L'iniziativa

«Una data di scadenza per le nuove leggi»

Cristina Maderni e Fiorenzo Dadò propongono un meccanismo automatico di revisione della legislazione cantonale con l’obiettivo di semplificare il quadro normativo e di rimanere al passo con i tempi - La deputata liberale radicale: «Restare fermi è dannoso, il mondo evolve in maniera repentina»
©Chiara Zocchetti
Giona Carcano
13.12.2025 06:00

«Ogni nuova legge cantonale, o modifica sostanziale di legge esistente, deve contenere una clausola che ne preveda la scadenza automatica entro un termine massimo di 15 anni, salvo rinnovo esplicito da parte del Gran Consiglio». Non solo: «Il Consiglio di Stato è tenuto a presentare, entro il termine indicato, un rapporto di valutazione sull’efficacia, l’attualità e la coerenza della legge, al fine di consentire al Gran Consiglio di decidere sul suo rinnovo, modifica o abrogazione». Sono questi i punti chiave di un’iniziativa parlamentare generica appena inoltrata da Cristina Maderni (PLR) e Fiorenzo Dadò (Centro).

Insomma, per sfoltire leggi desuete o superflue e permettere alla legislazione di stare al passo con i tempi, serve un meccanismo strutturato a livello cantonale. «L’introduzione di una clausola di scadenza legislativa», riprendono la deputata liberale radicale e il presidente del Centro, «rappresenta uno strumento moderno e trasparente per garantire che le norme cantonali siano costantemente aggiornate e rispondano alle esigenze della società». L’obiettivo, dunque, è anche «la semplificazione del quadro normativo», così come il rafforzamento del ruolo del Parlamento.

L’esempio federale

Gli iniziativisti, a supporto della loro tesi, portano l’esempio federale, in cui la revisione delle leggi è gestita «attraverso meccanismo di aggiornamento formale e riesame periodico», ma «senza scadenza automatica». La procedura adottata a Berna, ad ogni modo, ha permesso una notevole semplificazione del diritto. «Questa proposta cantonale di introdurre una clausola di scadenza legislativa rappresenta un approccio più strutturato e vincolante, ispirato ai principi federali ma con un meccanismo automatico che rafforza il controllo parlamentare e promuove una cultura della valutazione normativa», sottolineano Maderni e Dadò. In passato, fra il 2002 e il 2006, il Ticino aveva già portato a termine una «dieta» per alleggerire la legislazione cantonale. Ed era stato introdotto, come ricorda il testo dell’iniziativa, «un principio fondamentale: la necessità di semplificare il quadro normativo per renderlo più accessibile, coerente e funzionale. Questo principio non si limita alla riduzione del numero di leggi, ma si estende alla qualità tecnica, alla chiarezza e alla pertinenza delle disposizioni legislative». Secondo quanto riferito dal Consiglio di Stato lo scorso anno in risposta a un’interrogazione (ancora di Maderni), tali principi vengono ancora applicati. Ma i due deputati vogliono di più: «L’assenza di un meccanismo strutturato e vincolante di riesame delle leggi esistenti rischia di vanificare gli sforzi di semplificazione», scrivono. «Le norme obsolete o non più applicabili possono rimanere in vigore per anni, generando confusione, inefficienze e ostacoli burocratici». Al contrario, mettere una data di scadenza alle nuove leggi «rappresenta uno strumento concreto per rendere operativo il principio di semplificazione normativa, garantendo che ogni legge sia periodicamente riesaminata e, se necessario, aggiornata, modificata o abrogata. In questo modo, si favorisce una legislazione più snella, coerente e rispondente alle esigenze della società, dei cittadini, delle aziende e, anche, della medesima amministrazione». Il meccanismo del riesame periodico, sottolineano Maderni e Dadò, è stato peraltro adottato nell’ambito dei sussidi.

Un registro pubblico

«Alcune leggi non rispondono più alle esigenze attuali», spiega la liberale radicale al Corriere del Ticino. «E spesso ce ne accorgiamo durante i lavori nelle commissioni. Inserire una scadenza, invece, obbliga a tornare sull’oggetto a distanza di anni, a rivalutarlo e, se del caso, modificarlo». Come sottolinea ancora Maderni, «restare fermi con le leggi è dannoso, in particolare in un mondo che evolve in maniera repentina». E questo lavoro di riesame e valutazione, «deve essere fatto in maniera sistematica affinché porti benefici».

Oltre al termine massimo di 15 anni per la scadenza automatica delle nuove leggi - escluse leggi costituzionali, finanziarie, penali e quelle considerate fondamentali per l’ordinamento cantonale -, l’iniziativa chiede anche l’istituzione di un registro cantonale pubblico delle scadenze legislative. Inoltre, il riesame potrà essere integrato nei processi di revisione digitale e semplificazione amministrativa già avviati dal Consiglio di Stato.