Finanze

Tassi più alti: Lugano, attenta ai debiti

La Città ad oggi deve restituire alle banche un totale di 875 milioni di franchi - Il recente aumento degli interessi tuttavia non preoccupa troppo il sindaco Michele Foletti
©CdT/Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
28.07.2022 06:00

Quando vi dicono che ci sono una notizia buona e una cattiva, quale preferite ascoltare per prima? Provando a indovinare cosa risponderebbe la maggioranza dei lettori, cominciamo dalla cattiva. «Il debito della Città di Lugano dev’essere ridotto – hanno detto in diversi, di vari schieramenti e in varie occasioni negli ultimi anni – perché quando i tassi d’interesse aumenteranno, saranno dolori». Ecco: i tassi d’interesse sono aumentati. Stanno ancora aumentando, spinti dalle scosse che sta vivendo il mondo a livello politico ed economico. E se applicati a cifre con otto zeri – Lugano attualmente deve alle banche circa 875 milioni – questi sbalzi percentuali possono avere un certo impatto. Che succederà, quindi, alle finanze cittadine? Il Municipio dovrà posticipare progetti e riorganizzare servizi?Da noi contattato, il sindaco Michele Foletti invita alla calma. «L’aumento dei tassi d’interesse – chiarisce subito – inciderà solo quando dovremo rinegoziare un credito». Cioè quando un prestito arriverà a scadenza e l’autorità comunale – se non vorrà o non potrà saldare il dovuto – dovrà concordare con la banca un nuovo termine e nuove condizioni. E queste ultime, inevitabilmente, saranno influenzate dalla situazione del mercato in quel momento. «La prossima scadenza di un nostro prestito, che ammonta a 100 milioni, sarà a fine estate: vedremo che tassi ci saranno» prosegue il sindaco. «L’analisi comunque va fatta sul totale del debito verso terzi. Abbiamo ad esempio dei prestiti ottenuti tempo fa con dei tassi elevati che, probabilmente, riusciremo a rinnovare a condizioni migliori».

Una tabella con tutti i dettagli sui debiti della Città è pubblicata a pagina 406 del Consuntivo 2021, consultabile anche sul sito del Comune. In sintesi, quest’anno scadono due prestiti da 100 e 20 milioni, l’anno prossimo uno da 25, nel 2024 uno da 100 milioni, nel 2025 tre prestiti per un totale di 90 milioni, nel 2027 uno da 120, nel 2030 e nel 2036 due da 20 milioni, nel 2043 uno da 120 e nel 2070 scadrà quello più oneroso, da 140 milioni di franchi, sperando di essere qui a raccontarvi della sua rinegoziazione. I relativi tassi variano dallo 0,03% al 3,7%, ma la maggior parte di essi è inferiore all’uno percento. Questo per quanto riguarda i debiti e i relativi interessi, aspettando di capire quanto e per quanto aumenteranno.

Ciò che preoccupa di più Foletti sul breve periodo, tuttavia, è un altro effetto della crisi internazionale: l’aumento dell’inflazione. «Quello avrà un’incidenza diretta già dal preventivo del prossimo anno: tra le varie cose dovremo compensare il carovita adattando gli stipendi – le spese per il personale della Città, quest’anno, dovrebbero sfiorare i 153 milioni – inoltre avremo un aumento dei costi energetici, delle costruzioni e delle manutenzioni». Qualcuno, a questo punto, si chiederà che fine ha fatto la buona notizia.

È stata pubblicata ormai qualche giorno fa, ma Lugano ne beneficerà per diverso tempo, anche quando andrà a rinegoziare i suoi prestiti. Parliamo della conferma, per il sesto anno consecutivo, del punteggio Aa3 da parte di Moody’s. È uno dei livelli più alti nella scala dell’agenzia di rating e rappresenta per gli investitori «una prospettiva stabile». La valutazione, come spiegava il Municipio in una nota, è stata allestita sulla base del Consuntivo 2021 e sulle prime informazioni relative alla gestione 2022. Parla di «una buona performance finanziaria sostenuta da una solida governance» e di «un ampio gettito e potenziale fiscale sostenuti da un’economia forte e diversificata». Un’economia che finora sembra aver retto bene l’urto della pandemia. La guerra ha creato un altro terremoto, e trema anche Palazzo civico.