Sequestrate 425 confezioni di mattoncini Lego contraffatti a due passi dal Ticino

I Lego sono pericolosi? Dipende. Riformuliamo: i mattoncini originali no, quelli contraffatti sì. Per questo motivo, oltreconfine la Guardia di Finanza di Como ha intensificato i controlli relativi alla commercializzazione, citiamo, «dei prodotti di uso comune potenzialmente pericolosi per la sicurezza dei consumatori». L'esito di questi controlli? Sono state sequestrate 425 confezioni di mattoncini da gioco compatibili con gli originali Lego.
Nel dettaglio, «a seguito dell’attività di costante monitoraggio delle attività economiche presenti nel proprio territorio di competenza, i Finanzieri della Compagnia di Erba hanno proceduto al controllo di cinque attività commerciali, operanti tra Erba e Cantù, di cui quattro gestite da cittadini di origine cinese e una gestita da cittadini italiani». Le ispezioni hanno appunto consentito di sequestrare 425 confezioni di mattoncini da gioco compatibili con i famosi Lego – in alcuni casi è stata apposta sulle confezioni un’etichetta aggiuntiva, in lingua italiana, riportante proprio la denominazione «Lego» –, «messi in vendita in violazione delle norme poste a tutela dei brevetti, marchi e altri diritti di privativa industriale».

I falsi Lego, dal costo inferiore, meno della metà, rispetto agli originali, sono totalmente compatibili con i Lego veri. Il consumatore, in questo modo, è indotto all'errore. E all'inganno. Ancora la Guardia di Finanza: «Il disegno del mattoncino da gioco, famoso nel mondo, è registrato e tutelato all’interno dell’Unione Europea, così come ha confermato l’ultima sentenza del Tribunale della Corte di Giustizia dell’U.E. del 24 gennaio 2024. Per questi motivi, i rappresentanti legali delle imprese controllate sono stati deferiti in stato di libertà all’autorità giudiziaria». È contestato loro il reato di commercio di prodotti con segni falsi.
L’illecita riproduzione/produzione e commercio di marchi/modelli registrati, oltre a costituire reato e a danneggiare il sistema Paese per le ingenti perdite di gettito fiscale prodotte dalla filiera del falso, «alimenta a tutti gli effetti un meccanismo di concorrenza sleale nell’economia reale, nonché mina l’esistenza di un mercato competitivo ove gli operatori economici regolari hanno diritto di beneficiare di condizioni eque di concorrenza e i consumatori sono tutelati, sia sotto il profilo commerciale che della salute».
Sulla base del principio di presunzione di innocenza, conclude la Guardia di Finanza, «la colpevolezza delle persone sottoposte a indagine sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna».