Bellinzona

Protezione animali tra pandemia e professionalizzazione

I soci si sono «riuniti» virtualmente per un bilancio del 2019, uno sguardo su questo particolare 2020 e sull’anno che verrà, con la fine dei lavori di ammodernamento del rifugio di Gorduno-Gnosca e altre sfide
Red. Bellinzona
20.12.2020 10:28

La pandemia ha portato una prima assoluta anche per la Società protezione animali di Bellinzona (SPAB). La consueta assemblea generale si è infatti tenuta venerdì scorso online. In remoto i soci hanno potuto ascoltare il presidente Emanuele Besomi esprimersi sull’attività 2019 e sulle sfide di questo anno particolare. Besomi ha tra l’altro evidenziato che anno lo scorso anno la SPAB ha effettuato circa un migliaio di interventi sui territori di oltre 90 Comuni ticinesi. Nelle strutture della Società sono stati ospitati, curati, collocati o rimessi in libertà oltre 1.500 animali tra domestici e selvatici. Installati cinque nidi per balestrucci, salvati cigni e uccelli acquatici nei laghi Ceresio e Maggiore (ma non solo), effettuato un intervento con l’elicottero, due con il gommone Barry Boat, quattro con l’apporto di esperti rocciatori, un recupero con l’argano a motore Barry Winch. I veicoli della SPAB hanno compiuto circa 200.000 chilometri nella Svizzera italiana. Intanto prosegue l’ammodernamento del grande rifugio di Gorduno-Gnosca: proprio a causa della pandemia e delle sue conseguenze, i lavori termineranno solo la prossima primavera. Sollevata pure la questione di un’eventuale semi professionalizzazione del volontariato delle persone che si occupano di recuperare, curare e ricollocare i numerosi animali accuditi dalla Protezione animali.

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