Luganese

«Sì» al sorpasso di spesa per la rete tram-treno

La Commissione della gestione del Gran Consiglio accoglie il rapporto Ferrara-Dadò che fa sue le modifiche al progetto del Governo – Soddisfatti i due relatori: «È un’opera strategica, i dubbi che c’erano sul superamento dei costi sono stati risolti»
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
03.12.2025 06:00

Nuovo passo in avanti per la realizzazione della rete tram-treno del Luganese. La Commissione gestione e finanze del Gran Consiglio ha accolto ieri il rapporto di Natalia Ferrara (PLR) e Fiorenzo Dadò (il Centro) che dà il via libera allo stanziamento di un credito supplementare di 87,3 milioni franchi e all’aggiornamento dell’autorizzazione a una spesa di 262,5 milioni di franchi per la costruzione dell’opera. Il rapporto passerà ora al vaglio del Parlamento - già nella seduta di metà dicembre - per l’approvazione definitiva. L’eventuale luce verde del Gran Consiglio dovrà in ogni caso «fare i conti» con i 5 ricorsi tuttora pendenti davanti al Tribunale amministrativo federale (TAF), che però «non mettono in discussione il progetto, né lo modificheranno», specifica Dadò. L’auspicio è che una sentenza possa giungere entro la prima metà del 2026 cosicché la messa in esercizio non possa andare oltre il 2035. «Spero davvero che il TAF possa decidere subito e a favore del tram-treno - aggiunge dal canto suo, Ferrara -. Questo anche perché i dubbi e le preoccupazioni sono stati chiariti. Bisogna infatti dire che più che un superamento di spesa siamo di fronte a un aggiornamento di un progetto che è stato modificato e migliorato». Sulla stessa lunghezza d’onda si esprime Dadò. «Tutti in Gestione condividono il fatto di trovarsi di fronte a un’opera strategica e molto importante per il Luganese e per questo è doveroso portarla avanti», sottolinea. Tutto questo anche perché «siamo stati rassicurati sul sorpasso di spesa. I dubbi che c’erano sono stati insomma risolti».

Al superamento dei costi si è giunti passo dopo passo, dopo che il 19 giugno 2018 il Gran Consiglio aveva approvato un credito netto di 63,2 milioni di franchi e l’autorizzazione a effettuare una spesa di 400,6 milioni. Tutto questo quando dall’8 gennaio al 7 febbraio 2018 - periodo durante il quale era avvenuta la pubblicazione della «prima» variante - erano state presentate 128 opposizioni. Si arriva così al 2019 quando il Governo, visto, appunto, l’elevato numero di opposizioni riscontrate nella fase di pubblicazione, inizia a introdurre tutta una serie di modifiche al progetto. Tra queste, ad esempio, nuovi sottopassi, nuovi Park & Ride e nuove modifiche all’interno della stazione FFS di Lugano. Tutto risolto? Macché. Contro gli aggiornamenti al tracciato arrivano altre 115 opposizioni. Che a seguito di incontri di conciliazione del Dipartimento del territorio, con il supporto delle Ferrovie Luganesi SA (FLP) si riducono prima a 14 e poi, come detto poc’anzi, a 5.

Un sorpasso di spesa a cui si è giunti passo dopo passo, dunque. Ma anche un sorpasso analizzato in profondità dal punto di vista dei costi da esperti terzi indipendenti incaricati allo scopo da RTTL SA, la società detenuta al 100% da FLP costituita il 26 ottobre 2023 per realizzare la tappa prioritaria della rete tram-treno del Luganese. RTTL SA che dal canto suo non è stata ferma ad aspettare l’avvio dei lavori ma nel corso del 2025 si è portata avanti assegnando a varie aziende e consorzi tutta una serie di mandati di progettazione e di accompagnamento necessari alla realizzazione dell’opera.

Nel frattempo, anche la Commissione della gestione non è rimasta con le mani in mano. Ma ha svolto approfondimenti e sentito in audizione lo scorso 18 novembre anche una delegazione del Consiglio di Stato. Questo anche perché prima del messaggio del Governo del 10 settembre 2025 sul sorpasso di spesa si sono rincorse perplessità, critiche e obiezioni. Tra queste c’è stato anche chi ha chiesto di rinunciare ad alcune parti dell’opera, modificando, di fatto, il progetto, così come pubblicato in seconda battuta. Richieste, arrivate anche da associazioni del territorio che a mente del Governo, ma anche della Gestione non possono essere prese in considerazione, perché così facendo si dovrebbe ricominciare dall’inizio, perdendo tempo sulla progettazione e correndo rischi sul finanziamento da parte della Confederazione, che ha già confermato la bontà del progetto rivisto e aggiornato.

Accogliendo ieri il rapporto di Ferrara e Dadò, la Gestione si aspetta infine di essere informata almeno una volta l’anno dal Consiglio di Stato su eventuali nuovi aggiustamenti dei costi effettivi di realizzazione, ma anche su eventuali variazioni dei tempi, scostamenti di programma e criticità. A venir richiesto al Governo è insomma un filo diretto con i commissari, vista la grandezza e la complessità del cantiere, ma anche la messa in esercizio, non proprio dietro l’angolo dell’infrastruttura, per la quale oggi sono necessari 800 milioni di investimento, di cui oltre 500 garantiti dalla Confederazione, al posto dei 400 previsti in un primo momento.

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