Politica

«Uno sbarramento del 4% contro la frammentazione»

È quanto propone, per l’elezione del Gran Consiglio, un’iniziativa parlamentare inoltrata da alcuni deputati del PLR (primo firmatario Paolo Ortelli), i quali ritengono che la situazione attuale limiti troppo l’efficacia del Legislativo
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
27.03.2023 06:00

La frammentazione parlamentare da «potenziale virtù» è ormai diventata «un limite operativo». E quindi occorre introdurre una soglia di sbarramento al 4% per l'elezione del Gran Consiglio. È quanto propone un’iniziativa inoltrata da un gruppo di parlamentari del PLR (primo firmatario il deputato Paolo Ortelli, a cui si aggiungono Maristella Polli, Giovanna Viscardi, Giacomo Garzoli, Giorgio Galusero, Sebastiano Gaffuri e Fabio Käppeli).

Un tema noto da tempo

Il contesto è noto: attualmente in Gran Consiglio sono presenti nove partiti ma, stando ai più recenti sondaggi della RSI, dalle elezioni del 2 aprile potrebbe uscire un Legislativo ancor più frammentato. E in questo senso, scrivono i deputati del PLR, «appare chiaro a tutti come l’attuale frammentazione politica che caratterizza il nostro Parlamento cantonale, a fronte di una crescente complessità di trattazione delle tematiche di gestione e conduzione strategica del nostro cantone, stia dimostrando importanti limiti operativi».

Questa tematica, viene ricordato nel testo dell’atto parlamentare, era già stata «affrontata in modo analogo nell’ormai lontano 2007 dagli allora deputati Gianluigi Piazzini e Fabio Regazzi». Allora, il Parlamento bocciò tale la proposta. Ma, viene anche rimarcato nell'iniziativa, negli anni la frammentazione «si è via via accentuata».

Cifre alla mano, il numero di partiti presenti in Gran Consiglio è cresciuto in maniera sensibile, passando da sei nel 2007 a nove nel 2019. E, come detto, potrebbero poi diventare 10 o 11 dopo le elezioni del 2 aprile.

«Una situazione che – scrivono i deputati nell’atto parlamentare –, da un contesto di marcata e ideale espressione estesa dei valori, dei credi e delle sensibilità politiche dei cittadini di questo cantone, si sta traducendo in una crescente e limitante possibilità operativa del nostro organo legislativo cantonale». Un limite alla sua «efficacia operativa» che, allo stesso tempo, riduce anche «la sua capacità di espletare al meglio le sempre crescenti e numerose sollecitazioni da parte dell’Esecutivo e della cittadinanza».

Insomma, tagliano corto i parlamentari liberali radicali, «da tempo assistiamo alla moltiplicazione di espressioni spesso con sfumature risibili che, da elementi propulsivi si stanno trasformando sempre più in elementi che influiscono esclusivamente sui tempi di trattazione delle problematiche, paralizzando a tratti i già difficili lavori parlamentari e vanificando di fatto l’importante valore aggiunto delle diverse espressioni e visioni rappresentative di questo cantone».

Gli altri esempi in Svizzera

Nell’iniziativa viene poi citato un rapporto del 2020 dell’Osservatorio della vita politica regionale (OVPR) dell’Università di Losanna (intitolato «Verso una riforma del sistema elettorale per le elezioni del Consiglio di Stato e del Gran Consiglio?»).

Un rapporto che, scrivono i deputati, «identifica senza riserve come, per far fronte a questo problema, l’introduzione di soglie di sbarramento, attualmente praticamente inesistenti in Ticino, risulti essere lo strumento indicato». E a questo proposito viene ricordato che «tutte le altre realtà cantonali che presentano un sistema elettorale per il Gran Consiglio comparabile e simile al cantone Ticino (Ginevra, Vaud e Zurigo) presentano da sempre delle soglie di sbarramento (ndr. rispettivamente del 7%, 5% e 5%) per l’ottenimento di un seggio in Parlamento». E ciò, senza presentare «particolari criticità di funzionamento» o problemi riguardo alla rappresentatività.

Ed ecco che, concretamente, con l’iniziativa parlamentare in forma elaborata viene proposto di modificare l’articolo 58 della Costituzione cantonale, inserendovi il principio della soglia di sbarramento per accedere alla ridistribuzione dei seggi per l’elezione del Gran Consiglio. Una soglia oggi automaticamente fissata all’1,11% (il 100% dei voti diviso i 90 seggi a disposizione) e che a mente dei deputati del PLR andrebbe alzata fino al 4%.

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