Telefonia

Un'antenna in vetta al Brè? Sì per Lugano, no per il Cantone

Il Dipartimento del territorio chiede a Lugano di impedirne la posa in una decina di luoghi, fra cui la piscina di Carona e il ristorante sul San Salvatore: «Sono marchi iconici del paesaggio» – Ultima parola al Consiglio comunale
© CdT/CHIARA ZOCCHETTI
Federico Storni
24.09.2022 06:00

Qualche anno fa a Lugano vi era stata una piccola polemica perché in alcune foto promozionali della Funicolare Monte Brè era sparita – asseritamente per un semplice errore – la croce che si trova sul tetto della chiesa in vetta. E chissà che i promoter turistici cittadini non debbano ricorrere a Photoshop anche in futuro per cancellare un’antenna per la telefonia mobile posata sopra il tetto del ristorante Vetta o dell’arrivo della Funicolare.

Per la Città di Lugano non sarebbe infatti un problema posarla in questi due siti, così come non lo sarebbe metterne sul tetto del ristorante in vetta al San Salvatore, o nella piscina di Carona. Proposte a cui il Dipartimento del territorio ha risposto affermando, «anche no».

Parafrasiamo, ovviamente – questa l’esatta citazione dal DT: «Per i seguenti siti, si chiede all’Esecutivo cittadino di rinunciare ad ammettere la posa di nuove antenne» – ma il senso è quello. Dei cinquantuno luoghi «speciali» (ci torniamo) identificati dal Comune, per il Cantone dieci sono da escludere a priori e un’altra dozzina – fra cui il tetto della dogana di Gandria – da maneggiare quantomeno con cura.

Niente, in ogni caso, è ancora stato deciso. La variante di Piano regolatore che si occupa del tema è in consultazione in questi giorni e diventerà in seguito oggetto di un messaggio all’attenzione del Consiglio comunale. Di certo, la differenza di visione fra Città e Cantone per alcuni oggetti al momento è sostanziale.

Il contesto

Inquadriamo la vicenda. Da almeno il 2019 Lugano si sta dotando di un Piano di gestione delle antenne di telefonia mobile per regolare il loro inserimento sul territorio. L’idea è di introdurre il modello. Questo prevede cinque livelli di priorità per l’inserimento delle antenne. Si va dalle zone per il lavoro (priorità 1) alle aree nel raggio di 100 metri da scuole, case anziani e ospedali (priorità 5). I gestori delle antenne, se vogliono installarne di nuove o aggiornare le esistenti in zone diverse dalla 1, devono di volta in volta dimostrare che non sono disponibili ubicazioni nelle zone con priorità maggiore. È una proposta in gran parte condivisa dal Cantone, ma nel frattempo si è evoluta la giurisprudenza ed è stato necessario approfondire alcuni aspetti, in particolare la possibilità di inserire antenne in «zone speciali», cioè quelle designate per attrezzature e edifici di interesse pubblico (AP-EP) con contenuti compatibili all’installazione di antenne per la telefonia mobile con priorità I, discoste rispetto alle zone edificabili degli insediamenti.

La variante

Di zone speciali di questo tipo sul territorio comunale ve ne sono 115. In fase d’approfondimento – concretamente: una variante di Piano regolatore stilata dall’architetto Mauro Galfetti – ne sono però state ritenute sole 51, scartando quali possibili siti per antenne, ad esempio, il Lido San Domenico, il Museo delle Dogane, il Pian Casoro o la Scuola materna di Pambio-Noranco.

Il Cantone, nel suo esame preliminare, chiede tuttavia un’ulteriore riduzione di, almeno, dieci unità. Il motivo? Sarebbero un pugno nell’occhio.

In contrasto con il paesaggio

Sia la stazione della Funicolare, sia i due ristoranti sulle rispettive vette sono, per il Cantone, «un marchio iconico del sito, del paesaggio e del panorama che si gode dalla sommità. Un’eventuale nuova antenna risulterebbe estremamente visibile da molti scorci paesaggisticamente preziosi». Per ragioni simili viene chiesto alla Città di non permettere di posare antenne nel parcheggio diGandria («zona inserita nell’Inventario federale dei paesaggi»), sull’Osservatorio di Carona («estremamente esposto alla vista da tutti i lati»), nella piscina di Carona («sito sensibile ed estremamente esposto»), e sul campo sportivo Ganon a Sonvico («paesaggisticamente conflittuale con l’ampia vista aperta sui Denti della Vecchia»). Né nei pressi dei nuclei diCimadera, Scareglia e Sonvico, sempre per motivi paesaggistici.

Prossimi passi

Come accennato, la storia delle antenne per la telefonia mobile a Lugano è ancora in buona parte da scrivere. Ora la Divisione pianificazione della Città raccoglierà, oltre ai suggerimenti giunti dal Cantone, le osservazioni che chiunque può inoltrare sino a metà ottobre, al fine di stilare un messaggio all’indirizzo del Consiglio comunale, che dovrà determinarsi al riguardo. Dopodiché il dossier tornerà alCantone per un nuovo esame.

In questo senso, avranno inevitabilmente un certo peso le osservazioni che giungeranno dalle compagnie telefoniche. Perché ben difficilmente la Città difenderà la possibilità di posare un’antenna in cima ai suoi monti più iconici se le compagnie telefoniche in primis non si diranno interessate.