Una facciata «strapiombante» che non passa inosservata

Eccolo qui. L’edificio residenziale progettato da Mario Botta e sorto sulle macerie del Cinema Cittadella, a Lugano, ha ormai preso forma. Una forma che lo fa somigliare – architetto, ci passi il paragone un po’ così – ad una di quelle pareti strapiombanti che mettono a dura prova le capacità degli scalatori. Può piacere o no, ma di sicuro lo stabile non può essere considerato un parallelepipedo anonimo: le sue geometrie caratterizzano il contesto in cui è inserito, spiccano. Per alcuni anche troppo. Ci riferiamo alla Società ticinese per l’arte e la natura, che a suo tempo si era opposta al progetto ritenendo che la facciata del nuovo stabile non si integrasse con quella della vicina basilica del Sacro Cuore. La vertenza era andata avanti per due anni costringendo l’Associazione Cittadella a procurarsi un secondo progetto firmato dallo studio d’architettura dei finanziatori dell’opera (potete vedere il rendering nella galleria fotografica) poi il Governo aveva respinto il ricorso contro la proposta di Botta e la scelta era caduta su quella. C’era stata anche una mobilitazione per salvare lo storico cinema e teatro, ma alla fine era stato demolito. Voluto dalla Fondazione Basilica del Sacro Cuore alla fine degli anni Cinquanta, il Cittadella comprendeva una sala da oltre quattrocento posti usata per spettacoli e proiezioni. Il cantiere per il nuovo edificio dovrebbe chiudersi entro fine marzo e gli appartamenti sono già in buona parte prenotati. All’inizio l’idea era di realizzare abitazioni per anziani autosufficienti, poi si è preferito optare per un pubblico misto e infatti le richieste ricevute finora dai promotori – la Residenza Cittadella è di proprietà della Fondazione Silvio e Marianne Tarchini e della Gian Carlo Bordoni Immobiliare – vengono da persone di varie fasce d’età. Al piano terra è previsto un ristoro take away: una possibilità in più per gli universitari che dovranno recuperare energie fra una lezione e l’altra.
Dalla parete alla tenda
A proposito di demolizioni e costruzioni di nuovi edifici con uno stile fuori dal comune, il progetto residenziale e commerciale all’incrocio fra via Zurigo e viale Franscini procede spedito verso la licenzia edilizia. Potrebbe essere concessa in primavera, dopo che i promotori forniranno alcuni documenti chiesti dal Cantone. Di opposizioni non ce ne sono state. L’opera prevede la demolizione del complesso odierno (che risale al 1965) e la realizzazione di un palazzo di sette piani con novanta appartamenti, negozi al piano terra e un giardino sul retro. A livello architettonico (progettista l’Atelier CG di Lugano) spiccano l’elemento che accoglie la hall e le scale e che unisce a mo’ di cerniera i due blocchi del complesso. Ricorda un po’ una tenda.