La storia

Se Lugano sembra Rio de Janeiro

Quando la promozione turistica diventa racconto: Rita Angelone, giornalista zurighese, sta descrivendo le perle del nostro cantone sul suo blog per famiglie
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Marcello Pelizzari
25.08.2021 06:00

Un freno. E una possibilità. Il coronavirus ha ristretto l’orizzonte, limitando spostamenti e viaggi. Soprattutto, costringendo il turista ad arrangiarsi a pochi passi da casa. Detto, fatto: gli svizzeri hanno (ri)scoperto la Confederazione. Ne sa qualcosa il nostro cantone. Citiamo Angelo Trotta, direttore di Ticino Turismo: «Con la pandemia i pernottamenti da parte di nostri connazionali sono passati dal 60 a quasi il 90%. Inoltre, nel 2020 abbiamo constatato un incremento delle famiglie che hanno scelto il Sud delle Alpi come meta delle vacanze estive». Urca.

Famiglie. Estate. Da un angolo della memoria rispunta il nome di Rita Angelone. Zurighese, blogger, giornalista. Quasi quindici anni fa diede vita a una piattaforma online, dieangelones.ch. L’idea era allo stesso tempo semplice e rivoluzionaria: condividere suggerimenti, dritte e altro ancora con altri genitori. Viaggi, ma non solo. Un blog per famiglie, capace nel tempo di guadagnare in termini di consensi e popolarità. Al punto da attirare l’attenzione proprio di Ticino Turismo. E così, Rita e la sua famiglia quest’estate hanno passato tre settimane alle nostre latitudini. La primissima puntata è stata pubblicata il 21 agosto, le altre arriveranno. L’abbiamo contattata per saperne di più. E, ancora, per capire com’è visto (e vissuto) il Ticino oltre il San Gottardo.

Il sud della Svizzera
Rita ci accoglie con il sorriso. Quindi, fa subito una premessa. «Le mie origini sono italiane» dice. Ovvero, «quando ero piccola andavo sempre in Italia assieme ai miei genitori per le vacanze». Il Ticino, insomma, all’epoca era soltanto un luogo di passaggio. «L’obiettivo era arrivare al più presto a Chiasso e poi, finalmente, in Italia». Rita, oggi, è mamma di due ragazzi. E proprio grazie ai figli ha scoperto, davvero, il nostro cantone. «Da neomamma, anni fa, mi dicevo: dove potremmo andare in ferie? I viaggi troppo lunghi non sono proprio adattissimi, per cui assieme a mio marito optammo per il Ticino. In fondo, è il sud della Svizzera. Ha un’atmosfera mediterranea, una certa italianità. Beh, ce ne innamorammo. Primavera, estate, autunno. Che meraviglia».

Con il passare degli anni e con l’aumentare delle frequentazioni, Rita e la sua famiglia hanno scoperto altresì mete più discoste e meno acclamate. Non solo Lugano, Ascona e Locarno per intenderci. «Una città bellissima come Bellinzona è arrivata tardi» ammette la nostra interlocutrice. «L’abbiamo scoperta negli ultimi tempi. Quest’estate invece abbiamo scoperto Airolo. Un paese che mi ha sorpreso molto». Rita ne è convinta: «La pandemia, a suo modo, è stata una chance per il Ticino». Divenuto, all’improvviso, un’ambita meta di vacanza. «E questo perché, appunto, hai temperature gradevoli, il sole. Perché, banalmente, il Ticino è il sud e quando sei costretto a rimanere in Svizzera cerchi il sud. Noi, come famiglia, già nel 2020 avevamo progetti diversi. Un viaggio più lontano, ora che i ragazzi sono cresciuti. La pandemia ci ha spinti a trovare soluzioni alternative. Ma da una cosa negativa come il coronavirus ne è nata una positiva. Un anno fa abbiamo passato alcuni giorni in Ticino e lì, beh, ci siamo detti che nel 2021 ci saremmo presi tre settimane. Il tempo necessario per conoscere meglio il cantone. Da una costruzione, quindi, è nata una voglia».

La partnership con Ticino Turismo è proseguita nel 2019 e nel 2020. Il tema, due anni fa, era la sostenibilità. L’anno successivo, invece, ci siamo occupati di mobilità

Le code e il treno
La collaborazione con Ticino Turismo, per contro, risale al 2018. «L’idea era presentare posti adatti alle famiglie a un pubblico diverso, quello della regione di Zurigo e in generale della Svizzera interna» dice Rita. «Lanciammo subito un hashtag, #ticinomoments. Parteciparono altri blogger». Il successo fu immediato. «La partnership è proseguita nel 2019 e nel 2020. Il tema, due anni fa, era la sostenibilità. L’anno successivo, invece, ci siamo occupati di mobilità. Quest’anno ci siamo concentrati in particolare sulla galleria di base del Monte Ceneri e sulla vicinanza fra Zurigo e il Ticino. In futuro, chissà, il tema potrebbe essere l’acqua».

Ci soffermiamo sulla parola chiave del 2019, mobilità. E a Rita facciamo la solita domanda: possibile che, dopo anni e anni di code chilometriche, il turista svizzerotedesco prediliga ancora l’automobile per venire in Ticino? «Non so se questa particolarità sia una tipicità della Svizzera interna. Credo valga per tutti. La macchina, in particolare con i bambini, è vista ancora come una soluzione comoda. Perché, beh, ti permette di caricare molto bagaglio. In passato anche noi ci siamo mossi in automobile. Stavolta, però, ci siamo impuntati: treno e mezzi pubblici. È stato bello, stimolante, avvincente anche. Serve un pizzico di organizzazione, ma è possibile fare tutto e arrivare dappertutto. Trovando anche combinazioni interessanti: la nostra prima tappa, ad esempio, era Airolo. Le valigie però le abbiamo spedite già alla tappa successiva, limitandoci agli zaini per la Leventina».

Penso sia proprio così, il Ticino è una destinazione sexy. E noi siamo stati capaci di posizionarla in un certo modo

Se Zurigo diventa mediterranea
Ma com’è visto il Ticino oltre San Gottardo? È davvero una destinazione sexy, come traspare dai social? «Penso sia proprio così, sexy» risponde Rita. «Siamo stati capaci, noi blogger, di posizionarla in un certo modo. Cercando i posti più nascosti e, ancora, fotografandoli in modo che sembrassero, diciamo, esotici. Quando abbiamo visitato la bellissima cascata di Santa Petronilla, sopra Biasca, pensavamo di essere in Costa Rica o in Brasile. A Lugano, con un po’ di fantasia, il San Salvatore può sembrare il Pan di Zucchero a Rio de Janeiro. Giocando con questi aspetti puoi far passare il messaggio giusto. E cioè che non serve andare lontano quando hai tutto, ma proprio tutto, a due passi da casa».

Detto del Ticino, anche Zurigo – dove Rita vive e lavora – sta cambiando. Per certi versi, è stata contagiata. «Sì, penso che voi ticinesi ci abbiate contagiato» racconta la giornalista. «È qualcosa che ho osservato e osservo tutt’ora anche io. Zurigo sta cambiando: la gente vuole sempre di più spazi all’aperto, lidi, ristoranti in riva al lago. Credo che la città stia subendo, in positivo, l’influsso dell’Italia e appunto del Ticino. E sia diventata un pizzico più mediterranea». Il Ticino, dicevamo, è nel cuore di Rita. «E lo sono anche i blogger del vostro cantone. Con cui sono nate vere e proprie amicizie». Già, il coronavirus è stato un freno. Ma anche una possibilità.

© dieangelones.ch
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