Luganese

Un... fiume di denaro per rinaturare il Vedeggio

Il Consiglio di Stato ha approvato una richiesta di credito di 6 milioni di franchi quale contributo cantonale alla seconda tappa del maxi-progetto di riqualificazione del fiume – Interessati 1,5 chilometri tra Manno e Bioggio – E si pensa già alla progettazione della terza fase
I lavori ad aprile 2023. ©CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
28.10.2024 06:00

Domare il Vedeggio per quindici chilometri, metro più metro meno. Logisticamente e finanziariamente, più facile a dirsi che a farsi. E infatti, del progetto si parla da oltre dieci anni. Parliamo degli interventi di risanamento del fiume, che coprono il tratto che va da Camignolo alla foce di Agno. Opere che servono in buona sostanza a mettere in sicurezza il corso d’acqua in caso di alluvioni, valorizzare l’ambiente, proteggere la fauna ittica e migliorare la fruibilità lungo il fiume. Il costo complessivo previsto? Circa sessanta milioni, di cui trentanove già spesi. Ovviamente, i lavori non vengono eseguiti in un colpo solo, ma si procede a tappe. O meglio, a lotti.

E sono proprio due di questi lotti al centro di un messaggio del Consiglio di Stato, approvato mercoledì scorso, che chiede al Parlamento di approvare un credito di oltre 6 milioni di franchi per realizzare gli interventi lungo 1,5 chilometri tra Manno e Bioggio (Lotto 2.1) e per progettare quelli che verranno eseguiti lungo 800 metri in territorio di Cadempino.

Un compromesso necessario

Negli scorsi anni, infatti, era rimasto in sospeso un punto importante. E aveva anche fermato i lavori per diversi anni, ovvero la protezione dei pozzi di captazione dell’acqua potabile delle Aziende Industriali di Lugano (AIL) in territorio di Bioggio e Manno. Ebbene, un apposito gruppo di lavoro ha trovato una soluzione di compromesso in grado di mettere d’accordo le AIL e il Consorzio sistemazione fiume Vedeggio (CSV), committente dei lavori. La stessa ha incassato il benestare dell’Ufficio federale dell’ambiente e le opere progettate possono essere finalmente realizzate anche in questo tratto di fiume.

Un altro tema che ha richiesto un importante aggiornamento del progetto originale concerne la gestione del materiale derivante dall’allargamento del fiume. Nel progetto iniziale si era previsto un deposito provvisorio e temporaneo del materiale di scavo in esubero e non riutilizzato per i lavori del fiume, da destinare per una parte nell’edilizia e nel genio civile e il resto in discarica. Il CSV ha fatto elaborare un concetto per valorizzare il materiale e ha trovato una sinergia con l’USTRA, scaturita in una convenzione nel 2021, per realizzare e gestire un impianto in grado di lavorare il materiale di scavo. Duecentomila tonnellate (36% del materiale totale lavorato) verranno vendute e riutilizzate nell’ambito dei lavori di conservazione sull’autostrada A2 previsti nelle vicinanze, riducendo al minimo il materiale in esubero.

I punti salienti

Passando al lato tecnico, gli interventi progettati per il Lotto 2.1 prevedono «l’aumento della sezione di scorrimento per garantire il deflusso di una piena centenaria» e «il miglioramento delle funzioni naturali delle acque e degli ambienti a esse correlati mediante la strutturazione dell’alveo, la messa a disposizione di spazi vitali per comunità animali e vegetali e la creazione di collegamenti ecologici». Inoltre, come detto, «grazie a opportune misure di prevenzione sarà garantita la sicurezza dei pozzi di captazione delle AIL e l’approvvigionamento idrico».

Detto di Manno e Bioggio, il messaggio del Consiglio di Stato comprende anche 300 mila franchi per l’aggiornamento della progettazione degli interventi del Lotto 3.1 a Cadempino. In sintesi, si parla di «misure paragonabili a quelle descritte per il Lotto 2.1» a cui si aggiunge la creazione di un’area di allargamento per favorire la dinamica fluviale, con contenuti naturalistici e per lo svago (i costi per poter realizzare queste opere saranno oggetto di una ulteriore richiesta di credito, ndr). Servirà anche un esproprio da un milione di franchi di vari terreni. La cifra – spiega il Governo – è stata aggiornata a seguito della decisione del 28 aprile 2022 del Tribunale di espropriazione di Lugano.

Chi paga?

A proposito di cifre: come indicato in apertura, il credito richiesto dal Consiglio di Stato è di 6 milioni di franchi. Questa è la quota a carico del Cantone: il costo totale ammonta infatti a 27,15 milioni. Vi è una quota di 3 milioni di franchi (11,3%) a carico dell’USTRA a cui si aggiungono i restanti 24 milioni (88,7%) a carico degli altri enti consorziati - e a beneficio di sussidi federali per un importo di 9,4 milioni -, al CSV (11,73 milioni).

Il messaggio del Governo non comprende solo questo credito: al Parlamento viene chiesto di approvare anche altre sistemazioni fluviali, fra cui quella relativa alla rivitalizzazione del riale Ponteggia a Cadempino: un progetto per evitare esondazioni da 2,33 milioni che segue quello già completato del riale Gaggio e che il Cantone finanzierà con 740.000 franchi.

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