Confine

Prostituzione in Ticino, spunta la concorrenza con l’Italia: «Colpa dei centri massaggi cinesi»

Ci sono ragazze che, con l’aumento delle spese, si sono trasferite a lavorare appena al di là del confine, ma preoccupano soprattutto le attività illecite gestite dai cinesi
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Martina Salvini
11.01.2024 06:00

«Non c’è più il giro di ragazze», ripetono quasi tutti i gerenti dei locali erotici. «Se prima ne arrivavano molte, attratte dai facili guadagni, oggi sono sempre meno le donne che scelgono il Ticino». C’è chi preferisce la Germania, o chi è tornata a lavorare in Italia. Troppo alte le spese, troppo basso il guadagno. Appena qualche anno fa, dicono, l’incasso era di almeno mille franchi al giorno. «Oggi si arriva a 400 franchi, ma c’è anche chi fatica a pagarsi la stanza». E se prima le ragazze restavano qui solo qualche mese, il tempo necessario a mettere da parte qualche soldo, adesso si fermano più a lungo. «Per fare gli stessi soldi serve molto più tempo, così in molte hanno iniziato a fidelizzare la clientela», spiega un gerente. In aggiunta, a causa delle nuove regole imposte dalla nuova legge sulla prostituzione (possono esercitare la professione solo le donne svizzere, con passaporto europeo o chi ha un permesso di lavoro valido per stranieri in Svizzera), spesso i locali devono anche rifiutare le candidature: «Alla metà delle ragazze che si propongono dobbiamo dire di no perché non hanno i requisiti necessari». Non a caso, «le sudamericane non ci sono quasi più e la stragrande maggioranza oggi proviene dalla Romania. Ma anche dalla vicina Italia».

Donne over 40 e studentesse

Ci sono donne ultraquarantenni che fanno questo lavoro da una vita, ma anche giovani universitarie che varcano il confine solo nel fine settimana. E come per molti altri settori, negli ultimi anni è cresciuta la concorrenza con l’Italia. «Molte delle ragazze che lavoravano da noi e non riescono più a far quadrare i conti si sono trasferite in alcune stanze poco oltre la dogana, molto più economiche», racconta il direttore di un locale ticinese. In Italia, lo ricordiamo, la prostituzione non è un reato, mentre i postriboli sono illegali. A portare via una fetta della clientela che prima sceglieva il Ticino, si sono aggiunti anche i centri massaggi, perlopiù gestiti da cinesi, dietro i quali spesso si celano giri illegali di prostituzione. «È chiaro, le tariffe al di qua e al di là del confine sono ben diverse. I prezzi variano in base alla prestazione, ma in Ticino le ragazze di solito chiedono attorno ai 100-150 franchi», ci viene detto. «Oggi che il potere d’acquisto non è più quello di una volta, alcuni clienti non possono più permettersi di spendere queste cifre e quindi si spostano in Italia».

I blitz della polizia

Che il fenomeno della prostituzione sia ben presente a ridosso del confine ci viene confermato anche dagli ambienti investigativi italiani: «È un fenomeno che conosciamo bene e che negli ultimi anni ci ha tenuti molto impegnati con varie indagini per sfruttamento della prostituzione». Le indagini degli scorsi mesi hanno in effetti portato alla luce una rete di cittadini cinesi che gestivano più centri massaggi dislocati in tutto il Nord Italia. Centri benessere che nella realtà erano invece vere e proprie case di appuntamenti. In pratica, al cliente bastava chiamare per prendere appuntamento. Durante la telefonata venivano già pattuiti la prestazione e il compenso. In questi centri, generalmente, al cliente vengono chiesti 50 euro per mezz’ora e tra gli 80 e i 90 euro per l’ora intera. Tariffe più alte sono previste nel caso in cui vengano richieste prestazioni particolari, come il sesso non protetto. «In queste case appuntamenti le ragazze sono tutte cinesi - dicono gli inquirenti - mentre la prostituzione su strada riguarda invece soprattutto le ragazze provenienti dall’Est Europa e dall’Africa».