Monteceneri

Una nuova Fondazione per la Casa dei Landfogti

Avrà l’impegnativo compito di finanziare i lavori di restauro dello storico edificio tutelato a livello cantonale, nonché di definirne i contenuti - Sarà un centro culturale, con forse spazi commerciali e abitativi nei dintorni
© CdT/Gabriele Putzu
Federico Storni
15.03.2022 06:00

A quasi settecento anni dalla sua più antica menzione in un documento, negli scorsi giorni è stata scritta un’altra importante pagina della lunga storia della Casa dei Landfogti di Rivera, bene culturale protetto a livello cantonale: è stata costituita l’omonima Fondazione chiamata a garantirle un futuro, insediandovi in particolare un centro culturale.

Molteplici compiti
Più nel dettaglio, apprendiamo dal Foglio Ufficiale, la Fondazione Centro culturale Casa dei Landfogti Monteceneri (questo il suo nome completo) sarà chiamata a «conservare, rivalutare e rianimare mediante le attività del Centro culturale del Comune, le sale per le esposizioni temporanee e un luogo della memoria, la Casa dei Landfogti». Ma non solo: dovrà pure «demolire la parte non protetta e valutare la ricostruzione degli spazi a uso commerciale o abitativo, allo scopo di rivitalizzare e assicurare il necessario equilibrio finanziario del Centro». Poi dovrà «favorire la divulgazione storica dell’epoca dei trasporti lungo la "via delle genti", raccogliendo testimonianze e sviluppando approfondimenti sulla storia della valle Carvina». Infine: «Assicurare e coordinare i  finanziamenti» e, «a lavori ultimati, gestire il Centro mediante un calendario di manifestazioni culturali».

«Ci aspetta un grande lavoro»
«Ci aspetta un grandissimo lavoro - ci dice il presidente della Fondazione Marco Maccagni - ma c’è un bell’entusiasmo e vogliamo partire bene. Finora abbiamo avuto solo un primo incontro costitutivo in cui abbiamo definito i nostri ruoli e ora dovremo definire dove intervenire e quali contenuti inserire». A questo proposito, precisa Maccagni, quanto apparso sul Foglio Ufficiale è per ora da prendere come ipotesi di lavoro ancora tutta da approfondire. La demolizione degli edifici attorno alla Casa - acquistati dal Comune qualche anno fa e non tutelati - appare certa, meno al momento la destinazione da dare agli immobili che sorgeranno al loro posto. C’è in ogni caso uno studio di fattibilità fatto elaborare dal Municipio alcuni anni fa da cui partire.

Un sogno araldico
La Casa dei Landfogti è tutelata da inizio Novecento, ma ben oltre la metà è sparita negli anni Sessanta per far spazio alla strada cantonale. Fra il 1678 e il 1730 erano soliti riunirvisi i rappresentati dei 12 Cantoni prima di recarsi a Lugano (allora il Ticino era ancora un baliaggio). Nel grande salone, le pareti delle logge sono decorate con oltre cento stemmi dei balivi e degli inviati dei Cantoni  

A Malvaglia non ha funzionato

Il Comune provò a ridare vita nello stesso modo a Casa Baggio, già sede del potere confederato, ma la Fondazione andò in crisi e la proprietà finì all’asta Il tentativo di Monteceneri di dare nuova vita a un edificio storico tramite la creazione di una fondazione non è il primo del suo genere in Ticino. E l’esempio più prossimo a livello temporale non è finito bene. Ora il rilancio è in mani private.

Modalità e scopi molto simili
Stiamo parlando dell’edificio noto come Casa Baggio o Palazzo dei Landfogti (per essere stato la loro sede di residenza per diversi anni) sito a Malvaglia. Edificio tutelato a livello cantonale per il cui rilancio, a inizio secolo, l’ex Comune (oggi accorpato a Semione e Ludiano a formare Serravalle) creò la Fondazione Palazzi, avente fra l’altro scopo di riattare l’edificio «e destinarlo ad attività culturali, e/o di intrattenimento, amministrative pubbliche e/o private, di ricerca storica in diversificati settori, di centro di raccolta di documentazione storica e sull’emigrazione ticinese, di riunioni, di esposizioni nel settore artistico e artigianale e ogni altra attività che ha riferimento con gli interessi collettivi».

Ora ci sta provando un privato
Dopo una decina d’anni, gli ultimi segnati da pesanti litigi, la Fondazione entrò tuttavia in crisi finanziaria e il palazzo finì all’asta nel 2014. Il Comune di Serravalle non vi partecipò, ritenendo l’investimento eccessivo, e la proprietà passò a una SA riconducibile all’attuale presidente del Legislativo del Comune, Giacomo Cavargna. Da allora si sta lavorando per ridare a Casa Baggio uno scopo pubblico, nel rispetto dei vincoli di tutela.