Truffe Covid: Ministero pubblico di nuovo vittorioso a Losanna
Il procuratore pubblico Daniele Galliano ha nuovamente ottenuto ragione di fronte al Tribunale federale nell’ambito di un caso di truffe ai crediti Covid. Come già in un altro procedimento, che vedrà una nuova udienza davanti alla Corte d’appello e revisione penale (CARP) a fine mese, i giudici di Losanna hanno dato ragione al Ministero pubblico e sconfessato i ragionamenti della CARP. Semplificando un po’, in entrambi i casi la questione riguardava gli obblighi di verifica delle banche nel concedere i crediti Covid dopo l’emanazione di una direttiva della SECO nel maggio 2020. Per la CARP essa imponeva alle banche un dovere di verifica accresciuto, cosa che l’ha portata a ritenere che non vi sia stata truffa nei casi litigiosi, perché gli istituti di credito coinvolti non avrebbero fatto le verifiche che sarebbero stati tenuti a fare. Per il Tribunale federale, invece, non vi era alcun dovere di verifica accresciuto in seguito alla direttiva: «Non era prescritta né prevista una loro verifica da parte della banca, chiamata unicamente ad effettuare un esame della completezza formale della domanda di credito». L’ipotesi di truffa torna dunque in gioco e anche in questo caso l’incarto tornerà alla CARP per un nuovo giudizio.
Da ristabilire anche la pena
Di questa vicenda si ricorderà in particolare l’aspetto folcloristico, perché l’imputato aveva scritto una letterina a Babbo Natale chiedendogli di consigliare clemenza all’allora procuratrice pubblica Francesca Piffaretti Lanz. L’uomo è sospettato di otto truffe COVID e di diversi altri reati. In primo grado era stato condannato a quattro anni, in secondo - malgrado le assoluzioni per alcune truffe COVID - a cinque anni e quattro mesi. Anche sulla pena è atteso un nuovo giudizio, così come sul destino di alcuni gioielli che sarebbero della moglie dell’imputato e che l’accusa vuole confiscare.