Giudiziaria

Torna il sereno sopra il Lido: Bissone vince la causa civile

La Pretura di Lugano accoglie l’azione giudiziaria intentata dal Municipio e condanna la società a cui erano stati affidati i lavori di ristrutturazione al pagamento di mezzo milione – Appurate irregolarità e fatture gonfiate
I lavori di ristrutturazione sono stati affidati dal Municipio alla società nel 2011. © CdT/Gabriele Putzu
Valentina Coda
29.09.2022 18:26

Ci ha pensato la Pretura di Lugano a mettere fine (forse) alla decennale tempesta politica attorno ai lavori di ristrutturazione del lido di Bissone e alla conseguente causa civile intentata dal Municipio nei confronti della società a cui erano state affidate le opere. Nei giorni scorsi la giudice Franca Galfetti Soldini ha accolto l’azione giudiziaria intentata dal Comune, condannando la società al versamento di mezzo milione di franchi perché colpevole di non aver eseguito i lavori secondo i giusti criteri e di aver gonfiato delle fatture. C’è comunque prudenza a mettere un punto a questa vicenda: rimangono ancora trenta giorni per contestare la sentenza e riaprire i giochi.

La gara d’appalto

La vicenda che ruota attorno al lido di Bissone e alle opere di ristrutturazione è stata disseminata, nel corso degli anni, da vari ricorsi, tre perizie (l’ultima super partes ordinata dalla Pretura, ndr), ritardi, polemiche, rotazioni di dicastero, sospetti e denunce. Una vertenza che poggia su un credito di quasi due milioni di franchi, stanziato dal Consiglio comunale nel 2007, che sarebbe servito per il ripristino delle piscine, dell’impianto di filtrazione e per la manutenzione straordinaria di varie attrezzature. La storia inizia a complicarsi nel 2008, quando il Comune di Bissone decide di indire una gara d’appalto per i lavori, aggiudicati in seguito a un consorzio. A causa di controversie di natura giudiziaria scaturite dall’assegnazione dell’appalto, giudicata irregolare, il Municipio guidato dalla vecchia compagine affidò nel 2011 i lavori di ristrutturazione a una nuova società. La stessa che si trovò sul tavolo una causa civile intentata dall’Ente locale. In seguito, venne aperta anche un’inchiesta penale nei confronti dell’ex sindaco – conclusasi poi con un decreto di abbandono – per presunte irregolarità commesse nell’ambito del risanamento del lido comunale.

I conti non tornano

Unitamente all’inizio dei lavori e all’emissione delle prime fatture (da alcuni definite ad un costo eccessivo e ingiustificato), spuntano anche le prime irregolarità nei capitolati d’appalto. Da quel momento si sussegue un concatenarsi di polemiche, scossoni e pressioni politiche, che culmina in una causa civile, voluta dal Consiglio comunale nel 2016, al fine di fare luce e soprattutto chiarezza sui lavori di ristrutturazione e sui costi fatturati dalla società all’ente locale. Dopo due perizie volute dalle rispettive parti – una dalla società e l’altra dal Comune –, se ne aggiunge un’altra super partes ordinata dalla Pretura di Lugano. La perizia giudiziale aveva evidenziato la presenza di parecchie differenze tra quanto pattuito rispetto a quanto effettivamente realizzato. Ma non è tutto. L’incongruenza più evidente accertata dal perito incaricato è stata quella relativa alla nuova pavimentazione attorno alle varie vasche. In sintesi, l’offerta prevedeva la posa di una pavimentazione a due strati, la società ne aveva invece utilizzata una monostrato e senza effettuare i necessari lavori preparatori. Un’operazione, «non eseguita a regola d’arte» secondo il perito, che ha causato irregolarità nelle fatturazioni.