La domenica del Corriere

Premi di cassa malati al voto, due idee e tante incognite

Il 9 giugno i cittadini si esprimeranno sull’iniziativa del PS e quella del Centro che mirano a risolvere, in maniera diversa, il tanto discusso tema - Forini: «Serve un tetto ai premi» - Fonio: «Occorre un doppio sì» - Farinelli: «Ma la fattura non la pagherà qualcun altro» - Pamini: «Sono incentivi controproducenti»
©Chiara Zocchetti
Red. Ticino&Svizzera
05.05.2024 20:00

Passato il tormentone della tredicesima AVS, i cittadini svizzeri il 9 giugno torneranno a votare su un tema altrettanto scottante: i premi di cassa malati, con la doppia votazione sull’iniziativa del PS (la quale chiede che i premi a carico degli assicurati non superino il 10% del reddito disponibile) e quella del Centro (che obbligherebbe la Confederazione a introdurre un freno all’aumento dei costi nell’assicurazione obbligatoria). Due soluzioni a un problema comune, molto diverse tra loro, che sono state al centro del dibattito a La domenica del Corriere, dove ospiti del vicedirettore Gianni Righinetti erano presenti Alex Farinelli (PLR), Paolo Pamini (UDC), Giorgio Fonio (Centro) e Danilo Forini (PS).

La prima parte della trasmissione è quindi stata dedicata all’iniziativa dei socialisti che, come sottolineato da Forini, è necessaria poiché farebbe sì che «nessuno in Svizzera debba pagare più del 10% del proprio reddito disponibile per i premi di cassa malati». Ma che, ha aggiunto, grazie al maggior contributo da parte della Confederazione potrebbe anche avere il vantaggio di aiutare le finanze del Cantone.

«Questa iniziativa sarebbe molto interessante se a finanziarla fosse un Paese terzo», ha ribattuto Farinelli. Già, perché secondo il consigliere nazionale del PLR «la realtà dei fatti è che a pagare questi costi supplementari saranno i i cittadini». Oltretutto, con il rischio che seguendo la logica di un ristorante «All you can eat», si incentivi il «consumo» di sanità, facendo aumentare ancora di più i costi. Detto altrimenti, per Farinelli «non bisogna illudersi che la fattura la pagherà qualcun altro».

Fonio, dal canto suo, proprio per questo motivo ha sostenuto un «doppio sì» alle iniziative sul tavolo il 9 giugno. «Approvare solo l’iniziativa del PS senza andare alla radice del problema (ndr. l’aumento dei costi) potrebbe rivelarsi un boomerang. Per questo sosterrò entrambe le iniziative: le gente rimprovera alla politica di non prendere sul serio la tematica, oggi abbiamo sul tavolo almeno due possibilità per intervenire». Per intervenire su un problema sempre più urgente, ha fatto notare più tardi Fonio, ricordando che «dal 1997 a oggi i premi sono aumentati del 158% a fronte di un aumento dei salari a livello svizzero del 12%».

Il consigliere nazionale democentrista è poi tornato sull’esempio della ristorazione, del ristorante «All you can eat», sostenendo che l’iniziativa del PS non farebbe invece altro che peggiorare il sistema, incentivando al maggior consumo di sanità, aumentando così i costi: «Se ad inizio anno si paga un forfait per mangiare in ogni ristorante in svizzera (ndr. facendo riferimento alla soglia del 10% del reddito), vi aspettate che la spesa al ristorante diminuirà e che la qualità aumenterà?». Per Pamini, insomma, «quando non è il cliente che paga (ndr. ma il contribuente) è ovvio che la domanda esplode».

La seconda proposta

A dividere gli ospiti, va da sé, è stata anche l’iniziativa del Centro dibattuta nella seconda parte della trasmissione.

«Si tratta dell’unica iniziativa che mira ad andare alla radice del problema, mettendo un freno all’esplosione dei costi sanitari», ha sottolineato Fonio. Per Farinelli, al contrario, «si propone qualcosa di irrealistico ed estremamente pericoloso», poiché se come chiede l’iniziativa l’aumento dei costi non deve essere nettamente superiore all’incremento dei salari medi e alla crescita dell’economia nazionale, il rischio è quello di «razionare le cure per la popolazione». Sulla stessa linea, anche Forini: «L’iniziativa ha il pregio di tematizzare il problema dei costi (...), ma la grossa paura è che tagliando i costi questi tagli vadano a scapito della popolazione». Rispondendo a entrambi, Fonio su questo fronte ha fatto notare che già oggi «ci sono inefficienze quantificate attorno al 16-19%», ed è su queste che si potrebbe intervenire, senza dover ridurre le prestazioni. A votare no all’iniziativa del Centro sarà anche Pamini, il quale ha più volte sostenuto che il sistema sanitario attuale non funziona poiché è «un esempio di socialismo applicato», dove «l’esplosione dei costi altro non è che la conseguenza degli incentivi» prodotti dal sistema stesso, dove a pagare la fattura non è il cliente, bensì il contribuente.

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