Quando è il bicchiere a rendere l’uomo ladro

Anche quando l’intento è nobile c’è chi non perde occasione per rendere valido il noto proverbio «l’occasione fa l’uomo ladro». Alla fiera di San Martino a Mendrisio (ma non solo) c’è chi ha deciso di riadattare il modo di dire in: «Il bicchiere fa l’uomo ladro». Insomma, durante il fine settimana di festeggiamenti c’è chi si è fatto un bel gruzzoletto in maniera non propriamente legale.
Alla fiera di San Martino in corso in questi giorni, così come in altri eventi pubblici, vige l’obbligo di utilizzare stoviglie e bicchieri multiuso. Un intento decisamente nobile che è messo anche nero su bianco – in questo caso parliamo di Mendrisio – nel Regolamento concernente la gestione dei rifiuti. L’articolo 3 capoverso 6 del documento citato recita infatti che «Le manifestazioni e gli eventi svolti su suolo pubblico, devono essere gestiti in modo ecosostenibile, promuovendo l’utilizzo di stoviglie e bicchieri multiuso». Le associazioni presenti con le varie tendine e punti di ristoro hanno quindi a disposizione bicchiere multiuso e gli avventori, quando ad esempio ordinano da bere, pagano un deposito di due franchi (somma che viene restituita al momento che si riporta il bicchiere utilizzato).
Intento nobile s’è detto. Ma c’è chi ha deciso di farne un piccolo business «criminale». Un vero e proprio furto che in un caso, venerdì sera, ha fruttato oltre 600 franchi. «Stavamo trasportando del materiale dalla cella frigo alla nostra tendina e, per un attimo, non abbiamo messo il lucchetto alla porta» ci racconta il responsabile di uno dei tanti punti di ristoro della manifestazione che sono affidati alle società locali.
«Nella cella teniamo anche le casse con i bicchieri puliti – continua il nostro interlocutore –. Probabilmente ci tenevano d’occhio e tra un passaggio dal bar alla cella hanno approfittato del momento e ci hanno rubato un cassa piena di bicchieri, ancora sigillata». Bicchieri di plastica, si dirà. Ma in realtà, essendoci un deposito di due franchi, il conto è presto fatto: oltre 300 bicchieri hanno fruttato un bottino di almeno 600 franchi. «Hanno rubato la cassa e probabilmente l’hanno nascosta da qualche parte – ci racconta ancora –. Poi, poco per volta, avranno riconsegnato i bicchieri ai vari bar». Un furto che, verosimilmente, peserà sulle casse dell’associazione la quale, al termine della manifestazione, dovrà coprire il «buco».
Occhi sul bicchiere, sempre
Lamentele simili, stando a quanto abbiamo potuto appurare, sono emerse anche a fine settembre durante la Sagra dell’uva, sempre a Mendrisio. Un fenomeno del quale è a conoscenza anche il Municipio della città. Tornando alla fiera di San Martino, abbiamo avuto occasione di parlare anche con altre persone che, in questi giorni, lavorano ai punti ristoro delle diverse associazioni e società.
Con un po’ di leggerezza un uomo ci spiega che «una volta, in certi luoghi, dovevi stare attento al portamonete che tenevi nella tasca dei pantaloni; oggi devi prestare attenzione affinché non ti rubino il bicchiere». Il riferimento è al fatto che numerosi ragazzini raccolgono i bicchieri «abbandonati» per arrotondare un pochettino la paghetta. In realtà è successo che bastasse un attimo di disattenzione per non vedere più il bicchiere – magari in parte ancora pieno – che era stato temporaneamente appoggiato sul tavolino.
Sempre con la dovuta leggerezza, un’altra persona ci racconta di aver incontrato più volte al bancone, intento a restituire i bicchieri utilizzati, un venditore di rose: «Ha trovato il metodo di arrotondare» ci dice sorridendo.
C’è modo e modo, verrebbe da dire. Guadagnare qualche franchetto sulle stoviglie abbandonate è un conto. Rubare di proposito centinaia di bicchieri è un altro.
