Un centro per anziani dove si respira aria di casa

«Il nostro obiettivo era quello di realizzare una casa anziani che uscisse dai canoni classici e un po’ freddi di una struttura di riposo medicalizzata. Volevamo che gli anziani ospitati qui potessero respirare aria di casa, con colori caldi nelle camere e negli spazi comuni e tanta luce e verde intorno». Così l’architetto Michele Arnaboldi, progettista dalla nuova Residenza ai Noci inaugurata sabato a Losone, ha descritto la sua visione per la struttura appena completata, dopo tre anni di cantiere, e che ospiterà entro la fine dell’estate una sessantina di anziani. E i risultati, a giudicare dai commenti dopo un breve sopralluogo che sabato hanno effettuato le numerose persone e autorità presenti al «taglio del nastro», sono indubbiamente stati raggiunti. La Residenza ai Noci, con l’accostamento cemento-pietra-legno delle sue strutture portanti, i serramenti esterni lamellari e scorrevoli, l’ampiezza dei locali comuni, dei corridoi e delle scale d’accesso, ma soprattutto le grandi vetrate e la sensazione di «casa» che traspare nelle camere riservate agli ospiti, si propone come modello presente e futuro di una residenza medicalizzata che «saprà prendersi adeguatamente cura dei nostri anziani che hanno lavorato una vita per meritarsi un trattamento così di riguardo», ha sottolineato Silvano Beretta, presidente del Consiglio parrocchiale, uno degli enti locali coinvolti nella realizzazione del nuovo istituto di riposo losonese.
Sinergie locali
Già perché la Residenza ai Noci, pur essendo un progetto ampiamente condiviso e sostenuto dagli enti locali e anche dal Cantone, che ha contribuito con un finanziamento a fondo perduto di circa 7,2 milioni di franchi sui circa 23 complessivi del costo della struttura, non ha avuto vita facile sin dalla sua progettazione, sette anni fa. La nuova casa anziani losonese strada facendo ha incontrato vari ostacoli ricorsuali, come ha ammesso Corrado Bianda, ex sindaco e presidente della Fondazione Patrizia, proprietaria dell’adiacente residenza per anziani costruita all’inizio degli Anni ‘80 e che dispone di 35 appartamenti protetti. La tenacia e lo spirito di collaborazione che hanno caratterizzato Parrocchia, Patriziato, Fondazione Patrizia e Comune, i principali «attori» del progetto di nuova residenza per anziani a Losone, però, hanno avuto il sopravvento. «Il risultato è qui da vedere - ha evidenziato l’attuale sindaco di Losone, Ivan Catarin -. La cura nella costruzione e nell’arredamento, l’estetica e gli spazi della nuova struttura parlano da soli. Ma ciò che ci rende più orgogliosi è l’intervento urbanistico che ha accompagnato la realizzazione del Policentro anziani di Losone, con la parziale chiusura di via Cesura e la creazione di una zona pedonale tra le due case di riposo e di un nuovo parco giochi che rappresentano elementi di connessione intergenerazionale che dà ancora più lustro alla qualità di vita del nostro comune».
Centro di competenza
Anche il consigliere di Stato Raffaele De Rosa, direttore del DSS, è rimasto ottimamente impressionato dal lavoro svolto a Losone. «L’unità d’intenti tra enti locali e Cantone è risultata decisiva, ma anche lo spirito di servizio e la dedizione nel realizzare un progetto che mette al centro la cura e l’attenzione agli anziani ha permesso di realizzare questo Policentro che, sono sicuro, diventerà un centro di competenza e di riferimento per la terza età a livello cantonale», ha detto De Rosa. Un centro di competenza accogliente e professionale dove comunque sarà sempre la persona, l’anziano, ad essere protagonista. Lo ha voluto ricordare il parroco di Losone, don Jean-Luc Farine, nel suo breve ma accorato saluto alla nuova Residenza ai Noci.