Luganese

Sparatoria ad Agno: la doppietta a canne mozze e l'arresto del padre

Emersi nuovi dettagli sul fatto di sangue avvenuto domenica — La testimonianza: «Il giovane ferito gridava contro uno scooterista: "Disgraziato, sei stato tu"» — Stabili ma gravi le condizioni del 22.enne
©Gabriele Putzu
Red. Online
08.08.2022 12:15

(Aggiornato alle 16.23) Sono emersi, in mattinata, alcuni dettagli della sparatoria verificatasi ieri ad Agno. Un 22.enne svizzero domiciliato nel Luganese, lo ricordiamo, è stato trovato gravemente ferito domenica mattina in via Aeroporto: a raggiungerlo uno o più colpi di arma da fuoco. Secondo nostre informazioni, la polizia avrebbe trovato sul luogo della sparatoria due bossoli. Non solo: il 49.enne arrestato ieri dalla polizia nel corso di un blitz in Val Mara, presunto autore dell'aggressione, sarebbe il padre del giovane ferito: i due vivrebbero a Rovio. 

Stando al racconto di un testimone da noi raggiunto, quelli di ieri mattina sono stati attimi molto concitati. L’ex guardia di confine, ora in pensione, Rinaldo Caimi, residente proprio nella via in cui il giovane è stato soccorso dopo essere stato colpito da una doppietta a canne mozze, ci spiega: «Verso le 10 ho sentito una voce maschile gridare "Aiuto! Aiuto! Sono ferito. Sto male, aiutatemi". Mi sono avvicinato e ho visto un ragazzo correre lungo la strada a torso nudo. Si premeva una maglietta sporca di sangue sull’addome. Ho cercato di calmarlo e mi ha detto che gli avevano sparato». In quel momento, prosegue Caimi, «arriva una macchina guidata da una signora, che si ferma. Il ragazzo le chiede di essere portato all’ospedale. Io le ho detto di chiamare l’ambulanza, ma lui ha insistito. Voleva essere portato via». Temendo forse che l’aggressore fosse in zona, il giovane chiede alla donna di girare la macchina verso un’altra direzione. «Subito dopo arriva uno scooter. Il guidatore scende e apre la porta della macchina, come per aiutare il ragazzo», afferma il testimone. Tra i due, però, scoppia un breve alterco, con il 22.enne che gli dà del disgraziato: "Sei stato tu", l’ho sentito dire». I due sembrano conoscersi: «L’ha chiamato per nome, parlava in dialetto e diceva di non c'entrare nulla», rammenta Caimi, che riesce a segnarsi il numero della targa dello scooter, che nel frattempo si allontana. «Ho avvisato la polizia e poi la signora ha portato il giovane in ospedale». Da successive ricerche, lo scooter viene infine ritrovato proprio a Rovio, presso il domicilio della famiglia. 

Rimangono molte, ciononostante, le domande aperte, soprattutto riguardo al movente. Nel frattempo le condizioni del 22.enne rimangono stabili seppur gravi.

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