Verso le urne

Secondo «ciak» per l'ecocentro: a Origlio si vota sul nuovo progetto

I favorevoli: «Il terreno scelto non solo è l'unico disponibile, ma anche quello che creerà meno disturbo ai vicini» – I contrari: «Otterremmo più esalazioni, il traffico, inquinamento fonico e ambientale, con un impatto negativo sulla qualità della vita
©Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
27.02.2024 06:00

Se fosse un film, potremmo intitolarlo Ecocentro 2, il ritorno. Alle urne. Già: Origlio si prepara a rivotare sulla creazione di una nuova struttura per i rifiuti. Ne parliamo con Valter Gianesello (favorevole al progetto) e Stefania Buzzetti (membro del comitato contrario).

Le domande

1) Cosa guadagnerebbe Origlio con la realizzazione del progetto voluto dal Municipio e contestato da un referendum?

2) Cosa perderebbe Origlio con la realizzazione del progetto voluto dal Municipio e contestato da un referendum?

Le risposte

1) Valter Gianesello: «Il progetto proposto ha trovato accoglienza da parte delle forze politiche, e il voto in Consiglio Comunale un ampio consenso con l’appoggio di 16 consiglieri comunali su 25, anche grazie al ridotto costo di 935 mila franchi rispetto ai maggiori crediti richiesti in precedenza. Nonostante questa larga maggioranza, nel rispetto delle regole democratiche, alcuni cittadini hanno raccolto le firme necessarie per un referendum. Perché noi vogliamo un ecocentro ad Origlio? Il centro raccolta rifiuti attualmente occupa una parte del posteggio «al Lago» e non è a norma. Pure il posteggio non è a norma e deve essere riqualificato, con un incremento del numero degli stalli, che devono anche essere allargati. La riqualificazione permetterà di ottemperare alle richieste del Cantone, che prevedono l’eliminazione dei posteggi adiacenti all’oasi ricreativa. Questa opera non lascia spazio per un centro di raccolta rifiuti, che deve necessariamente essere spostato nell’unico terreno disponibile per un ecocentro, come approvato dal Consiglio di Stato. Se il progetto non sarà approvato alle urne, i rifiuti dei cittadini di Origlio (tranne i RSU) dovranno essere portati al centro Serta di Lamone con il relativo aumento del traffico, dell’inquinamento e dei costi. Il mappale definito per la realizzazione non solo è l’unico possibile nel Comune di Origlio, come testimoniato dal Consiglio di Stato, ma è anche stato dimostrato da perizie indipendenti che la collocazione del nuovo ecocentro su quella parcella non causerà ai viciniori disturbi dovuti al traffico, agli eventuali odori o rumori provocati dal servizio. Inoltre, il terreno interessato dalla realizzazione dell’ecocentro è una parcella caratterizzata da alberi di scarso valore, un’area occupata da piante invasive e non autoctone quali le palme e il lauro ceraso. Origlio non ha bisogno di questo piccolo terreno boschivo per vantare un’assoluta eccellenza nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio verde: è un Comune da sempre all’avanguardia per la conservazione del patrimonio naturalistico e culturale».

1) Stefania Buzzetti: «Sicuramente, con la realizzazione di questo progetto, guadagneremmo in esalazioni, traffico, inquinamento fonico e ambientale; inoltre avremmo meno verde, più cemento, più tasse, più imposte, eccetera». 

2) Valter Gianesello: «Cosa perderebbe Origlio realizzando questo progetto? Una parcella di terreno verde che i referendisti definiscono pregiato, ma che, come già sottolineato, è zona affollata di piante di scarsa qualità botanica ed infestata da piante invasive di origine non autoctona, quali palme e lauro ceraso».

2) Stefania Buzzetti: «Il progetto dell’ecocentro a Origlio ha come obiettivo principale lasciare maggior spazio al posteggio. Nota bene: nessun ordine di sfratto è stato emesso dalle autorità cantonali, solo un’intimazione di messa a norma della pavimentazione (giugno 2021)! L’ufficio dei rifiuti e dei siti inquinati di Bellinzona può confermare quanto da noi affermato! L’attuale zona rifiuti verrebbe quindi volontariamente trasferita da un luogo ideale, facilmente accessibile da automezzi (il posteggio), inserendola in una zona abitata. Questo «trasloco» apporterebbe esalazioni, puzzo, rumori, inquinamento atmosferico e un ulteriore aumento del traffico sulla strada cantonale già fortemente sollecitata, con un impatto negativo sulla qualità della vita dei residenti. Per fare ciò, bisogna dapprima procedere con l’abbattimento del bosco che occupa il fondo di destinazione e cementificare il tutto. Non verrebbe effettuato un adeguato rimboschimento compensativo, come impone la legge Federale sulle foreste, ma pagata una penale monetaria, forse già elargita. Immaginiamo se ogni Comune del cantone procedesse ad un disboscamento di mille metri quadrati! Come si potrebbe perdonare tale operazione in un contesto di riscaldamento globale? Questo disegno di progetto è una cosa unica in Ticino, se non in Svizzera. In sintesi, sebbene per alcuni l’ecocentro potrebbe essere l’illusione di una soluzione adeguata, le pesanti ripercussioni sull’immagine, sulla qualità della vita e l’ambiente locale, e principalmente sulle finanze del Comune e dei contribuenti, rendono il progetto insostenibile e potenzialmente dannoso per Origlio e la sua comunità. Non è il momento, né mai lo sarà, di barattare la salute collettiva per dei presunti vantaggi che mai si concretizzeranno. Inoltre, la leggerezza con cui le nostre autorità hanno sottovalutato il forte impatto economico sui contribuenti, è un errore inaccettabile. I futuri e annunciati disavanzi cantonali si ripercuoteranno inesorabilmente sulle finanze comunali; non è il momento di dar fondo alle risorse finanziarie del Comune per un ecocentro di 1,6 milioni (opere accessorie incluse, ndr). Anche Origlio deve «sposare una politica economica coerente», non solo il Cantone, e «usare in maniera razionale le risorse per far fronte alle necessità correnti», come decantato in Gran Consiglio dal nostro sindaco all’apertura dei lavori».

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