Il caso

SUPSI: chiedono «l’aiuto da casa», esame annullato per tutti

Uno o più studenti del primo anno di Cure infermieristiche alla SUPSI avrebbero cercato suggerimenti dall’esterno durante una prova - La Scuola universitaria conferma: «La fattispecie è particolarmente grave, da qui in avanti rafforzeremo le misure di controllo»
©Gabriele Putzu

Altolà. È tutto da rifare. La comunicazione, arrivata del tutto inaspettata, ha sorpreso gli studenti del primo anno del corso di studi in Cure infermieristiche della SUPSI al termine di una delle prove di esame della sessione estiva. «Durante lo svolgimento della prova - racconta uno di loro, il cui nome è noto alla redazione - siamo stati invitati a non lasciare l’aula. Ci è stato spiegato che sarebbe seguita una comunicazione importante al termine dell’esame». Poco dopo, ecco l’annuncio da parte della responsabile della formazione. Lo studente continua: «Ci è stato detto che si erano verificate gravi irregolarità durante lo svolgimento della prova. E che, pertanto, l’esame sarebbe stato annullato per tutti noi. Parliamo di oltre un centinaio di studenti».

Già, ma che cosa sarebbe accaduto di preciso? In pratica, mentre gli studenti erano impegnati in aula per svolgere l’esame online, alcuni di loro – quanti, però, ancora non si sa – avrebbero chiesto «l’aiuto da casa». Collegato a un altro pc ci sarebbe quindi stato un amico o un parente che avrebbe svolto l’esame al posto dello studente seduto in aula. Da noi contattata, la direzione della SUPSI ha confermato il caso. In una breve nota, l’istituto fa sapere effettivamente che «a causa di una frode è stato deciso di annullare un esame svolto online dal primo anno del corso di laurea in Cure infermieristiche». In particolare, viene spiegato che l’episodio «riguarda l’utilizzo premeditato e improprio degli strumenti informatici a disposizione, che avrebbe condizionato il regolare svolgimento della prova». Nello specifico, «una o più persone presenti in aula hanno tentato di far svolgere l’esame da terze persone collegate da remoto». Si tratta, precisa ancora la SUPSI, di «un’aperta violazione del codice etico generale, sottoscritto all’inizio del percorso formativo, nonché dell’autodichiarazione etica in cui studentesse e studenti attestano di svolgere un esame nel pieno rispetto delle regole».

Invitati a farsi avanti

Per permettere di definire l’ampiezza della violazione e identificare le persone coinvolte, «è stato deciso di annullare l’esame di tutta la classe, che conta circa 140 persone, e riproporlo in formato cartaceo ancora durante la sessione d’esame che terminerà venerdì 20 giugno». Gli studenti, quindi, saranno chiamati a ripetere la prova. Non più online, stavolta, ma prendendo in mano carta e penna. La decisione, tiene comunque a precisare la Scuola universitaria, «è stata comunicata questa mattina all’intera classe in un momento di confronto con le responsabili della Formazione, che hanno invitato le persone coinvolte ad autodenunciarsi». La fattispecie è «particolarmente grave», rimarca la SUPSI: «Non solo per la violazione del patto formativo, ma soprattutto per il percorso di studi e professionale che le persone coinvolte stanno seguendo, fondato sui principi di fiducia e responsabilità». Le misure di controllo introdotte, viene inoltre spiegato, «non hanno impedito il tentativo di frode, comunque accertato in tempo, a cui si riuscirà a dare un’esatta definizione grazie all’utilizzo di strumenti digitali». Insomma, sono da attendersi altri approfondimenti per chiarire tutti i contorni della vicenda. In tutti i casi, la SUPSI da qui in avanti sarà ancora più scrupolosa: «Sulla scorta di questa esperienza verranno rafforzate le misure e i controlli per evitare il ripetersi di simili situazioni».

Malumori tra gli studenti

Ma la decisione presa dall’ateneo non ha mancato di suscitare un certo malumore tra gli studenti, alcuni dei quali hanno parlato di una scelta «inaccettabile». «La scelta di procedere con la modalità degli esami online è stata loro. Quindi era un rischio da calcolare», ha spiegato al Corriere del Ticino proprio uno degli studenti che si troveranno costretti, domani, a tornare sui banchi. Secondo il parere di alcuni, infatti, una realtà universitaria non può farsi trovare impreparata. «La SUPSI avrebbe dovuto prendere le necessarie contromisure per tempo, ad esempio dotandosi di un software in grado di bloccare qualsiasi possibilità di comunicare con l’esterno. Invece, a quanto pare, così non è stato. O comunque qualcosa deve essere andato storto. Ma decidere adesso, alla luce di quanto accaduto, di penalizzare gli studenti di un intero anno, obbligandoli a ripresentarsi è inammissibile». Certo, ammette, «è sbagliato sotto tutti i punti di vista quanto accaduto, ma la “scopiazzatura” esiste dalla notte dei tempi. Ora che le nuove tecnologie vengono utilizzate quotidianamente, ci aspettiamo che l’università corra ai ripari».

Adesso il rischio è di essere espulsi

Rischiano grosso, ora, gli studenti che hanno chiesto a chi stava a casa di svolgere l’esame al posto loro. Addirittura, potrebbero essere espulsi dalla SUPSI. Il Regolamento per gli studi bachelor e master parla infatti chiaro. All’articolo 16, capoverso 1, viene infatti spiegato che «ogni forma di frode (per esempio l’utilizzo di strumenti e dispositivi non concessi, lo scambio non concesso di informazioni con altre persone, la violazione delle indicazioni fornite dagli esaminatori, ecc.) e di plagio, rispettivamente ogni tentativo di frode o di plagio, comporta l’attribuzione della valutazione 1.0 rispettivamente l’attribuzione della menzione “non certificato”». In caso di gravi casi di frode o plagio, si legge invece al capoverso 3, il direttore generale della SUPSI «può pronunciare l’esclusione dello studente dalla SUPSI o la revoca del titolo di studio». Non a caso, al capitolo 17, quello relativo alle sanzioni, viene precisato che «comportamenti scorretti e/o infrazioni alle disposizioni e normative SUPSI (...) possono comportare, a seconda della gravità, le seguenti sanzioni, anche cumulabili: l’ammonimento, l’allontanamento da moduli o prove, la revoca di crediti, il risarcimento danni, la sospensione, l’esclusione dalla formazione, l’esclusione dalla SUPSI o la revoca del titolo di studio». I responsabili della Formazione, ieri davanti alla classe, hanno invitato i responsabili della frode a farsi avanti. Ma le conseguenze del gesto potrebbero essere molto pesanti.