La polemica

Un film con effetti speciali, anche sul traffico cittadino

Le riprese di una produzione audiovisiva hanno creato disagi – Alcuni municipali infastiditi per delle libertà che si è preso chi filmava – Valenzano: «Regole non rispettate» - Badaracco: «Ne è valsa la pena, indotto milionario»
© CdT/ Chiara Zocchetti
Federico Storni
29.09.2022 20:01

La settimana di riprese in Ticino di una grossa produzione internazionale, culminata con la chiusura del lungolago di Lugano per buona parte della giornata odierna - ore di punta comprese, come ben sa chi si è recato in città in macchina -, ha causato qualche mal di pancia non solo fra gli automobilisti, ma anche in Municipio. «Non sono stati rispettati i termini d’ingaggio», ci ha detto la municipale e capodicastero Sicurezza KarinValenzano Rossi. «Ero negativa prima e lo sono con maggiore convinzione adesso». Per il vicesindaco e capodicastero Cultura Roberto Badaracco, per contro, «ne è valsa la pena, perché la produzione ha portato in Ticino diverse centinaia di persone e creato un indotto di quasi un milione di franchi». Oltre al ritorno d’immagine quando il girato arriverà nelle case degli spettatori.

I dubbi

L’opportunità sulla carta era interessante. Diversi giorni di riprese in Ticino da parte di una importante casa di produzione italiana per un progetto per una grossa piattaforma di streaming. Un set blindato e circondato da una certa segretezza. Il problema è che durante la settimana di riprese qualcuno si sarebbe preso alcune libertà. In particolare chiusure temporanee in città più lunghe di quelle concordate e prolungamenti di orario che non è chiaro quanto fossero condivisi. Ancora Valenzano Rossi: «Siccome la polizia aveva evidenziato la criticità di simili chiusure, il Municipio aveva posto delle limitazioni e prescrizioni da rispettare, quali la concessione solo di un paio di chiusure di breve durata per i primi giorni, il presidio da parte di agenti di si curezza, una comunicazione chiara preventiva da parte degli organizzatori e comunque la riapertura completa sempre a partire dalle 16. Poi purtroppo è slittata alle 17 e comunque non è stata rispettata. Non è quindi visibilmente stato rispettato quanto deciso».

A questo proposito, anche la comunicazione ai luganesi è stata oggetto di critiche. Da Palazzo Civico c’è chi l’ha proprio definita «toppata». In effetti che tutto non fosse andato liscio nelle redazioni lo si è capito mercoledì sera, quando poco prima delle 19.45 la Polizia cittadina ha ribadito («come già comunicato dalla Ticino Film Commission») che l’indomani - oggi - il lungolago sarebbe stato sbarrato. Evidentemente ritenendo che il messaggio non fosse circolato a sufficienza. La comunicazione delle chiusure era affidata proprio alla Ticino Film Commission.

Tempesta perfetta

Tutto questo ha portato a una sorta di «tempesta perfetta» fatta di chiusure più lunghe del previsto, le ore di punta del traffico e una comunicazione a singhiozzo. In un giorno, peraltro, di pioggia (meno scooter e moto) e con ben poche persone in vacanza. Inutile dire che le code sono state più lunghe del solito. «Le chiusure viarie di sabato e nei giorni feriali sono sempre molto delicate e discusse in Municipio - afferma Badaracco. - A maggio avevamo chiuso il lungolago un venerdì feriale per l’evento Bike Emotions e questo aveva causato grossi ingorghi attorno a Lugano, in particolare in stazione. Stavolta, pur sapendo che la misura avrebbe causato disagi, abbiamo deciso di gestirla spegnendo i semafori e con gli ausiliari del traffico, e credo sia andata meglio. Di certo, anche in vista di una chiusura definita del lungolago, sono cose che devono far riflettere».

Il girato

Badaracco in ogni caso sostiene che valga la pena insistere nel portare grandi produzioni internazionali a Lugano, anche perché non sempre comportano la chiusura del quai. A questo giro, per la cronaca, oggi sono state filmate scene di inseguimento in auto fra il LAC e piazza della Riforma e una finta sparatoria, con tanto di vetri in frantumi. Si tratterebbe, stando a quanto abbiamo potuto appurare, di una spy story firmata da Cattleya (autrice delle serie tv Gomorra e Suburra e Zero Zero Zero) in cui Lugano sarebbe parte integrante della trama e non «solo» un bello sfondo. Dalla Ticino Film Commission è stata espressa soddisfazione per quanto organizzato. Anche perché, ci hanno riferito, la produzione ha ingaggiato diversi professionisti ticinesi del settore che hanno quindi potuto vivere una realtà diversa e anche imparare qualcosa.

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