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«Questo disastro è colpa di Claudio Zali, il Consiglio di Stato gli revochi la gestione del lupo»

Piero Marchesi e Fiorenzo Dadò, presidenti di UDC e Centro, tramite una nota attaccano a muso duro il consigliere di Stato leghista: «Non è il momento per altri mini arrocchi o ulteriori pasticci organizzativi, ma per un’azione decisa a tutela di un settore economico importante per il Cantone»
©SAMUEL GOLAY
Red. Online
21.07.2025 08:58

«La gestione del lupo in Ticino è un disastro che ricade interamente su Claudio Zali». Sono i toni, forti, di un comunicato stampa co-firmato dal presidente dell'UDC Piero Marchesi e dal presidente del Centro Fiorenzo Dadò. «I numeri – si legge nella nota – sono  impietosi: tra il 1. febbraio 2024 e il 31 gennaio 2025, il Vallese ha abbattuto 35 lupi, i Grigioni 48, mentre in Ticino solo 3. E non solo: a conferma dell’insuccesso, il 70% degli alpeggi non è  nemmeno proteggibile. Il direttore del Dipartimento del Territorio ha fallito clamorosamente, mettendo in pericolo la sicurezza dei contadini e distruggendo il lavoro e la vita di molti che, a causa del suo manifesto disinteresse, se non addirittura disprezzo, sono costretti ad abbandonare alpeggi e attività agricole».

Il Gran Consiglio, scrivono i due presidenti, «ha già preso posizione, approvando un piano cantonale per la gestione del lupo che richiede misure concrete e urgenti. Tuttavia, il Dipartimento del Territorio, sotto la guida del consigliere di Stato leghista, continua a fare melina, con gravi ripercussioni per i contadini. Non solo non ha gestito la situazione, ma ha anche reso ancora più difficile la vita di chi lavora con fatica e dedizione sulle nostre montagne».

Ieri, affermano Marchesi e Dadò, perfino il Mattino della Domenica, «che per anni ha avuto un occhio di riguardo per Zali», si è visto «costretto a prendere atto dei suoi fallimenti». E ancora: «Se avesse avuto il coraggio di chiedergli un passo indietro e riconoscere gli errori a suo tempo, la situazione del lupo e di altre problematiche sarebbe sicuramente migliore. Il Mattino della domenica, organo ufficioso del Movimento leghista, ha finalmente messo in luce la realtà: la gestione del lupo è fuori controllo. La Lega dei Ticinesi, di conseguenza, non può più relativizzare i fallimenti del suo Consigliere di Stato».

Di qui le richieste: «Chiediamo con urgenza che il Consiglio di Stato imponga a Zali e al DT misure concrete e tempestive, rendendole pubbliche. Non possiamo più tollerare che il suo disinteresse e disprezzo continui a compromettere la sicurezza dei nostri agricoltori e il futuro delle regioni periferiche. Se il direttore del DT non è in grado o meglio, non vuole agire, il Consiglio di Stato deve allora intervenire rapidamente, ritirandogli le competenze in merito alla gestione del lupo. Non è il momento per altri mini arrocchi o ulteriori pasticci organizzativi, ma per un’azione decisa a tutela di un settore economico importante per il Cantone».

Diversamente da Zali, ribadiscono Marchesi e Dadò, «noi difendiamo chi vive nelle periferie e nelle valli, chi lavora con impegno per mantenere le proprie tradizioni e attività, chi mantiene la propria famiglia con il suo duro lavoro. La vita di un contadino, che combatte quotidianamente contro il lupo e le sfide del suo mestiere, è molto più ardua di quella di chi, confinato nel Palazzo delle Orsoline, presume di sapere cosa sia giusto o sbagliato per un settore economico cruciale. I contadini di montagna meritano risposte concrete, non promesse vuote. È ora di agire per proteggere il nostro territorio, le nostre tradizioni e il nostro futuro. Il Consiglio di Stato agisca, subito».

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