Tram-treno da affinare? «Il progetto va bene così»

C’è un problema di capienza nelle ore di punta per la futura rete tram-treno del Luganese? Un problema tale da far slittare il voto di settimana prossima per finanziare l’opera, come richiesto dall’UDC? La certezza la si avrà solo martedì, quando la Commissione della gestione del Gran Consiglio sentirà in audizione i funzionari incaricati e il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali allo scopo di chiarire i dubbi e decidere se mantenere o ritirare il proprio rapporto favorevole, necessario affinché il Legislativo si possa esprimere. Dubbi che però il consigliere di Stato Zali, da noi raggiunto, vuole fugare subito: «Esiste un calcolo della capacità che fa parte del progetto definitivo ed è stato allestito da fior fiore di ingegneri specialisti. Un calcolo che ci dice che possiamo stare tranquilli fino alla fase 2 con orizzonte 2045. Ed è anche sulla base di questo calcolo che l’Ufficio federale dei trasporti (UFT) ci ha stanziato 500 milioni di franchi per realizzare l’opera. Confortato da questi fatti, il Governo, come l’UFT, continua a considerare valido e a sostenere il progetto attuale».
Quale sarebbe il problema
La questione è emersa in seguito a un articolo pubblicato mercoledì da laRegione, in cui si dava notizia di una presunta richiesta delle Ferrovie Luganesi SA (FLP) al Cantone di valutare l’anticipo di alcune misure previste in una fase successiva (e ancora da ben definire) per far fronte a un’ipotetica insufficienza dell’offerta nelle ore di punta, anch’essa a sua volta da verificare. Più concretamente, le FLP avrebbero chiesto di verificare la possibilità di anticipare l’arrivo della rete tram-treno al Campo Marzio e alcuni raddoppi di binario fra Ponte Tresa e Bioggio. Non è chiaro se annettendo le misure alla fase 1 oppure tramite una procedura ad hoc che anticipi la fase 2 (cioè l’arrivo del tram-treno sino a Cornaredo). In ogni caso l’approvazione di tali modifiche richiederebbe con tutta probabilità un percorso lungo diversi anni.
Questo sviluppo ha spinto la politica, chiamata sulla carta settimana prossima a sbloccare altri 262 milioni a favore dell’opera (87 a carico del Cantone, gli altri in gran parte della Confederazione), a volerci vedere chiaro. Il gruppo UDC in Gran Consiglio, in particolare, in una lettera firmata dal capogruppo Sergio Morisoli, ha chiesto il ritiro del rapporto della Gestione al fine di avere il tempo di chiarire la fattispecie, dato che la questione era ignota ai commissari: «Il Parlamento - si legge - non può essere posto nella condizione di approvare un credito supplementare in assenza della certezza che gli obiettivi dichiarati - in primis l’aumento della capacità di trasporto secondo quanto previsto nella pianificazione dell’esercizio ferrotranviario - siano effettivamente raggiungibili o che non siano necessari ulteriori investimenti aggiuntivi». Lo stesso Fiorenzo Dadò, co-relatore del rapporto e vicepresidente della Gestione, da noi raggiunto ha affermato di aver chiesto un’audizione dei funzionari incaricati immediatamente dopo aver visto l’articolo del foglio bellinzonese: «Vogliamo capire se siamo di fronte a un problema reale oppure se la questione è nota e conosciuta e non comporta alcun problema per l’avanzamento del credito e del progetto. Attendiamo le delucidazioni e rassicurazioni del caso. Dopodiché decideremo ed evaderemo anche la richiesta dell’UDC».
Un’iniziativa «irresponsabile»
Come visto in entrata, per il direttore del DT Claudio Zali e per il Consiglio di Stato nulla è però mutato: «Le proiezioni ci dicono che per quanto riguarda la capacità ci stiamo dentro con un’ampia riserva. Se il materiale rotabile già in possesso delle FLP rispetta le specifiche, e non ho motivo di dubitarne, non c’è alcun problema. Certo, nelle ore di punta potrà capitare di dover fare il viaggio in piedi, ma questo vale per qualsiasi tram o bus urbano del mondo».
Quanto alle tempistiche con cui è emersa la questione, a pochi giorni dal voto, Zali ha pochi dubbi: «Sono sempre i soliti a fare polemica, soprattutto su quello di cui mi occupo io. Personalmente trovo irresponsabile che per mettere il bastone fra le ruote al sottoscritto si metta a rischio un progetto così importante con un finanziamento federale che difficilmente mai rivedremo in Ticino. Non credo che a motivare queste azioni vi sia l’interesse dei cittadini».
