potere e ci sono state delle lesioni semplici». E le immagini della videosorveglianza di un negozio vicino a dove avvenne il fermo, aveva aggiunto la rappresentante della pubblica accusa, lo mostrano inequivocabilmente. Immagini che, secondo i patrocinatori dei due poliziotti, mostrano invece la proporzionalità dell’intervento eseguito nei confronti dell’anziano. «Cosa dovevano fare? Lasciar perdere? No, era loro compito intervenire. E a maggior ragione dopo quello sputo in faccia, ancor più spregevole in quel particolare periodo contraddistinto dal timore e dall’incertezza dovuta alla prima ondata pandemica», aveva detto Borradori chiedendo il proscioglimento del suo assistito. Richiesta formulata anche dal suo collega Danilo Margaroli per il capogruppo della PolCom di Locarno. «La reazione dei due agenti è stata proporzionata al comportamento aggressivo e penalmente rilevante dell’anziano», aveva ribadito il legale rilevando come agli atti non vi sia alcun elemento che faccia propendere per un intervento che trascende dagli obblighi di servizio che i due agenti erano chiamati a rispettare.

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