Città

Spunta un orto urbano in pieno centro a Lugano

Negli spazi esterni dell’Hotel LuganoDante è stato creato un vero e proprio ecosistema – Dalla biodiversità alla produzione sostenibile di prodotti: il progetto è una prima ticinese
L'agronomo Lorenzo Tognola al lavoro. © LuganoDante
Valentina Coda
23.03.2023 17:24

È una storia di passione per la biodiversità e competenze che si intrecciano quella che ha portato in pieno centro a Lugano un orto urbano basato sulla produzione sostenibile di prodotti, secondo i dettami dell’agricoltura biologica, e sulla promozione della diversità biologica sia animale che vegetale. Un progetto, nominato «Flamel Urban Farming», nato dall’unione di idee tra il team di Future Farmers e quello dell’Hotel LuganoDante, dove negli spazi esterni sopra la struttura è stato creato un vero e proprio ecosistema. L’iniziativa, una prima ticinese che si basa su questo concetto, è stata presentata oggi all’attenzione delle autorità cantonali e municipali, dei rappresentanti del settore turistico, economico e finanziario ticinese.

Di tentativi falliti e idee vincenti

Il progetto è stato messo sulla carta nel 2019 e riprende il trend internazionale degli orti urbani. Il general manager del LuganoDante, Carlo Fontana, ha parlato di biofilia per spiegare la filosofia che sorregge l’iniziativa. «L’orto urbano ne è l’esempio perfetto: cosa c’è di più bello che coltivarlo e portare i prodotti sulle nostre tavole? Questo progetto unisce la nostra filosofia gastronomica all’impegno per l’ambiente, la sostenibilità e la comunità locale». Per concretizzare tutte le idee i tentativi sono stati molteplici. Il punto di partenza, però, è stato quello di produrre prodotti sostenibili per la cucina del LuganoDante. «All’inizio abbiamo selezionato ortaggi e piante aromatiche per vedere come si comportavano in un ecosistema completamente diverso da quello della campagna – ha spiegato l’agronomo momò e co-fondatore di Future Farmers, Lorenzo Tognola –. Parliamo del centro di Lugano circondato da palazzi, un’insolazione diversa e tutta una serie di fattori che avrebbero potuto influenzare le condizioni e la crescita delle piante». Dopo questo primo esperimento (fallito), il focus è stato spostato sulle erbe aromatiche e officinali. Si è deciso di unire l’idea della produzione sostenibile all’interazione tra piante per annullare l’utilizzo di input chimici. «Ci siamo accorti che stavamo promuovendo la biodiversità urbana e che avremmo potuto fare la stessa cosa con gli animali», ha rilevato. Detto, fatto. L’aiuto di professionisti del settore, come Alleanza territorio e biodiversità, Protezione pipistrelli Ticino, Amici del riccio, il coordinatore cantonale api selvatiche e l’Associazione fiori selvatici, è stato fondamentale per capire come creare dei micro ecosistemi applicabili all’orto urbano a favore di api selvatiche, insetti, farfalle e uccelli. Sono stati creati anche dei rifugi per pipistrelli e un parco per la riabilitazione e supporto di ricci in difficoltà. LuganoDante ha infatti ricevuto il via libera per tenere animali selvatici in difficoltà per poi liberarli in natura. E pochi giorni fa è arrivato il primo riccio, nominato «Dante» simpaticamente dalla struttura.